La riforma Pnrr dell’amministrazione fiscale Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Vai all’approfondimento La cooperazione e la prima legge di bilancio del governo Meloni

99,2 miliardi €

il divario tra imposte e contributi che dovevano essere versati e quelli effettivamente pagati, in Italia nel 2019. Un risultato positivo rispetto ai 106,1 miliardi che si registravano nel 2015. Le politiche portate avanti negli ultimi anni infatti, in particolare la scissione dei pagamenti e la fatturazione elettronica obbligatoria, hanno avuto effetti positivi sulla riduzione dell’evasione fiscale e contributiva. Tuttavia, si tratta di cifre ancora troppo elevate per considerarle un traguardo. L’Unione europea ci chiede uno sforzo maggiore, a partire dalla promozione dei pagamenti elettronici. Vai al grafico.

5.000 €

il nuovo tetto all’utilizzo del contante per transazione, che è stato alzato rispetto ai precedenti 2.000 euro, dalla legge di bilancio 2023. Il governo Meloni voleva anche eliminare le sanzioni agli esercenti che rifiutano di usare il Pos per i pagamenti inferiori a 60 euro. Un passaggio che però è stato bloccato da Bruxelles, in quanto l’introduzione di queste multe corrisponde a un obiettivo del Pnrr, già raggiunto in precedenza dal governo Draghi. Vai all’articolo.

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riforma dell’amministrazione fiscale prevista dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Una misura che ha come fine ultimo la riduzione dell’evasione da omessa fatturazione. Per conseguire questo e gli altri obiettivi, la riforma individua 11 scadenze da raggiungere tra il 2021 e il 2026. Vedi i dettagli sulla riforma.

5 su 11

le scadenze della riforma Pnrr sul fisco completate finora, in linea con il cronoprogramma previsto. È uno di questi interventi ad aver introdotto le multe per i commercianti che non accettano pagamenti elettronici, attive dal 30 giugno. Altre scadenze completate hanno portato a una maggiore efficacia nell’utilizzo delle lettere di conformità, le comunicazioni dell’agenzia delle entrate ai contribuenti per i quali sono state riscontrate anomalie. Sono invece ancora da avviare le attività necessarie a raggiungere i milestone e target previsti tra il 2023 e il 2026. Vai all’articolo.

– 2,7 punti percentuali

la riduzione della propensione all’evasione fiscale voluta dal Pnrr. L’obiettivo finale della riforma del fisco prevede infatti che l’Italia passi da una propensione all’evasione pari al 18,5% nel 2019 al 15,8% entro il 2024. Tale valore percentuale è rappresentativo di quanto viene evaso sul totale di quanto dovrebbe entrare nelle casse dello stato. Si tratta di un obiettivo ambizioso e non scontato, soprattutto se l’attuale esecutivo mantiene la linea espressa finora sul tema. Vai al grafico.

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