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Dichiarazione di Renato BRUNETTA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  PA e innovazione (Partito: PdL) 


 

Col federalismo meno tasse. Per legge. - INTERVISTA

  • (06 settembre 2008) - fonte: Il Gazzettino - Ario Gervasutti - inserita il 19 settembre 2008 da 31

    «La riduzione del peso fiscale sarà un vincolo per il governo nazionale, per le Regioni e per gli enti locali»

    Renato Brunetta ha alzato un muro. Anzi, tre. Il primo in difesa di Venezia, quando ieri mattina ha chiesto e ottenuto un incontro urgente con il suo collega ministro Calderoli dopo che dalla bozza di riforma federale la città lagunare era stata esclusa dall'elenco di quelle metropolitane che avranno potestà impositiva. Il secondo in difesa degli effetti positivi del federalismo fiscale, con tre nuovi punti che entreranno a far parte della riforma. Il terzo in difesa dei dipendenti pubblici virtuosi, quelli che gli fanno dire che «non ci sono solo fannulloni».
    Cominciamo dal primo muro: Venezia rientrerà nel gruppo?
    «È già rientrata - annuncia il ministro della Funzione Pubblica -. Ho contattato Calderoli e il testo è già stato corretto questa mattina perché anche lui si è subito reso conto che non aveva alcun senso l'esclusione di Venezia e Bari».
    E allora perché nella prima versione erano state depennate?
    «È stato un errore indotto da una richiesta avanzata dal presidente dell'Anci, il sindaco di Firenze Dominici; in origine si era pensato di iniziare con le città con più di 1 milione di abitanti, poi si è allargato a quelle in predicato di diventare "metropolitane". Per fissare un tetto, Dominici aveva proposto i 350mila abitanti ma ci siamo accorti che questo avrebbe comportato appunto solo l'esclusione di due. Così stamattina si è ritornati a dodici città metropolitane».
    Un semplice errore o c'è stata una malizia politica?
    «Un disguido in buona fede, anche da parte dell'Anci. Ripeto, era stato fissato un tetto basato sul numero di abitanti, ma nel testo su cui si lavora già da oggi Venezia è compresa proprio perché è al centro di un'area decisamente "metropolitana"».
    In effetti sarebbe stato paradossale che il federalismo fiscale non riguardasse il Nordest.
    «Riguarderà tutta l'Italia, e oggi posso annunciare altri tre provvedimenti che renderanno la riforma decisamente rivoluzionaria».
    Di cosa si tratta?
    «Punto primo: tanto nella fase di transizione quanto a regime, la pressione fiscale a livello nazionale deve diminuire. Insomma, il federalismo deve essere introdotto in un processo di riduzione della peso fiscale. E questo sarà un vincolo sia per il governo nazionale che per gli enti locali a tutti i livelli. Se non fosse così, la gente ci rincorrerebbe con il forcone: il federalismo deve essere virtuoso, non deve in alcuna maniera comportare costi aggiuntivi per i cittadini altrimenti sarebbe un controsenso. E questo sarà stabilito per legge, in conformità con il programma di governo che ci vede impegnati a portare la pressione fiscale dall'attuale 43,3\% al di sotto del 40\%».
    E le regioni meridionali accetteranno il principio?
    «In tutti i colloqui si sono dette d'accordo, perché finalmente tutti stanno comprendendo che il federalismo è anche solidarietà, perequazione, ma con precisi vincoli di responsabilità. Non possiamo fare il federalismo e poi chiedere un mutuo alla Germania, o aumentare la pressione fiscale. Si fa solo razionalizzando e responsabilizzando; e cancellando opportunismi, sprechi, ingiuste prebende, ingiusti trasferimenti, privilegi».
    Secondo punto?
    «È un altro vincolo che sarà inserito nella riforma. E prevede che non ci potrà essere un trasferimento di funzioni da un ente centrale a un ente locale se non c'è un parallelo ed equivalente trasferimento di personale. Insomma, non si potrà spostare funzioni e competenze lasciando il personale vecchio dov'era e assumendone di nuovo. Se si spostano competenze alle regioni, si deve svuotare il serbatoio originario e trasferirlo a loro».
