Pnrr e sanità, pochi i fondi per la formazione dei medici di base #OpenPNRR

Un recente decreto del ministero della salute ha ripartito tra le regioni i fondi per borse di studio per la formazione di medici generici. Risorse che però da sole non sono sufficienti a risolvere le lacune del sistema sanitario nazionale.

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Nelle ultime settimane si sta parlando molto degli interventi legati alla legge di bilancio con particolare riferimento alle risorse riservate alla sanità. Risorse che, secondo le opposizioni e autorevoli realtà del settore, non sarebbero sufficienti.

Dal punto di vista previsionale, nella Nota di Aggiornamento del DEF 2023, approvata lo scorso 27 settembre, il rapporto spesa sanitaria/PIL precipita dal 6,6% del 2023 al 6,2% nel 2024 e nel 2025, e poi ancora al 6,1% nel 2026.

Come noto, anche una quota consistente dei fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono dedicati al comparto della salute. Tuttavia, investimenti in macchinari e strutture rischiano di rivelarsi inutili se non si forma il personale. A maggior ragione in un orizzonte che prevede, in teoria, una maggiore presenza di servizi sul territorio riducendo al minimo la necessità di recarsi in ospedale.

In questo contesto la figura del medico di medicina generale – anche noto come medico di base o di famiglia – riveste un ruolo fondamentale. Si tratta infatti della principale figura di raccordo tra i cittadini e il sistema sanitario. Negli ultimi anni però il numero di questi professionisti si è andato via via riducendo. Anche per questo motivo nel Pnrr sono previsti investimenti specifici per la formazione di nuovi medici generici.

102 milioni € le risorse del Pnrr stanziate per la formazione di medici di medicina generale. 

Si tratta di risorse non particolarmente consistenti (lo 0,7% di tutti i fondi Pnrr dedicati alla sanità). Per questo è necessaria una chiara volontà politica di investire nel settore, dato che questi fondi da soli non possono bastare a colmare tutte le lacune esistenti.

Gli investimenti del Pnrr per la formazione dei medici

Ci siamo già occupati in diverse occasioni degli investimenti del Pnrr per la sanità. In questo articolo ci focalizzeremo su un intervento molto specifico. Cioè quello riguardante gli investimenti volti a incrementare le borse di studio per la formazione di medici di medicina generale. Si tratta di una sottomisura rientrante nel più ampio investimento denominato Sviluppo delle competenze tecniche-professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario. L’unica misura del Pnrr che prevede appunto un investimento in formazione.

La misura in generale mira a rafforzare la formazione in medicina di base, introdurre un piano straordinario di formazione sulle infezioni ospedaliere e garantire un rafforzamento delle competenze manageriali e digitali del personale sanitario.

Il Pnrr dedica poche risorse alla formazione del personale sanitario.

Per quanto riguarda invece la sottomisura di nostro interesse, l’obiettivo specifico è quello di assegnare risorse alle regioni per finanziare in totale 2.700 borse di studio di durata triennale. Per ogni anno, dal 2021 al 2023, il ministero della salute era tenuto a pubblicare un decreto per l’assegnazione dei fondi alle regioni. Queste a loro volta avrebbero dovuto bandire 900 borse di studio aggiuntive all’anno. Una distribuzione temporale mirata ad assicurare il completamento degli ultimi corsi entro metà 2026.

Il primo di questi decreti è stato pubblicato nel maggio del 2022 . E prevedeva l’assegnazione di circa 34 milioni dei fondi Pnrr. La stessa cifra è stata poi assegnata con il secondo decreto ministeriale pubblicato in gazzetta ufficiale nel dicembre dello stesso anno. Infine il terzo e ultimo decreto è stato pubblicato lo scorso 7 settembre. In questo caso le borse di studio non sono ancora state assegnate. Tale scadenza dovrà essere completata entro la fine del primo semestre del 2024.

La situazione attuale

Come già detto, il medico generico rappresenta un fondamentale anello di congiunzione tra il sistema sanitario e i cittadini. Per questo la sua presenza sul territorio è molto importante. Tuttavia, grazie ai dati messi a disposizione dall’annuario statistico del servizio sanitario nazionale relativo al 2021, possiamo osservare che il carico di pazienti per ogni medico di famiglia è lentamente ma costantemente aumentato negli ultimi anni. Si è passati infatti da 1.129 potenziali pazienti per ogni medico nel 2009 ai 1.295 del 2021.

Un eccessivo carico per i medici di base peggiora la qualità del servizio offerto.

