Quanto sono estesi i servizi nelle zone con più minori #conibambini

In Italia ci sono pochi bambini e la quota di minori sotto i 3 anni è in calo da anni. Ma, nei territori dove vivono più minori, quanto sono diffusi asili nido e servizi per l’infanzia?

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L’Italia è il secondo paese Ue per calo delle nascite e l’ultimo per tasso di natalità. Perciò è anche uno dei paesi con meno bambini. A fronte di una media che nel continente sfiora i 2 minori ogni 10 residenti, con picchi superiori al 22% in Irlanda e Francia, in Italia sono circa il 16%.

Il basso numero di minori è un problema per il nostro paese, strettamente collegato con il calo demografico. Un problema che parte dalle fasce più giovani della popolazione minorile. La quota di bambini con meno di 3 anni infatti è in costante calo. Erano 1,7 milioni nel 2011, anno del censimento, ovvero quasi il 3% dei residenti. Sette anni dopo, nel 2018, sono 300mila in meno: 1,4 milioni, il 2,3% della popolazione italiana.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 1 Gennaio 2018)

-16,70% di bambini con meno di tre anni tra 2011 al 2018. Nello stesso periodo la popolazione complessiva è rimasta stabile sui 60 milioni di abitanti.

Di fronte a un calo così vistoso, un tema cruciale è la presenza di servizi rivolti ai minori, a partire dalla prima infanzia. Primo, perché anche se le proiezioni demografiche indicano che la domanda di servizi diminuirà, in molte aree del paese i servizi educativi sono così carenti che è previsto continueranno a mancare. Secondo, per il ruolo che un'offerta di servizi accessibili può avere nel contenere un trend demografico negativo.

Quanti sono i bimbi sotto i 3 anni in Italia?

Nel 2016, l'anno più recente per cui sono disponibili i dati sui servizi per la prima infanzia, i minori tra 0 e 2 anni erano poco meno di 1,5 milioni, cioè il 2,46% dei residenti nella penisola.

Una quota molto variabile nel paese: si va dal 3,1% della provincia autonoma di Bolzano all'1,81% di quella di Oristano. Un dato, quest'ultimo, che non è così dissimile da quello delle altre province sarde. Solo Sassari (2,14%), Cagliari (2,12%) e Nuoro (2,09%) superano quota 2% ma sono lontane dalla media nazionale. Insieme alla Liguria, la Sardegna è la regione dove ci sono meno bimbi rispetto alla popolazione.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2016)

È interessante osservare come i territori con più minori siano localizzati in aree molto diverse del paese. Dopo Bolzano, prima in classifica, spiccano 3 grandi città metropolitane del mezzogiorno: Catania (2,81%), Napoli (2,79%) e Palermo (2,77%).

39 su 107 le province dove la quota di minori 0-2 anni supera la media nazionale (2,46%).

Ma tra le prime 10 con più bambini compaiono anche altre province del nord, come Reggio Emilia (2,75%), Trento (2,73%) e Bergamo (2,68%). E province del mezzogiorno che non sono città metropolitane, come Caserta (2,74%), Crotone e Ragusa (2,67%). Realtà accomunate da una forte incidenza di bambini sulla popolazione, ma differenti sotto tanti punti di vista. Per caratteristiche demografiche, condizione socio-economica, conformazione del territorio. E anche in termini di offerta di servizi in questi territori, in particolare quelli dedicati alla prima infanzia.

L'offerta di servizi per l'infanzia nei 10 territori con più minori

Se si osserva l'offerta di asili nido e di servizi per la prima infanzia in queste 10 province, emerge subito una profonda spaccatura tra nord e sud, coerente con le tendenze a livello nazionale. Tutte le realtà settentrionali si trovano al di sopra della media nazionale (24%). Al contrario, quelle meridionali considerate non arrivano nemmeno alla metà di quella soglia.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2016)

In 5 casi su 6 non arrivano alla doppia cifra, l'unico che la raggiunge (Crotone) supera di poco quota 11%. Appena un terzo della soglia dei 33 posti ogni 100 bimbi, stabilita in sede europea.

