Le alluvioni hanno un costo umano, economico e ambientale Ambiente

In Emilia-Romagna si stanno verificando una serie di disastrose inondazioni. Gli eventi idrologici estremi sono uno degli effetti più evidenti dei cambiamenti climatici e nel 2021 nell’Unione europea hanno causato oltre 43 miliardi di euro di danni.

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Negli ultimi giorni in Emilia-Romagna hanno avuto luogo una serie di inondazioni, le quali hanno già causato 13 vittime e migliaia di sfollati. Alle alluvioni generate dalle piogge torrenziali e dalle esondazioni fluviali si sono aggiunte anche le frane, moltiplicando così i danni subiti dalla popolazione locale.

Un episodio quanto più disastroso anche in relazione alla siccità che nei mesi scorsi ha colpito molti di quei territori. L’esasperazione di questi eventi e l’alternanza di estremi opposti è considerata dagli esperti una delle conseguenze dei cambiamenti climatici. Ha effetti profondamente nocivi sugli ecosistemi, danneggiando infrastrutture e abitazioni. Provocando così danni ambientali, economici e nei casi peggiori anche in termini di vite umane.

La popolazione esposta ad alluvioni nei comuni italiani

Con alluvione si intende l’allagamento di zone che non sono normalmente coperte d’acqua, a causa dell’esondazione di corsi d’acqua o del mare, a sua volta causata da altri fattori, per esempio le piogge forti. L’Italia è fortemente esposta a questi fenomeni per via del suo assetto morfologico, in quanto lo spazio che può contenere le esondazioni è limitato sia dalle montagne che dal mare.

Attività umane e cambiamenti climatici inaspriscono le conseguenze delle alluvioni.

Come afferma la direttiva europea 2007/60/Ce, le alluvioni sono fenomeni naturali, impossibili da prevenire. Tuttavia alcune attività umane e i cambiamenti climatici in atto contribuiscono a incrementare la probabilità che tali episodi si verifichino, oltre a inasprirne le conseguenze. La crescita degli insediamenti umani e il consumo di suolo sono alcuni esempi di attività pericolose. Per quanto riguarda invece i cambiamenti climatici, uno dei principali fattori è la ridotta capacità di ritenzione idrica del suolo.

L’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) individua una serie di indicatori per misurare l’entità del rischio idraulico e realizza una mosaicatura del paese a livello comunale. In altri approfondimenti abbiamo parlato delle aree a rischio e dei beni culturali esposti. Oltre ovviamente a quelli della popolazione esposta.

20,6% della popolazione italiana è esposta a rischio alluvione nel 2020.

Parliamo di 12,2 milioni di persone, tenendo in considerazione tutti gli scenari di probabilità identificati da Ispra: rischio basso, medio ed elevato.

I dati si riferiscono alla quota di popolazione esposta al rischio di alluvione nei comuni italiani. Si considerano tutti gli scenari di rischio: basso, moderato ed elevato. I dati relativi alla popolazione residente fanno riferimento al censimento Istat del 2011.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(consultati: giovedì 18 Maggio 2023)

In totale sono 260 su quasi 8mila i comuni del nostro paese in cui la totalità della popolazione risulta esposta a rischio idraulico. Oltre 400 quelli in cui la popolazione esposta supera comunque il 90%.

Le aree maggiormente esposte si trovano in particolare in Emilia-Romagna e Veneto, lungo il delta del Po, ma anche in alcune zone della Toscana e in Calabria (meno evidente se si considera, come nella mappa, il rischio complessivo, e più significativo isolando invece il rischio elevato).

Gli eventi alluvionali: l’entità del danno

Gli eventi alluvionali risultano particolarmente distruttivi per l’ecosistema e per le infrastrutture. Oltre a danneggiare le case e costringere molte persone all’evacuazione, devastano anche i raccolti, condizionando la catena di approvvigionamento per mesi a venire. Non mancano poi i danni alla natura stessa e agli esseri viventi che la abitano.

Anche a livello globale, le alluvioni sono la principale causa di sfollamento tra le varie tipologie di disastro ambientale, avendo costretto oltre 156 milioni di persone a lasciare la propria abitazione tra 2008 e 2020.

Nel complesso, per quantificare l’entità di tutta questa devastazione, si può fare un ragionamento di tipo economico. La commissione europea, nell’ambito del green deal, stima l’impatto dei cambiamenti climatici in questo modo, per valutare le soluzioni politiche in atto. Eurostat, che raccoglie questi dati, distingue tre tipologie di fenomeni estremi: quelli meteorologici (legati a eventi atmosferici quali le tempeste), quelli idrologici (connessi al ciclo dell’acqua) e infine quelli climatologici (per esempio gli sbalzi di temperatura o gli incendi).

Nel 2021 l’impatto economico degli eventi climatici è stato il più alto mai registrato negli ultimi 10 anni, toccando i 56,5 miliardi di euro (+354% rispetto all’anno precedente). Si è trattato perlopiù di danni causati da eventi alluvionali.

43,2 mld € i danni causati dagli eventi idrologici in Ue nel 2021.

Nel 2020 la cifra era stata decisamente inferiore: poco più di 3 miliardi. Questo forte aumento è imputabile alle numerose alluvioni che hanno colpito soprattutto alcune aree della Germania, del Belgio e dell’Italia.

Il dato rappresenta le perdite economiche derivate da eventi ambientali pericolosi. La pericolosità è definita dall’Ippc come un evento oppure una serie di eventi che possono causare perdite in termini di vite umane, feriti o altri impatti sulla salute ma anche danni e perdite a infrastrutture, proprietà private, risorse ambientali ed economiche, proprietà ed ecosistemi.

Sono considerati tre tipi di eventi ambientali:

  • eventi meteorologici legati agli eventi atmosferici come le tempeste;
  • eventi idrologici connessi al ciclo dell’acqua, tra i quali rientrano ad esempio le inondazioni;
  • eventi climatici più correlati alle temperature come le ondate di calore.

Sono compresi tutti i 27 paesi membri dell’Unione europea.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(pubblicati: sabato 22 Aprile 2023)

Nel 2021 si sono registrati circa 43 miliardi di euro di danni a causa di eventi idrologici, oltre a 1,7 miliardi per via di eventi meteorologici e a circa mezzo miliardo per eventi di tipo climatologico.

Perdite molto significative, che se messe in rapporto con la popolazione residente ammontano a 126 euro pro capite. Quasi 100 euro in più rispetto a quanto riportato nel 2020 e di gran lunga la cifra più elevata mai registrata nell’ultimo ventennio.

Foto: protezione civilelicenza

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