L’annuario statistico non fornisce il numero preciso di medici generici operanti negli anni precedenti al 2021. Tuttavia, dato che la popolazione italiana è rimasta sostanzialmente stabile, è verosimile che l’aumento del carico di pazienti sia dovuto in buona misura a una riduzione dei professionisti operanti. Questo significa che, rispetto al 2009, ogni medico generico ha un carico di lavoro maggiore e di conseguenza meno tempo da dedicare a ogni singolo paziente. Con un rischio di peggioramento delle prestazioni offerte.

L’annuario fornisce dati più dettagliati per quanto riguarda l’ultimo anno di rilevazione: il 2021. In quest’anno i medici generici in Italia erano in totale 40.250. La regione in cui ce n’erano di più era la Lombardia (5.774) seguita da Lazio (4.244), Sicilia (3.871) e Campania (3.631). Nonostante il primato, la Lombardia risultava anche essere uno dei territori in cui il numero di residenti per ogni medico di base era più critico. In questa regione infatti ogni professionista si trovava in media con un carico di 1.513,78 potenziali pazienti. Solo la provincia autonoma di Bolzano registrava un valore più alto (1.560,46 residenti per ogni medico generico). Mentre al terzo posto c’era la Calabria (1.498,98). I rapporti più favorevoli erano quelli di Umbria (1.063,39), Molise (1.076,45) e Sicilia (1.093,12).

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero della salute.
(ultimo aggiornamento: giovedì 23 Marzo 2023)

Un altro elemento che emerge dal rapporto riguarda il fatto che in tutte le regioni italiane nel 2021 si registrava una significativa maggioranza di medici uomini rispetto alle donne. Con ben 7 regioni (Campania, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia, Basilicata e Marche) al di sopra della media nazionale.

62,4% i medici generici uomini nel 2021 in Italia.

Anche nelle regioni dove il rapporto tra uomini e donne è più equilibrato (Piemonte, Sardegna e Valle d’Aosta) si registrava comunque una leggera predominanza maschile.

Come si distribuiscono i fondi Pnrr tra le regioni

Delineato questo quadro, vediamo adesso come si distribuiscono i fondi per le borse di studio nei diversi territori. Prima però è importante una premessa. Le borse finanziate con le risorse messe a disposizione nel 2021 e 2022 sono già state assegnate e sono disponibili maggiori dettagli sui singoli progetti, consultabili sulla pagina dedicata di OpenPNRR. Per quanto riguarda invece le risorse assegnate con l’ultimo decreto ministeriale, attualmente siamo in grado di conoscere solamente il riparto regionale dei fondi.

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Alla luce di ciò, possiamo osservare che la regione a cui vanno più risorse è la Lombardia (15,4 milioni). Seguono la Campania (11,4), la Sicilia (9,9) e il Lazio (8,8). In questo caso la clausola che prevede che almeno il 40% delle risorse sia destinato al mezzogiorno è stata rispettata. Al sud infatti va il 40,2% dei fondi.

Il grafico mostra come si distribuiscono a livello regionale le risorse del Pnrr dedicate alla formazione dei medici di medicina generale. I fondi relativi alle annualità 2021, 2022 e 2023 sono già stati assegnati e i progetti sono già partiti. In questo caso gli investimenti in formazione sono integrati da altre fonti di finanziamento per un importo complessivo di circa 238 milioni di euro. È possibile visionare i progetti nel dettaglio su questa pagina.

FONTE: elaborazione openpolis su dati OpenPNRR e ministero della salute
(ultimo aggiornamento: venerdì 8 Settembre 2023)

Alla luce di questi dati, sono 2 gli elementi che è importante sottolineare. In primo luogo, emerge ancora una volta la cronica scarsa trasparenza per quanto riguarda i criteri utilizzati per l’assegnazione delle risorse. Appare logico infatti che sia la Lombardia a ricevere più fondi dato che è la regione più popolosa e anche quella con il rapporto medico/residenti più elevato. Tuttavia non vi è nessuna indicazione nei decreti ministeriali che sia questa la logica che ha guidato le scelte. Negli atti del ministero si rinvia ai contratti istituzionali di sviluppo e ad alcune note condivise in sede di conferenza stato-regioni (0921022.U, 0520264.U e 692360.U) che però non sembrano essere reperibili.

Un secondo elemento da sottolineare riguarda il fatto che, analizzando i progetti già selezionati per le borse di studio, si nota come in molti casi le regioni abbiano attinto anche ad altri fondi oltre a quelli messi a disposizione dal Pnrr.

238,3 milioni € le risorse per borse di studio dedicate alla formazione di medici di base che integrano quelle del Pnrr.

Purtroppo non sono disponibili informazioni più dettagliate sulla provenienza di queste ulteriori risorse. Ma è evidente che quanto messo a disposizione dal solo Pnrr non sia sufficiente per risolvere la carenza di medici generici.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Unslpash AccurayLicenza

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