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Dichiarazione di Dario FRANCESCHINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

«Sul reintegro non molliamo. No a voti secondo coscienza» - INTERVISTA

  • (23 marzo 2012) - fonte: Il Fatto Quotidiano - Luca Telese - inserita il 23 marzo 2012 da 15492

    Dario Franceschini prende un respiro: "Il Pd una linea ce l'ha, ed è molto chiara. La riforma del mercato del lavoro deve diventare un disegno di legge, e non un decreto. L'articolo 18 deve essere modificato in Parlamento sul modello tedesco, reintroducendo la possibilità delreintegro. E quando si voterà il gruppo dovrà essere unito: non ci possono essere casi di coscienza". Mentre sono nel suo studio da capogruppo, nel giorno (finora) più lungo del governo Monti, sembra di essere in mezzo ad un terremoto. Franceschini segue il vertice con un occhio alle agenzie, il suo I-phone trilla e ronza. Sorride: "Faccio come se dovesse accadere quello che penso ... poi nel caso ci risentiamo". Non servirà, perché il pronostico del capogruppo si rivela esatto. Monti non molla, in serata tutti chiedono il reintegro dalla Cei all'Ugl, e alla fine la patata bollente finisce in Parlamento dove molti paventano il rischio che il Pd si ritrovi costretto a subire una maggioranza ostile.

    Onorevole Franceschini, è più vicino a Letta che dice "Il nostro voto non può mancare", o a Bersani che spiega: "Al Pd non si può dire prendere-o-lasciare?".
    (Sorriso). Faccio fatica a misurare le mie idee sulla distanza da quelle altrui. Le mie sono molto semplici: noi dobbiamo migliorare in Parlamento il testo.

    Più vicino a Bersani, dunque.
    Se vuole. Ma oggi, anche Letta dice: "Si deve andare verso il modello tedesco".

    Letta, ieri, dalla Gruber diceva: "Questo provvedimento è una rivoluzione".
    Non è necessariamente una contraddizione. Se togliamo l'articolo 18, c'è una parte del testo assolutamente positiva.

    Peccato che tutta l'Italia stia discutendo dell'articolo 18.
    Lo so bene. Sono arrivati anche a me centinaia di messaggi tra mail e Facebook.

    Messaggi preoccupati?
    Preoccupatissimi. Qui il problema non è più la posizione della Cgil, della Camusso, della destra o della sinistra ...

    Cioè?
    Si sono tutti già scordati tutti degli schieramenti, di questo o di quello: c'è un pezzo di Paese in angoscia che si chiede: ‘ Ma con questa riforma da domani sono licenziabile o no?'

    E lei che cosa gli risponde?
    Che se non si cambia quella norma c'è il rischio che molti licenziamenti economici diventino la via con cui i datori di lavoro possono disfarsi dei dipendenti che non vogliono tenere. Per quel che mi riguarda non è una norma che il Pd possa accettare.

    E perché ci sono voluti tre giorni per dire questa cosa in modo chiaro?
    Io l'ho detto un minuto dopo aver letto il testo. Ma adesso lo dicono anche i vescovi, la Cisl e l'Ugl e non mi pare che si tratti di pericolosi sovversivi ...

    Che cosa teme?
    Che l'effetto di questa modifica sia far precipitare milioni di lavoratori in una situazione di angoscia.

    Monti però tira dritto. Lo fa per far esplodere il Pd, come sostiene qualcuno?
    Ma figuriamoci. Lo fa per un unico motivo: è convinto che sia la cosa più giusta da fare. Deluderò qualcuno: non ci sono retroscena o segrete strategie politiciste.

    C'è chi lo chiama "sacrificio umano" per lo spread.
    Non sono d'accordo. Davvero qualcuno crede che chi decide se investire in Italia vada a compulsare il codicillo della legge sul lavoro? Basta la garanzia di Monti, e la sua credibilità, per spiegare ai mercati la bontà della riforma!

    Però vi siete divisi.
    È un ragionamento singolare. Che il Pd sia un grande partito in cui esiste un dibattito vero è un fatto positivo.

    Dibattito è una cosa, divisione è un'altra.
    Se lo si rappresenta come spaccatura sì. Ma noi siamo uniti, e saremo tutti uniti, come le ho detto, nel voto.

    Potreste accettare un decreto?
    Mi pare una materia troppo complessa per un decreto.

    Ma se si arrivasse a un voto parlamentare, potreste essere anche battuti: lo ha messo in conto?
    So bene che la maggioranza in queste Aule è ancora in mano al centrodestra. Ma le pongo alcuni problemi.

    Tipo?
    Lei sa cosa farà la Lega? Io no, e sfido chiunque a immaginarlo.

    E poi?
    Questo provvedimento non si risolve con un voto Sì-No, ovvio. Ci deve essere, come in tutti gli altri casi, una gestione politica. Bisognerà trovare le condizioni condivise.

    Sembra un avvertimento.
    Io non minaccio nessuno. Si chiama sistema parlamentare.

    Molti elettori dicono: questo governo vara solo provvedimenti contro la sinistra.
    È una percezione alterata. Ognuno è sensibile a quello che lo riguarda. Basta pensare alle reazioni del centrodestra sulla lotta all'evasione!

    Altri sostengono: quello che succede sull'art. 18 può archiviare la foto di Vasto.
    Non ha senso. Io penso che il Pd debba essere il baricentro di un'alleanza in cui ci siano altre forze alla sua sinistra e al centro. Lei però non mi ha ancora fatto la domanda decisiva.

    Se l'articolo 18 resta senza reintegro il governo può cadere?
    La risposta è no. Se lei rivede il film sulle pensioni, scoprirà che è accaduta la stessa cosa. Tutti dicevano non cambierà nulla, poi il testo è stato migliorato. Accadrà di nuovo, senza rischiare nessuna crisi.

    Intervista di Luca Telese a Dario Franceschini per Il Fatto Quotidiano



    Fonte: Il Fatto Quotidiano - Luca Telese | vai alla pagina

    Argomenti: lavoro, sindacati, pd, lavoratori, licenziamenti, riforma, Cgil, articolo 18, governo Monti, fornero | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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