Ti trovi in Home  » Politici  » Maurizio SAIA  » Ripresa della discussione del disegno di legge n. 3194

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Maurizio SAIA

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN) 


 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 3194

  • (29 marzo 2012) - fonte: www.senato.it - inserita il 03 luglio 2012 da 18670

    Signor Presidente, il decreto che oggi ci accingiamo ad approvare è importante perché è uno di quei provvedimenti che prevedono una serie di norme che interessano direttamente e nel quotidiano tutti noi e i nostri concittadini e che risponde alle parole d'ordine che questo Governo si è posto come obiettivo principale nella sua azione: semplificazioni, liberalizzazioni e modernizzazione nella pubblica amministrazione.

    Se c'è una nota negativa su questo testo è, come al solito, il metodo con il quale è stato affrontato anche al Senato. Partendo dal presupposto che non si può fare tutto e subito, credo però che si sarebbe potuto fare di più, accogliendo qualche emendamento che poteva solo migliorare il testo. Come per tutti gli altri provvedimenti, si sono intrecciate e scontrate in alcune questioni la volontà politica con l'effettiva messa in pratica di quella volontà, come se aleggiasse anche nelle stanze delle Commissioni lo spirito conservativo, reazionario e lobbistico dei funzionari dei vari Ministeri interessati a riforme e semplificazioni, ma spesso anche la difesa dei loro poteri e prerogative.

    Anche questo è un nemico col quale una nuova politica, dei tecnici o meno che sia, deve comunque fare sempre i conti. Anche le lobby esterne, poi, entrano spesso a piedi uniti nel lavoro del Parlamento, questo da sempre. Ma - e la modifica all'articolo 47 di questo decreto ne è la prova - se trovano la compagine dei parlamentari pronta e unita a saper distinguere fra bene comune e interessi di parte, la qualità del lavoro si vede ed emerge. Forse proprio su questo argomento il Governo ha un po' tentennato, me lo permetta signor Ministro, anche se poi si è ravveduto.

    Tra il primo emendamento da lei presentato sull'accesso all'ingrosso alla rete fissa delle telecomunicazioni e il secondo, quasi antitetico, poi approvato, c'è tutta la storia che qui in poche righe ho sintetizzato.

    Il numero degli emendamenti su tutto il provvedimento non era poi così alto, e questo grazie non solo al senso di responsabilità dei Gruppi, compresi - va riconosciuto - quelli dell'attuale opposizione, ma anche per la rigorosa applicazione dei principi richiamati alcune settimane fa dal presidente Napolitano sulle ammissibilità per materia, applicazione voluta e fatta rispettare con forza dal presidente Vizzini, che di questo va ringraziato. Strano però che alla Camera dei deputati la stessa intransigenza non ci sia.

    Forse il presidente Schifani dovrebbe raccordarsi col Presidente della Camera e spiegargli che non è più possibile che emendamenti identici anche per questo provvedimento, con un po' di leggerezza, siano stati ammessi nell'altro ramo del Parlamento mentre da noi erano improponibili. Ma tant'è, le riforme costituzionali dovranno risolvere anche la dicotomia regolamentare del parlamentarismo perfetto. Dicevo prima che alcuni emendamenti di sostanza e di buonsenso potevano, dovevano trovare accoglimento sia dal Governo che, con un po' di più coraggio, anche dai relatori.

    Uno per tutti: l'emendamento Ignazio Marino sulla commissione speciale per l'assegnazione dei fondi ai ricercatori, poi sottoscritto e non approvato in Commissione per sette voti a nove a dimostrare la trasversalità del coraggio e della condivisione sul tema. Ma come! Il ministro Profumo ci dice che un sistema che vige dal 2007, non da due giorni, votato da noi tutti presenti in quella Legislatura durante il Governo Prodi vi è l'urgenza di abrogarlo perché poi, entro un mese, il Governo rimetterà mano su tutto il sistema del finanziamento ai ricercatori? Se fosse passato quell'emendamento, lo dico ai senatori che non se la sono sentita di sostenerlo, soprattutto nel Gruppo di cui il senatore Marino fa parte, avremmo avuto la garanzia che il Governo avrebbe fatto quella modifica entro un mese. Volete un esempio? Ricordate tre mesi fa quando il ministro Fornero si precipitò davanti alle Commissioni congiunte 1a e 5a per chiedere di ritirare i numerosi emendamenti al cosiddetto provvedimento salva Italia che da tutti i Gruppi erano stati presentati sulla questione delle pensioni per i cosiddetti esodati?

    Il ministro Fornero si era impegnata a preparare immediatamente un provvedimento su quello e su altri congiunti problemi relativi alla stessa materia pensionistica. Nessuno ha visto più niente, se ne riparlerà forse a giugno. Intanto, l'altro ieri sono stati approvati in 1a Commissione, con il voto contrario di pochi fra noi, i presupposti di urgenza per un'altra modifica alle liberalizzazioni decisamente meno attesa dagli italiani e relativa alle commissioni bancarie.

    Presidenza del vice presidente NANIA(ore 9,59)
    (Segue). Proprio un bel regalo nei giorni in cui a migliaia di aziende del Veneto, come ricordato prima dal senatore Pardi, arrivano lettere in cui unilateralmente si chiede che venga alzato di circa due punti, dall'8 all'11 per cento o dal 9 all'11,7 per cento, il tasso debitore sugli scoperti di banca! Eppure il Governo la settimana scorsa non aveva neppure letto le mozioni sulle banche che erano all'ordine del giorno in Aula, alcune delle quali presentate da tre mesi. In quel caso non vi era nessuna urgenza! C'è un po' da arrossire. O no? Sono certo che il Presidente del Consiglio questa serie di perle non le condivide certamente. Occorre una più attenta gestione di queste situazioni.

