Le assenze dai lavori parlamentari dei membri di camera e senato Presenze e assenze

Il tasso di assenteismo ai lavori del parlamento è uno dei parametri più immediati per valutare l’operato dei nostri rappresentanti. Nell’attuale legislatura ci sono 146 parlamentari con una percentuale di assenza alle votazioni superiore al 25%.

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Il livello di partecipazione di deputati e senatori ai lavori delle rispettive aule è un tema che riscuote sempre grande attenzione. Non solo perché i parlamentari hanno precisi obblighi in questo senso ma anche perché, in una fase storica in cui la politica necessita di recuperare credibilità, un ingiustificato assenteismo da parte dei parlamentari risulta inaccettabile agli occhi degli elettori.

Sotto questo punto di vista, i dati dell’attuale legislatura ci dicono che la maggioranza dei parlamentari ha una percentuale di assenze in aula compresa tra lo 0% e il 25%. Tuttavia, si deve anche tenere presente che c’è un gruppo composto da 146 deputati e senatori il cui tasso di assenza è superiore e in alcuni casi arriva a sfiorare  il 100%.

14% la percentuale media di assenza alle votazioni dei parlamentari.

Su questo tema però è difficile orientarsi. In parte perché è abbastanza complesso comprendere come sono organizzati i lavori delle camere e in parte perché lo stesso parlamento mantiene alcune zone d’ombra sulla materia.

Come si conteggiano assenze, presenze e missioni dei parlamentari

Oltre ad un obbligo di tipo morale, ma anche di opportunità politica, deputati e senatori sono tenuti a partecipare ai lavori dell’aula anche da specifiche norme contenute nei regolamenti delle camere. Nello specifico, si tratta rispettivamente dall’articolo 48 comma 1 del regolamento della camera e dall’articolo 1 comma 2 di quello del senato.

È dovere dei deputati partecipare ai lavori della Camera.

Tuttavia, oltre ai lavori dell’aula, i parlamentari possono essere chiamati a ricoprire una serie di incarichi ulteriori. Tra questi citiamo il ruolo di questore, di membro dell’ufficio di presidenza e di presidente di commissione. A questi si possono aggiungere incarichi nel governo, senza dimenticare che per un parlamentare è importante mantenere uno stretto legame con il territorio in cui è stato eletto, partecipando ad eventi o incontri organizzati a livello locale.

I molteplici impegni di un parlamentare influiscono sulla percentuale di assenze in aula.

Questa fitta agenda di impegni dunque può far sì che un parlamentare non riesca a partecipare sempre ai lavori d’aula. Ma come si monitora la presenza di deputati e senatori? Per far questo è necessario conteggiare la partecipazione ad ogni singola sessione di voto. Ciò perché all’interno di una seduta si possono svolgere anche più votazioni: la presenza in aula all’inizio dei lavori quindi non significa necessariamente che un parlamentare parteciperà all’intera seduta.

È possibile ricavare i dati sulle presenze dei parlamentari dai risultati delle votazioni elettroniche. Vi sono però problemi di trasparenza e completezza. Vai a "Come si contano assenze, presenze e missioni parlamentari"

Nella stragrande maggioranza dei casi, il voto avviene in forma elettronica. I dati relativi all’andamento di queste votazioni sono quindi uno strumento fondamentale per monitorare l’attività del parlamento e dei suoi membri. Da inizio legislatura ce ne sono state 8.342 alla camera e 6.485 al senato. È su questa base che possiamo valutare il livello di partecipazione ai lavori dei singoli parlamentari.

14.827 votazioni elettroniche dall’inizio della legislatura.

I numeri della XVIII legislatura

La percentuale di assenza alle votazioni è uno dei parametri più immediati (anche se non molto sofisticato) attraverso cui i cittadini possono valutare l’attività dei rappresentanti che hanno eletto. Ma quali sono i numeri dell’attuale legislatura? Come abbiamo visto, le votazioni svoltesi dal marzo 2018 sono state oltre 14mila. E la percentuale media di assenze è di circa il 14%.

Entrando più nel dettaglio, possiamo notare che la maggior parte dei parlamentari presenta un tasso di assenteismo alle votazioni compreso tra lo 0% ed il 25%: parliamo di 803 membri di camera e senato su un totale di 949 (è ancora vacante il seggio lasciato libero da Piercarlo Padoan, dimessosi lo scorso novembre), l’84,6%.

3% parlamentari con una percentuale di assenza compresa tra il 50% e il 100%.

Ci sono poi 116 parlamentari (circa il 12%) con una percentuale di assenza alle votazioni compresa tra il 25,1% e il 50%. Infine abbiamo 30 parlamentari (il 3% circa) la cui percentuale di assenza ingiustificata alle votazioni è compresa tra il 50% ed il 100%.

