Dall’inizio della XIX legislatura a oggi sono state approvate complessivamente 151 leggi. Un dato che, considerando il fatto che sono passati solo 2 anni dall’insediamento delle camere attuali, appare in linea con la produzione normativa fatta registrare nelle precedenti legislature. Tra il 2008 e il 2013 infatti ne sono state approvare 391, tra il 2013 e il 2018 se ne contano 379, mentre nella precedente legislatura sono state 317. La nascita e la fine dei diversi esecutivi che si sono succeduti nel tempo ha certamente avuto un impatto anche sulla produzione normativa. Se non altro per la formazione di maggioranze diverse, come avvenuto ad esempio nel caso dell’avvicendamento tra il primo e il secondo governo Conte. Per questo è interessante andare ad analizzare i dati sulla produzione normativa sulla base degli esecutivi che si sono succeduti a palazzo Chigi negli ultimi anni. Da questo punto di vista possiamo osservare che governo e parlamento attuali sono i terzi più “produttivi” dal punto di vista legislativo considerando le ultime 4 legislature. Superati solamente dai governi Berlusconi IV (271) e Renzi (247). Per quanto riguarda l’iniziativa delle leggi approvate, in generale si conferma la tendenza di lungo periodo della netta preponderanza degli esecutivi rispetto al parlamento e agli altri soggetti che godono del potere di iniziativa. Tuttavia tra i diversi esecutivi si notano squilibri più o meno marcati. Da questo punto di vista possiamo osservare che negli ultimi 2 anni le leggi di iniziativa governativa entrate in vigore rappresentano il 75,5% del totale (114). Un dato certamente alto ma tutto sommato contenuto in confronto con gli esecutivi precedenti. Le leggi governative infatti sono state l’89% con l’esecutivo Letta, l’85% con il Conte II e l’80% con Draghi (da ricordare sempre che questi ultimi due esecutivi hanno dovuto affrontare le fasi più concitate legate alla pandemia). Sono 3 esecutivi riportano una percentuale più bassa del governo Meloni. Si tratta dei governi Conte I (68,6%), Monti (67,5%) e Gentiloni (58,3%). L’operato del governo attualmente in carica non si discosta più di tanto quindi, almeno per il momento da quello dei suoi predecessori. Anzi, da un certo punto di vista potrebbe anche essere considerato più equilibrato. Ovviamente il fatto che l’attuale maggioranza sia molto ampia e solida potrebbe aver agevolato questa dinamica. Nonostante questo però si deve osservare che l’attuale governo ha comunque fatto un ampissimo uso dei decreti legge. Atti che dovrebbero essere utilizzati sono in situazioni straordinarie ma che invece sono diventati ormai di uso comune. Tuttavia anche qui, si registrano delle significative differenze. In questo caso infatti l’attuale governo si trova al secondo posto per incidenza dei decreti legge nella produzione normativa. Le conversioni di Dl infatti nella XIX legislatura hanno rappresentato il 41,7% delle leggi approvate. Solo con il governo Letta si registra un dato più alto (58,3%).
Le leggi sono attribuite sulla base del governo in carica al momento dell’approvazione e non di quando hanno iniziato l’iter.
Le ratifiche di trattati internazionali sono conteggiate a parte rispetto alle leggi ordinarie per la loro natura molto particolare. Solitamente infatti ne vengono approvate diverse durante la stessa seduta e con maggioranze molto ampie.
Nel periodo considerato non risultano approvate leggi di iniziativa del Cnel.
FONTE: elaborazione openpolis su dati openpolis e senato
(ultimo aggiornamento: venerdì 27 Settembre 2024)