    Dunque, diciamo sì alla fiducia al Governo, fiducia che, rispettando i tempi, si poteva evitare, ma bocciatura netta sul metodo e, se mi permettete, in parte anche sul rispetto per questo Parlamento.

    E dopo le note negative un breve elenco comunque positivo delle caratteristiche di questo provvedimento. Giustamente il decreto ai primi articoli "guarda in casa", partendo dalle semplificazioni necessarie all'interno della pubblica amministrazione. Dopo che più volte si è affrontato il tema della digitalizzazione e della sburocratizzazione, si arriva adesso a trattare in maniera seria il delicato argomento delle tempistiche sugli adempimenti, stabilendo in maniera univoca le responsabilità del singolo dipendente pubblico, responsabile del procedimento in caso di ritardato assolvimento alle pratiche richieste da cittadini e imprese. In un mondo e in un mercato del lavoro dove sempre più è necessario avere predisposizione alla mobilità geografica era importante semplificare le procedure per il cambio di residenza. Vi era però un altro emendamento significativo e di buon senso che il Governo non ha voluto recepire, sia nella semplificazione alla partecipazione ai concorsi sia per il cambio di residenza (articoli 8 e 5), ove proponevamo che, a fianco del sistema telematico, fosse mantenuto, almeno per qualche anno, anche il vecchio mezzo della raccomandata postale.

    I funzionari del Ministero della funzione pubblica forse non sanno (e sono dati Eurostat) che a dicembre scorso le case italiane con accesso ad Internet erano appena il 62 per cento e che il 39 per cento della popolazione non si è mai collegata alla rete né fissa né mobile. D'altro canto, se è pur vero che la pubblica amministrazione italiana offre il 100 per cento dei servizi on line, in testa a tutti gli altri Paesi europei, è anche vero che negli ultimi tre mesi solo il 10,7 per cento dei cittadini italiani ne ha usufruito. Oggi potevamo e dovevamo dare pari opportunità, almeno per un periodo, a tutti gli italiani di dotarsi di Internet e di sistemi telecomunicativi e di raggiungerli con le connessioni su tutto il territorio nazionale.

    Altri articoli significativi riguardano assunzioni più facili per gli extracomunitari regolarmente presenti sul territorio nazionale, la procedura dell'autorizzazione unica in materia ambientale per le piccole e medie imprese e un breve quanto significativo articolo 27, che permetterà la vendita in maniera itinerante di prodotti agricoli. Semplificazione ma, va riconosciuto, anche sviluppo in questo decreto. Il vero sviluppo deve partire e non può prescindere dalla ricerca: mi limito ad evidenziare e a salutare con favore l'istituzione della scuola di dottorato internazionale «Gran Sasso Science Institute».

    Relativamente a scuola e istruzione vengono designati specifici organi all'interno di ogni istituzione scolastica, che ne devono sviluppare l'autonomia vista come elemento di caratterizzazione e di forza, con un poderoso intervento in favore dell'edilizia scolastica. Il CIPE è infatti autorizzato allo stanziamento, per l'anno corrente, di 100 milioni di euro in favore di interventi di nuova edilizia e ristrutturazione edilizia degli edifici scolastici.

    Altri articoli riguardano l'accesso alle risorse digitali. Bene hanno fatto i colleghi deputati a stabilire nell'articolo 37, ad esempio, che l'inadempimento all'obbligo di comunicazione del proprio indirizzo di posta elettronica certificata al registro delle imprese comporti, in luogo della sanzione pecuniaria, la sospensione per tre mesi dell'iscrizione in attesa di regolamentazione. Ottima l'introduzione della norma con cui si introduce una facoltà importante per il recupero e la destinazione a finalità diverse dei beni confiscati alla mafia: l'apposita Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, così egregiamente diretta dal prefetto Caruso, avrà il compito di identificare gli edifici che potranno essere facilmente destinati ad uso turistico e che potranno essere affidati a cooperative di giovani per questa finalità.

    Il decreto, inoltre, ripropone le agevolazioni fiscali di credito d'imposta per le nuove assunzioni, l'ampliamento dell'utilizzo della social card ed altri provvedimenti in questo senso.

    Il testo si chiude con 298 abrogazioni di leggi obsolete (e anche qui un doveroso riconoscimento va ai colleghi della Camera, che hanno vistosamente allungato l'elenco rispetto a quanto predisposto dal Governo): leggi che zavorravano la semplificazione normativa e i rapporti con la burocrazia di cittadini, imprese ed enti.

    In virtù, comunque, dell'importanza delle norme contenute - pur mantenendo forti le critiche che ho sottolineato prima sul metodo, signor Ministro - e del lavoro di conversione svolto dall'altra Camera, il Gruppo di Coesione Nazionale voterà a favore di questo provvedimento. (Applausi della senatrice Castiglione). Signor Presidente, chiedo di poter consegnare il testo integrale del mio intervento affinché rimanga agli atti.

    Fonte: www.senato.it | vai alla pagina

    Argomenti: disegno di legge, governo Monti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato