Tra pandemia e crisi alimentari calano i fondi italiani per la cooperazione Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi tutti i contenuti di “Cooperazione“.

0,22%

è la quota di reddito nazionale lordo (Rnl) destinata dall’Italia all’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) nel 2020, stando ai dati provvisori Ocse. Il dato è lo stesso del 2019, ma se invece che il rapporto Aps/Rnl si guardano i numeri assoluti si assiste a una diminuzione di circa 270 milioni di euro rispetto all’anno precedente. In effetti se non fosse stato per il calo del reddito nazionale lordo, causato dal lockdown dovuto alla pandemia, il rapporto Aps/Rnl sarebbe ulteriormente calato invece che rimanere stabile. Vai all’articolo.

0,30%

il rapporto Aps/Rnl che l’Italia si era proposta di raggiungere entro il 2020. Un traguardo ampiamente mancato e che difficilmente potrà essere raggiunto nel prossimo futuro. Eppure nel 2017 l’Italia aveva raggiunto questo obiettivo, seppur con diverse criticità. Ma lo 0,30% Aps/Rnl era solo un traguardo intermedio. Il vero obiettivo previsto dall’Agenda per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni unite è quello di destinare lo 0,7% Aps/Rnl entro il 2030.  Vai all’articolo.

20°

il posto in classifica occupato dall’Italia tra i 29 paesi donatori Ocse in quanto a rapporto Aps/Rnl. Peggio di noi hanno fatto paesi importanti, come gli Stati uniti, che tuttavia in termini assoluti rappresentano il primo donatore con 35,5 miliardi di dollari. La maggior parte dei paesi membri tuttavia hanno fatto meglio anche se solo 6 hanno già raggiunto la soglia dello 0,7% Aps/Rnl: Svezia, Norvegia, Lussemburgo (che superano l’1%), Danimarca, Germania e Regno Unito.  Vai all’articolo.

$ 38,1 mld

i finanziamenti che si è proposto di raggiungere l’acceleratore Act-A. Si tratta di uno strumento sviluppato sotto l’egida dell’Organizzazione mondiale della sanità con l’obiettivo di sviluppare, produrre e distribuire in modo equo i test, i trattamenti e i vaccini per il Covid-19. Per raggiungere l’obiettivo ad oggi mancano ancora 16,6 miliardi di dollari. Il programma Act-A tuttavia non rappresenta la risposta a tutti i problemi. Per quanto riguarda i vaccini ad esempio il Covax si propone di distribuire dosi in modo da garantire una copertura vaccinale appena al 20% delle popolazioni dei paesi destinatari del programma. Per questo in molti sono rimasti delusi dall’esito del Global Health Summit che si è tenuto a maggio a Roma sotto la presidenza Italiana del G20. Da questo incontro infatti ci si aspettavano decisioni più incisive per affrontare un tema drammatico come quello della pandemia da Covid-19. Vai all’articolo.

690 mln

il numero di persone che nel mondo soffrivano la fame nel 2019. Un dato che è destinato a crescere in maniera drammatica anche a causa degli effetti della pandemia. Quello della sicurezza alimentare è un tema da sempre considerato prioritario dalla cooperazione italiana, che tuttavia ha mostrato negli ultimi anni un impegno insufficiente, in particolare sul piano bilaterale. Anche per questo storico impegno e visto il ruolo di presidenza del G20 ricoperto dall’Italia, c’era una certa attesa nei confronti del meeting ministeriale ospitato a Matera lo scorso 29 giugno. Dalla dichiarazione di Matera invece sono arrivate solo dichiarazioni di principio. Vai all’articolo.

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