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Dichiarazione di Pina PICIERNO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Abbattere la scuola per decreto

  • (08 ottobre 2008) - fonte: pinapicierno.it - inserita il 09 ottobre 2008 da 3376
    La qualità di un Paese si misura dalla qualità del suo sistema formativo ed è per questo che il PD ha voluto stigmatizzare, sin dalla discussione in commissione e con forza, la scelta del Governo di procedere in assoluta solitudine, attraverso un vettore normativo d’urgenza che non ha consentito un confronto autentico con i docenti, con gli studenti e con le famiglie. Di più: non ha consentito un confronto autentico nemmeno in Parlamento, che non è stato utilizzato come luogo di discussione, di proposta e di condivisione. Tutt’altro. Si è voluto evitare un confronto di merito, scegliendo di metterci di fronte ad un’unica scelta: fidarci di questa presunta riforma e basta. Senza possibilità di partecipare nelle scelte e indicare insieme soluzioni. Dovevamo ubbidire insomma, possibilmente in silenzio. Perché un’opposizione che discute, che propone, che s’interroga e s’indigna è un’opposizione fastidiosa. Ci hanno chiesto di non fare rumore, e insieme a noi l’hanno chiesto agli studenti, ai genitori, ai docenti preoccupati degli effetti che questo decreto avrà sulle loro vite. Hanno chiesto a tutti di rinunciare alla preoccupazione per il futuro del paese. Siamo spiacenti, non possiamo e non vogliamo farlo. Questo decreto metterà in ginocchio il nostro sistema formativo, già duramente provato da troppi anni di disinvestimento, e noi rifiutiamo l’idea di una scuola impoverita, marginale, nella quale trascorrere poche ore al giorno e pochi anni, per poi trovare velocemente un lavoro. Non vogliamo una scuola che discrimina socialmente, dove i bimbi ricchi hanno scuola, doposcuola, sport e momenti di socialità, possono scegliere, e tutti gli altri invece devono accontentarsi di prendere un pullman al mattino presto per andare nel paese vicino perché le scuole dei piccoli comuni chiuderanno (sono a rischio chiusura 4 mila scuole) e di uscire alle 12,30, perché con un orario di 24 ore settimanali il tempo pieno non ci sarà più. Quanti saranno i bambini che prenderanno quel pullman? Quanti rimarranno a casa? Di quanto aumenterà la dispersione? Come faranno le mamme a conciliare il lavoro con la cura per i bambini? Per non parlare di quell’assurdità che è la bocciatura per insufficienza in una sola materia, come si può ricordare, citare Don Milani e poi pensare ad una misura così? Ma a queste domande il Governo non è interessato, queste preoccupazioni li lasciano insensibili. La verità è che si intende fare cassa sulle spalle delle giovani generazioni, questa è la ragione di fondo del provvedimento, e questa è anche la ragione della nostra opposizione netta. Non ce ne staremo ben ordinati e silenziosi a guardare lo smantellamento della scuola pubblica del nostro Paese. Non possiamo farlo.
    Fonte: pinapicierno.it | vai alla pagina
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