Un elemento di criticità riguarda la povertà educativa riguarda la cosiddetta dispersione implicita, ovvero la quota di studenti che, pur completando il ciclo di studi, non raggiungono le competenze attese. I dati Invalsi del 2022 mostrano come, già al termine della scuola media, in molte città un numero consistente di alunni evidenzi gravi carenze di base. A Palermo, quasi un quarto degli studenti (24,7%) si colloca al livello minimo di competenze in italiano, corrispondente a quello previsto in uscita dalla scuola primaria. Percentuali simili si registrano a Napoli (22,9%) e Catania (22,1%). In città come Bologna (12,8%), Roma (11%) e Cagliari (10,1%) la quota è invece nettamente inferiore. Se si considerano anche gli studenti con risultati deboli (livello 2), le criticità si accentuano ulteriormente: a Catania, Napoli e Palermo oltre la metà dei ragazzi conclude il primo ciclo di istruzione con competenze linguistiche insufficienti.
Per quanto riguarda le competenze in italiano, i test Invalsi valutano la capacità degli studenti di leggere e interpretare un testo scritto, comprendendone il significato e alcuni aspetti fondamentali di funzionamento della lingua italiana. I livelli 1 e 2 sono considerati non sufficienti per ragazzi e ragazze che si apprestano ad iniziare il percorso nelle scuole superiori.
- Livello 1: risultato molto debole, corrispondente ai traguardi di apprendimento in uscita dalla V primaria;
- Livello 2: risultato debole, non in linea con i traguardi di apprendimento posti al termine del primo ciclo d’istruzione.
FONTE: elaborazione Openpolis – Con i bambini su dati Invalsi
(pubblicati: mercoledì 6 Luglio 2022)