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Dichiarazione di Giorgio NAPOLITANO

Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica


 

Tagli indispensabili della spesa pubblica tra i ministeri e i vari programmi, valutando attentamente l'esigenza di salvaguardare livelli adeguati di spesa per la ricerca e la formazione

  • (22 ottobre 2008) - fonte: ASCA - inserita il 22 ottobre 2008 da 100
    'Cari studenti, dottorandi e ricercatori della Sapienza, ho ascoltato e letto con attenzione la lettera che mi avete consegnato e colgo l'occasione per indirizzarvi alcuni chiarimenti e spunti di riflessione. Innanzitutto : penso vi sia chiaro quale ordinamento la Costituzione abbia disegnato per la Repubblica. La nostra e' una democrazia parlamentare - simile a quella di quasi tutti gli altri Stati europei - in cui al Capo dello Stato non sono attribuiti poteri esecutivi. Io non debbo dunque ''decidere da che parte stare'' : non posso stare dalla parte del governo e delle sue scelte, ne' dalla parte opposta. Le politiche relative a qualsiasi campo dell'azione dello Stato vengono definite dal Parlamento, in seno al quale la maggioranza e l'opposizione sono chiamate al confronto tra le rispettive proposte, che possono configurare soluzioni alternative ai problemi da affrontare. Al Presidente della Repubblica non spetta pronunciarsi nel merito dell'una o dell'altra soluzione in discussione, ne' suggerirne una propria, ma spetta solo richiamarsi ai principi e alle regole della Costituzione.

    Cio' non significa - sia chiaro - che io mi senta estraneo (''abbandonandole a se stesse'', per usare la vostra espressione) alle esigenze della scuola, della ricerca, dell'Universita'. Al contrario : a queste esigenze, e alle problematiche connesse, ho dedicato, nello svolgimento delle mie attuali funzioni, da piu' di due anni, la piu' convinta e appassionata attenzione e iniziativa. E' davvero in giuoco il futuro del paese : se l'Italia vuole evitare un'emorragia di preziosi giovani talenti, che trovano riconoscimento all'estero, gli investimenti nella ricerca - soprattutto - dovrebbero costituire una priorita', anche nella allocazione delle risorse, pubbliche e private.

    Dico ''dovrebbero'' perche' in realta' le scelte pubbliche (e anche quelle del sistema delle imprese) non sembrano riconoscere tale ''priorita''', a cui troppe altre ne vengono affiancate - in particolare quando si discute di legge finanziaria e di bilancio - col risultato che gia' da anni non ci si attiene ad alcun criterio di priorita' e non si persegue un nuovo equilibrio nella distribuzione delle risorse tra i diversi settori di spesa.

    Di qui le preoccupazioni di fondo che spiegano la vostra ansieta', fatta di gravi incertezze per l'avvenire vostro e della nazione. E' indispensabile che su questi temi non si cristallizzi un clima di pura contrapposizione, ma ci si apra all'ascolto reciproco, a una seria considerazione delle rispettive ragioni. Il governo ha ritenuto necessario e urgente definire, fin dal giugno scorso, sia pure per grandi aggregati, le previsioni di spesa per i prossimi tre anni, al fine di rispettare l'impegno da tempo sottoscritto dall'Italia in sede europea per l'azzeramento del deficit di bilancio e per la graduale, ma netta e costante, riduzione del debito pubblico. Sono certo che anche a voi non sfugge l'importanza strategica di questo obbiettivo, il cui raggiungimento e' condizione per uno sviluppo di politiche pubbliche meno pesantemente condizionato dall'onere del debito via via accumulatosi.

    Tuttavia io auspico: 1) che si creino spazi per un confronto - in sede parlamentare - su come meglio definire e distribuire nel tempo i tagli ritenuti complessivamente indispensabili della spesa pubblica tra i ministeri e i varii programmi, valutando attentamente l'esigenza di salvaguardare livelli adeguati di spesa per la ricerca e la formazione; 2) che a sostegno di questo sforzo, si formulino proposte anche da parte di studenti e docenti, per razionalizzare la spesa ed elevarne la qualita', con particolare riferimento all'Universita', dovendosi rimuovere distorsioni, insufficienze e sprechi che nessuno puo' negare. E cio' sposta il discorso sulla tematica degli ordinamenti e della gestione del sistema universitario: tematica sulla quale e' atteso un confronto tra il governo e gli organismi rappresentativi delle Universita'''.

    ''Occorre che tutte le istituzioni e le forze sociali e culturali si predispongano senza indugio a tale confronto, in termini riflessivi e costruttivi: dando prova, anche voi, responsabilmente, di 'determinazione e intelligenza', come avete scritto a conclusione della vostra lettera''.
    Fonte: ASCA | vai alla pagina

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