Cosa prevede il Pnrr per contrastare l’evasione fiscale #OpenPNRR

Il piano italiano prevede tra le sue riforme anche quella del fisco, con il principale obiettivo di ridurre l’evasione. Ne abbiamo ricostruito i passaggi, anche alla luce della nuova legge di bilancio.

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L’evasione è un fenomeno grave che storicamente colpisce il nostro paese. Per monitorarlo, ogni anno un’apposita commissione istituita presso il ministero dell’economia elabora una relazione sul tema e, più in generale, sui fenomeni dell’economia non osservata.

99,2 miliardi € il tax gap dell’Italia nel 2019, cioè il divario tra imposte e contributi che dovevano essere versati e quelli effettivamente pagati.

Nell’ultima relazione – approvata il 19 settembre 2022 – emergono da un lato i progressi fatti dal nostro paese su questo fronte, dall’altro la strada e gli obiettivi che ha ancora davanti per ridurre questo fenomeno. In primis quelli indicati dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che prevede in questo senso una strutturata riforma dell’amministrazione fiscale.

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I recenti passi avanti

Nel rapporto si sottolinea come le politiche portate avanti in anni recenti abbiano avuto effetti positivi di riduzione dell’evasione. In particolare due interventi: lo split payment – cioè la scissione dei pagamenti – e la fatturazione elettronica obbligatoria.

Politiche recenti hanno ridotto l’evasione fiscale.

La prima è stata introdotta dalla legge di stabilità 2015 e regolamenta solo l’acquisto di beni o servizi da parte della pubblica amministrazione. Prevede che l’Iva (imposta sul valore aggiunto) sia pagata direttamente dalla pubblica amministrazione e non, come avviene in genere, che sia messa in fattura al cliente e poi versata dal fornitore.

La fatturazione elettronica obbligatoria, introdotta dalla legge di bilancio 2018, ha invece digitalizzato l’emissione, la trasmissione e la conservazione delle fatture. Un sistema obbligatorio per chiunque emetta fatture per la sua attività. La relazione evidenzia come questa politica abbia aumentato significativamente il gettito fiscale, soprattutto per le piccole imprese.

Il divario fiscale (tax gap) è la differenza tra contributi e imposte che i contribuenti avrebbero dovuto versare e quelli effettivamente versati.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Mef
(ultimo aggiornamento: giovedì 22 Settembre 2022)

Rispetto ai 106 miliardi di imposte e contributi non versati nel 2015, i 99 miliardi registrati nel 2019 costituiscono sicuramente un passo avanti positivo. Tuttavia, si tratta di una cifra ancora troppo elevata per considerarla un traguardo.

Il quadro politico in cui interviene il Pnrr

Nelle raccomandazioni della commissione europea del 2019 – che costituiscono la base delle riforme del Pnrr – si chiede all’Italia un maggiore sforzo nel contrasto all’evasione da omessa fatturazione. Cioè quei casi in cui la fatturazione non viene proprio effettuata, oppure avviene in ritardo, o in formati non elettronici. La commissione, in questo senso, sottolinea come la promozione dei pagamenti elettronici possa incentivare l’emissione di fatture e scontrini e quindi il rispetto degli obblighi tributari. Al contrario dei pagamenti in contanti.

Tuttavia, il governo Meloni ha inserito nella legge di bilancio per il 2023, l’innalzamento del limite all’utilizzo dei contanti. Dai 2.000 euro per transazione a 5.000 euro. Inoltre, nelle intenzioni dell’esecutivo c’era anche quella di eliminare le sanzioni agli esercenti che rifiutano di usare il Pos per i pagamenti inferiori a 60 euro. Un passaggio che però è stato bloccato da Bruxelles, in quanto l’introduzione di queste multe corrisponde a un obiettivo del Pnrr, già raggiunto in precedenza dal governo Draghi.

I governi non possono revocare interventi passati che hanno permesso il conseguimento di scadenze del Pnrr. È una delle condizioni necessarie per ricevere i finanziamenti. Vai a “Come l’Ue verifica l’attuazione dei Pnrr negli stati membri”

Le questioni legate agli interventi di contrasto all’evasione sono incluse in una delle misure del piano italiano: la riforma dell’amministrazione fiscale. Questa è articolata in diversi punti. Dal rilascio della dichiarazione Iva precompilata a un uso migliore delle “lettere di conformità”. Dalle sanzioni ai fornitori che non accettano pagamenti elettronici a un utilizzo e analisi dei dati più efficace. Infine, la riforma prevede la riduzione dell’evasione da omessa fatturazione.

Lo stato di attuazione della riforma sul fisco

Per conseguire tutti i punti che abbiamo appena visto, la misura individua 11 scadenze da raggiungere tra il 2021 e il 2026, divise per trimestri:

Scadenza
Termine
Stato di avanzamento
Adozione di una revisione dei possibili interventi per ridurre l'evasione fiscaleT4 2021Completata
Entrata in vigore di atti di diritto primario e derivato e delle disposizioni regolamentari e completamento delle procedure amministrative per incoraggiare il rispetto degli obblighi fiscali (tax compliance) e migliorare gli audit e i controlli.T2 2022Completata
Numero più elevato di "lettere di conformità"T4 2022Completata
Ridurre il numero di "lettere di conformità" che rappresentano falsi positiviT4 2022Completata
Aumentare il gettito fiscale generato dalle "lettere di conformità"T4 2022Completata
Inviare le prime dichiarazioni IVA precompilateT2 2023Da avviare
Migliorare la capacità operativa dell'amministrazione fiscale, come indicato nel Piano della performance 2021-2023 dell'Agenzia delle Entrate.T2 2024Da avviare
Numero più elevato di "lettere di conformità"T4 2024Da avviare
Aumento del gettito fiscale generato dalle "lettere di conformità"T4 2024Da avviare
Riduzione dell'evasione fiscale come definita dall'indicatore "propensione all'evasione"T4 2025Da avviare
Riduzione dell'evasione fiscale come definita dall'indicatore "propensione all'evasione"T2 2026Da avviare

Come emerge dalla tabella, a oggi risultano completati 5 interventi, in linea con il cronoprogramma. La prima è stata raggiunta come previsto nel quarto trimestre del 2021, adottando una relazione mirata al contrasto dell’evasione da omessa fatturazione. La seconda scadenza invece è stata conseguita nel secondo trimestre del 2022 e ha comportato l’entrata in vigore di atti, disposizioni e procedure per incoraggiare il rispetto degli obblighi fiscali e migliorare i controlli. È con questa scadenza – e l’entrata in vigore del decreto legge 36/2022 – che sono state introdotte le sanzioni per mancata accettazione di pagamenti effettuati con carte di debito e credito, attive dal 30 giugno scorso.

Gli altri passaggi raggiunti riguardano tutti lo strumento delle lettere di conformità, cioè comunicazioni che l’agenzia delle entrate invia ai contribuenti per i quali sono state riscontrate anomalie. Queste 3 scadenze hanno comportato, in ordine: l’aumento del 20% del numero di lettere inviate, la riduzione del 5% dei falsi positivi e l’aumento del 15% del gettito fiscale generato dalle lettere. Tutte variazioni misurate rispetto ai valori di riferimento al 2019.

Risultano invece ancora da avviare le scadenze indicate per i prossimi anni. A partire dal 2023, che ha come unico obiettivo l’invio di dichiarazioni Iva precompilate ad almeno 2,3 milioni di contribuenti. Poi nel 2024 si mira ad ampliare il personale dell’agenzia delle entrate di 4.113 unità e a rilanciare i target legati alle lettere di conformità. In particolare con un aumento, rispetto al 2019, del 40% di comunicazioni inviate e del 30% del gettito fiscale generato.

Ridurre la propensione all’evasione

Le ultime 2 scadenze della riforma sono quelle che ne segneranno il completamento. E prevedono entrambe la riduzione dell’evasione fiscale, da misurare attraverso l’indicatore di propensione all’evasione. Cioè:

Il valore percentuale che rappresenta quanto viene evaso sul totale che dovrebbe entrare nelle casse statali. Vai a “Cosa sono evasione, elusione e frode fiscale”

Il Pnrr richiede che questo valore – calcolato su tutte le imposte escluse Imu e accise – sia inferiore del 5% nel 2023 e del 15% nel 2024, rispetto al valore di riferimento del 2019.

L’obiettivo di riduzione del 15% […] corrisponde a una diminuzione dell’evasione tributaria di circa 12 miliardi di euro nel periodo d’imposta 2019-2024.

Va sottolineato che questi 2 obiettivi sono formalmente associati al quarto trimestre del 2025 il primo e al secondo trimestre del 2026 il secondo. Cioè le annualità in cui sarà possibile produrre e condividere analisi sui dati relativi al 2023 e 2024.

Il rapporto tra imposte evase e imposte potenziali viene chiamato “propensione al gap”. I dati in questo caso sono calcolati sul totale delle imposte al netto delle accise e delle imposte immobiliari.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Mef
(ultimo aggiornamento: giovedì 22 Settembre 2022)

Come abbiamo sottolineato in precedenza, negli ultimi anni il nostro paese ha registrato un miglioramento nel contrasto all’evasione. In particolare grazie ad alcune politiche specificatamente mirate a quell’obiettivo.

-4 punti percentuali la riduzione della propensione all’evasione, dal 2014 al 2019.

Tuttavia, la quota del 2019 indica comunque che il 18,5% di imposte e contributi che lo stato avrebbe dovuto ricevere, non sono state pagate. Una percentuale ancora troppo elevata. In questo quadro quindi, il Pnrr richiede un’ulteriore riduzione della propensione all’evasione, che dovrebbe scendere al 17,6% nel 2023 e al 15,8% nel 2024.

Si tratta di obiettivi ambiziosi, come li definisce la relazione stessa. E considerando le posizioni espresse finora sul tema dal governo Meloni, il loro raggiungimento non è di certo scontato.

il tetto al contante sfavorisce la nostra economia […] in un mercato europeo un tetto al contante ha un senso solamente se ce lo hanno tutti.

Alzare il tetto dei contanti e più in generale non promuovere i pagamenti elettronici, sono posizioni in aperto contrasto con le raccomandazioni Ue specifiche per il nostro paese e con il Pnrr. Tanto che, come abbiamo visto in precedenza, l’esecutivo non ha potuto inserire nella legge di bilancio la rimozione delle multe agli esercenti che non usano il Pos.

E se da un lato è vero – come dice la presidente del consiglio Meloni – che in altri stati europei non esistono limitazioni all’utilizzo del contante, dall’altro lato va sottolineato che l’Italia è colpita in modo particolare dall’evasione fiscale. E quindi sono necessarie azioni decise di contrasto al fenomeno, non dei passi indietro.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: palazzo ChigiLicenza

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