I beni culturali a rischio alluvione Ambiente

Uno degli indicatori del dissesto idrogeologico è costituito dai beni culturali esposti al rischio. Nel 2021 se ne registravano quasi 50mila in Italia (il 23% del totale). La zona più esposta è l’Emilia Romagna, ma tra le città la prima è Venezia.

|

Sono numerosi gli indicatori che l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) utilizza per descrivere il dissesto idrogeologico. Nel caso specifico del dissesto idraulico (i fenomeni alluvionali), abbiamo recentemente analizzato la quota di terreno a rischio.

Inquinamento, frane e alluvioni danneggiano i monumenti.

Si possono però considerare altri indicatori per misurare l’impatto potenziale delle alluvioni, come ad esempio la quota di popolazione esposta. Ma questi fenomeni hanno un impatto anche su ciò che è stato costruito dall’uomo come ad esempio i beni culturali. Si tratta di beni architettonici, monumentali e archeologici che necessitano di particolari tutele vista la loro fragilità. Insieme all’inquinamento, i fenomeni franosi e alluvionali sono infatti i principali fattori ambientali che contribuiscono al danneggiamento e al degrado dei monumenti.

I beni culturali a rischio nelle province italiane

Ispra realizza una mosaicatura a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale dei beni culturali esposti al pericolo idraulico. Nel 2021 in Italia se ne registravano quasi 50mila. Si tratta del numero di beni culturali, tra quelli catalogati nel progetto Vincoli in rete (Vir) realizzato dall’istituto superiore per la conservazione e il restauro (Iscr), che sono localizzati in aree considerate come a rischio idraulico. Queste ultime con riferimento alla mappatura realizzata dall’Ispra stessa.

Purtroppo non si può fare in questo caso un ragionamento di andamento temporale perché, come evidenzia Ispra stessa, negli anni la banca dati relativa ai beni culturali è stata ampliata e revisionata e così anche la mappatura delle zone a pericolosità idraulica.

49.903 i beni culturali a rischio alluvione in Italia nel 2021.

Ovvero il 23,3% di tutti i beni culturali registrati nel nostro paese. Parliamo qui specificamente dei beni culturali localizzati in zone che Ispra cataloga come “a pericolosità idraulica bassa” (che comprende, come suoi sottoinsiemi, le zone a pericolosità media ed elevata). Mentre sono 6.025 quelli in zone a rischio elevato (7,5% del totale).

L’Emilia Romagna è la regione italiana che riporta la quota più elevata: oltre il 65%. Veneto, Liguria e Calabria sono invece quelle con la quota più elevata di beni culturali a rischio idraulico elevato (con percentuali comprese tra il 16% e il 20%).

I dati si riferiscono al numero di beni culturali a rischio nelle aree a pericolosità bassa (la categoria più ampia, che racchiude in sé i vari gradi di pericolosità), nelle province italiane.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(consultati: martedì 31 Gennaio 2023)

La prima provincia per beni culturali esposti a rischio idraulico è Ferrara, dove oltre il 100% di tutti i beni culturali si trova in zone a pericolosità alluvionale. Come abbiamo recentemente raccontato infatti la provincia romagnola è esposta per il 99,9% del suo territorio.

Seguono da questo punto di vista le province di Reggio Emilia e Rovigo, entrambe con quote superiori al 90%. Mentre in numeri assoluti, la prima in Italia è Venezia, con oltre 4.500 siti a rischio.

La provincia di Venezia è prima anche se consideriamo la quota di beni culturali esposti a rischio idraulico elevato. È l’unica in cui la percentuale supera il 50% (attestandosi specificamente al 57,3%). Seguono le province di Pisa, Savona e Pordenone con quote comprese tra il 20% e il 30%.

L’esposizione dei beni culturali al rischio alluvione nelle città

I centri urbani sono le aree con il maggior numero di beni culturali. Per questo è interessante analizzare, a livello comunale, qual è la situazione delle principali città italiane da questo punto di vista. Anche in questo caso Venezia è quella che riporta la situazione più problematica.

I dati si riferiscono al numero di beni culturali a rischio nelle aree a pericolosità bassa (la categoria più ampia, che racchiude in sé i vari gradi di pericolosità), nei comuni capoluogo delle città metropolitane.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(consultati: martedì 31 Gennaio 2023)

Con 3.357 beni culturali a rischio nelle zone a pericolosità idraulica (ovvero l’80% del totale), Venezia registra il dato più elevato d’Italia. Segue Firenze con circa 1.800, anche in questo caso l’80% del totale. Ultima invece Napoli, con 8 siti in zone esposte, pari a meno dell’1%.

Foto: Andy Catlicenza

Dove:
PROSSIMO POST