    Cioè molti dipendenti che oggi stanno a Roma dovranno trasferirsi in giro per l'Italia?
    «È possibile. Se il loro lavoro non è più a Roma, che ci stanno a fare?».
    Ma resteranno sempre dipendenti ministeriali?
    «Questo riguarda il terzo punto che è stato inserito nella riforma: il federalismo contrattuale. I dipendenti resteranno sempre pubblici, ma gli enti locali avranno la possibilità di uscire dal sistema di contrattazione centralizzato e farsi i loro contratti in base alle esigenze locali. La Funzione Pubblica farà solo i contratti per l'amministrazione centrale».
    E la riforma federale con questi paletti manterrà la sua velocità di crociera?
    «Sì, Calderoli sta facendo un lavoro eccellente e la delega sarà approvata entro l'anno, mentre per i decreti attuativi si dovranno attendere i primi mesi dell'anno prossimo. Da quel momento comincerà il processo di applicazione, che comunque sarà lungo almeno quanto la legislatura. Ma con questi paletti il federalismo diventa automaticamente uno strumento per ridurre le tasse».
    A proposito di contratti del pubblico impiego, il rinnovo sembra lontano.
    «Non direi. Io il 1 gennaio pagherò ai dipendenti pubblici i soldi stanziati dalla Finanziaria. A disposizione c'è quella cifra, anche i sindacati se ne rendono conto».
    Dopo l'incontro di giovedì non hanno dato questa impressione...
    «Abbiamo stabilito un percorso di valutazione e abbiamo fissato gli obbiettivi temporali: dopo il varo della Finanziaria, a fine settembre o al massimo ai primi di ottobre darò all'Aran istruzioni per avviare la trattativa. Nel 2008 gli incrementi salariali del pubblico impiego sono stati di circa il 6\%, e da otto anni sono stati pari al doppio dell'inflazione reale. Con le risorse a disposizione riusciremo a mantenere questa media, direi che non ci si può lamentare».
    Saranno aumenti uguali per tutti?
    «Il criterio per distribuire le risorse della contrattazione di secondo livello per le amministrazioni centrali e periferiche sarà quello del premio selettivo. Tutta la contrattazione di secondo livello sarà destinata a chi avrà mostrato miglioramenti sui costi, sulla qualità e sulla produttività. Non più premi a pioggia o basati sulle presenze, ma premi sui risultati».
    Come quelli raggiunti dai 100 esempi virtuosi riportati dal sito del ministero?
    «Quelli sono solo i primi 100 esempi, quelli che avevamo in archivio, non è una vera e propria classifica. Entro la fine dell'anno saranno mille e ogni settimana nel inseriremo 100 sul sito del ministero. Spero che tutti gli uffici pubblici che hanno un progetto per migliorare l'efficienza, aumentare la produttività e la soddisfazione dei cittadini, lo comunichino al Ministero perché i più meritevoli saranno valutati ed eventualmente finanziati dopo verifiche trasparenti; la prossima settimana presenterò il regolamento per partecipare a questo "concorso". Ed entro poche settimane darò conto ad esempio di un'indagine sulla soddisfazione dei cittadini-clienti riguardo la Pubblica amministrazione».
    E quali risposte ha avuto, finora?
    «Da chi ha voglia di lavorare e senso di responsabilità, ovvero dalla grande maggioranza dei dipendenti pubblici, tutte positive. Ma il Forum della Pubblica amministrazione sarà itinerante e nelle regioni perché intendo premiare le amministrazioni meritevoli e incontrare i dipendenti».

    Fonte: Il Gazzettino - Ario Gervasutti | vai alla pagina
    Argomenti: nord est, pubblica amministrazione, tasse, sindacati, federalismo fiscale, venezia, città metropolitana, federalismo, ministro P.A., ministro Semplificazione, pubblico impiego, Brunetta Renato | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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