Gli obiettivi Ue di Barcellona riguardano la diffusione di nidi, servizi e scuole per l'infanzia, da offrire ad almeno il 33% dei bimbi sotto i 3 anni e al 90% di quelli tra 3 e 5 anni. Dopo il Covid sono stati innalzati al 45% e al 96%. Vai a "Che cosa prevedono gli obiettivi di Barcellona sugli asili nido"

Sotto questo punto di vista, va sottolineato come solo 2 delle 10 province a maggiore presenza di minori superino la soglia europea. Si tratta di Trento e Reggio Emilia, entrambe al di sopra del 36%.

Altro aspetto fondamentale è come si articola questa offerta, se con posti in asili pubblici oppure privati. A livello nazionale è piuttosto paritaria, con una leggera prevalenza (51,3%) di posti pubblici. Il restante 49,7% è offerto in strutture private, sia con i posti in convenzione sia con quelli a mercato libero.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2012)

A differenza della classifica precedente, non c'è una spaccatura netta tra nord e sud nelle modalità di gestione dell'offerta. Tra le aree con servizio prevalentemente privato si trovano 3 comuni del sud e 2 del nord, così come tra quelle dove prevale il servizio pubblico. Due capoluoghi siciliani si caratterizzano per un dato in linea con la media nazionale: Catania (51,57%) e Ragusa (53,22%).

Allo stesso tempo però va rilevato come l'offerta sia quasi esclusivamente privata in due province del mezzogiorno, Crotone e Caserta, che sono anche agli ultimi posti per diffusione del servizio. In queste due realtà quasi il 90% dei posti è offerto in strutture private.

Un focus su Crotone e Caserta

Nel 2016 nella provincia di Crotone abitavano 4.665 bambini con meno di 3 anni, cioè il 2,67% dei quasi 175mila residenti. Questi avevano a disposizione circa 500 posti in asili nido o altri servizi per la prima infanzia, con una copertura potenziale dell'11,1%.

Ma come si distribuiscono questi posti sul territorio provinciale? Osservando la mappa si nota una forte concentrazione del servizio.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2016)

64% dei posti disponibili in provincia di Crotone si trovano a Cirò Marina.

Nel 2016 il comune della costa ionica offriva 330 posti a fronte di 400 bimbi residenti, una copertura potenziale superiore all'82%. Dal momento che nei comuni limitrofi dell'alto crotonese non risultava presenza di asili nido, è possibile che l'offerta di Cirò Marina sopperisse anche alla domanda dell'area circostante.

Nella parte meridionale della provincia l'offerta è più diffusa tra i comuni, ma comunque non estesa. È presente a Mesoraca (25 posti ogni 100 bimbi), Roccabernarda (13,3%), Cutro (11,4%), Isola di Capo Rizzuto (2,5%) e il capoluogo, Crotone (4,7%). Mentre non risultavano strutture, almeno alla data presa in considerazione, a Petilia Policastro (262 bimbi 0-2 anni), Cotronei (150 bambini), Rocca di Neto (154) e Strongoli (174).

Molto più bassa la copertura nella provincia di Caserta. Se a Crotone erano circa 11 i posti ogni 100 bimbi, nel casertano il dato è al 5,7%. Ovvero circa 1.400 posti per 25mila bambini residenti sotto i 3 anni.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2016)

Nel capoluogo risultavano nel 2016 172 posti per poco meno di 1.700 bambini (10,5% di copertura potenziale). Attorno al principale centro della provincia, si segnalano anche altri comuni con strutture presenti sul proprio territorio. Tra questi i livelli più alti si raggiungono a Capua (20,6%), Castel Morrone (24,3%), Curti (22,7%).

In modo per certi versi simile al crotonese, emerge una spaccatura tra la parte meridionale della provincia, dove le strutture sono più diffuse tra i comuni, e quella settentrionale, dove risultano concentrate in pochi centri. Ma il dato di fondo, tanto per Crotone che per Caserta, è l'offerta limitata rispetto alla forte presenza di minori in queste aree.

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I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. La fonte dei dati sugli asili nido e servizi prima infanzia è Istat.

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