Osservando i dati ancora più da vicino, possiamo notare che i deputati con un tasso di assenteismo compreso tra lo 0 e il 25% sono 502, circa l’80% dei componenti l’aula. Sono 103 (il 16,4%) invece i membri della camera ad avere una percentuale di assenza compresa tra il 25,1% e il 50%. Mentre solo 23 deputati non hanno partecipato a più della metà delle votazioni.

A palazzo Madama invece quasi tutti i senatori rientrano nella fascia compresa tra lo 0 e il 25% di assenze. Solo 21 senatori infatti hanno un tasso d’assenteismo superiore. Di questi, 17 rientrano tra il 25,1% e il 75% di assenze mentre solo 4 hanno percentuali di assenza ancora superiori.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 30 Aprile 2021)

300 SU 321 i senatori con una percentuale di assenza compreso tra lo 0% e il 25%.

Come abbiamo già raccontato, questa disparità nel livello di partecipazione tra camera e senato può essere dovuta, almeno in parte, alla maggioranza ristretta su cui poteva fare affidamento il governo Conte II. A palazzo Madama infatti il voto di ogni singolo esponente era importante per la tenuta dell'esecutivo ed anche i parlamentari membri del governo spesso sono stati costretti a partecipare alle votazioni per non far andare sotto la maggioranza.

Le performance dei deputati

Entriamo adesso più nello specifico e vediamo chi sono i membri di camera e senato più assenti. Come abbiamo già raccontato, spesso i parlamentari si trovano a dover svolgere anche altri incarichi istituzionali come ruoli nel governo o nelle commissioni. Questo comporta una maggiore difficoltà a presenziare alle votazioni dell’aula.

Un parlamentare "in missione" non viene considerato come assente durante le votazioni.

Tuttavia in questi casi la loro mancata partecipazione viene giustificata. Il parlamentare infatti viene classificato come “in missione” e la sua assenza non viene conteggiata. Questo ha una valenza ai fini del raggiungimento del numero legale, per fare un esempio. Il conteggio delle assenze non tiene quindi conto delle missioni ma solo delle mancate partecipazioni alle votazioni di senatori e deputati che non rientrano in questa categoria.

Come abbiamo visto, il livello di partecipazione è più scarso alla camera. Qui infatti si trovano 126 deputati su 628 con un tasso di assenteismo superiore al 25% (non fanno parte del conteggio il presidente della Camera Roberto Fico e il seggio rimasto vacante dopo le dimissioni di Padoan).

FONTE: dati ed elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 30 Aprile 2021)

È interessante notare che tra i 15 deputati con la percentuale di assenze più alta se ne trovano 6 di Forza Italia. Tra questi anche alcuni nomi particolarmente noti come Michela Vittoria Brambilla (99% di assenze) e Michaela Biancofiore (57,9%). Sei anche i deputati “assenteisti” appartenenti al gruppo misto. Anche in questo caso troviamo un nome molto noto alle cronache, quello di Vittorio Sgarbi (77,7%). Rientra in questa particolare classifica infine anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che non ha preso parte al 60,4% delle votazioni.

6  i membri di Fi e gruppo misto tra i deputati con la più alta percentuale di assenze alle votazioni.

Le performance dei senatori

Come abbiamo visto, al senato il livello di partecipazione è significativamente più alto. Un dato ancora più rilevante se si considera che tra i membri di palazzo Madama più assenti ci sono anche i senatori a vita che per motivi legati all’età, alla salute o semplicemente alla loro attività professionale, raramente riescono a presenziare alle sedute.

A palazzo Madama molti nomi di rilievo tra i senatori più assenti.

Tra i primi 6 posti con la percentuale più alta di assenze troviamo infatti 4 senatori a vita: Giorgio Napolitano, Carlo Rubbia, Renzo Piano e Liliana Segre. Se si escludono i senatori a vita e la presidente del senato Maria Elisabetta Alberti Casellati (che così come Fico alla camera solitamente non partecipa alle votazioni), possiamo notare come anche in questo caso rientrino nella classifica dei 15 politici con la più elevata percentuale di assenze nomi di rilievo del panorama politico presente e passato.

Tra questi possiamo citare Niccolò Ghedini (Fi, 71,4% di assenze), Ignazio La Russa (Fdi, 59%), Matteo Renzi (Iv, 39,8%), Emma Bonino (Più Europa, 31,5%), Paolo Romani (ex esponente di Fi ora nel misto, 30,8%) e Daniela Santanché (Fdi, 28,8%). Al primo posto di questa particolare classifica tuttavia troviamo il senatore del Pd Tommaso Cerno con il 78,1% di assenze.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 30 Aprile 2021)

Dobbiamo tuttavia sottolineare come il livello generale di partecipazione ai lavori del senato sia più alto rispetto a quello della camera. Basti notare che a Montecitorio la deputata Francesca La Marca, quindicesima per percentuale di assenze, risulta non aver partecipato al 56,6% delle votazioni. La stessa posizione al senato è occupata da Sandro Biasotti il cui tasso di assenteismo è però del 27,1%.

Foto credit: Facebook Fratelli d'Italia camera - Licenza

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