Il rischio alluvioni in Italia Ambiente

Gli eventi alluvionali possono causare gravi danni a persone, beni culturali e attività economiche. Abbiamo ricostruito la frequenza e le ricorrenze geografiche delle alluvioni nel nostro paese, particolarmente esposto a tale rischio.

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Un’alluvione – come da definizione Ispra è l’allagamento temporaneo di aree che abitualmente non sono coperte di acqua. Un fenomeno che può essere provocato dall’esondazione di fiumi, torrenti, canali, laghi e per le zone costiere, del mare.

Le alluvioni sono causate anche dall’attività dell’uomo sulla Terra.

Per quanto tali eventi siano naturali e imprevedibili, la presenza dell’uomo sul pianeta ne ha aumentato la frequenza e aggravato le conseguenze. A partire dal cambiamento climatico, causato dalle emissioni di gas serra generate da numerose attività antropiche, che ha tra le sue espressioni variazioni significative delle temperature e delle precipitazioni. In parallelo, l’eccessivo consumo di suolo e la sua impermeabilizzazione allo scopo di costruire edifici e altre strutture, riduce fortemente lo spazio e le capacità del terreno di assorbire l’acqua, aumentando la probabilità di smottamenti e fenomeni di dissesto idrogeologico.

L’Italia in questo senso risulta più a rischio di altri paesi di fronte a eventi alluvionali. Questo perché, per la conformazione morfologica del territorio, lo spazio che può contenere l’esondazione di corsi d’acqua è fortemente limitato dalle montagne e dal mare. Un’analisi del numero e della portata delle alluvioni, nonché delle aree dove sono più frequenti, è fondamentale per pianificare misure e interventi per la messa in sicurezza, in particolare delle persone che vi abitano.

Gli eventi del 2020

Sono 17 le principali alluvioni che si sono verificate nel nostro paese durante il 2020. Eventi che, come sottolineato da Ispra, in estate sono stati intensi, concentrati in tempi brevi e in aree ristrette, mentre in autunno hanno avuto una maggiore durata ed estensione nello spazio colpito, oltre che conseguenze più gravi.

L’indicatore utilizzato non è una raccolta esaustiva di tutti gli eventi alluvionali occorsi annualmente sul territorio nazionale, ma si riferisce esclusivamente a quelli che hanno avuto un elevato impatto in termini di effetti sul territorio e un chiaro corredo di provvedimenti normativi e decreti sia in fase emergenziale, sia in quella di risanamento dei danni.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(ultimo aggiornamento: giovedì 31 Dicembre 2020)

I fenomeni mostrati nel grafico hanno avuto intensità diverse, come anticipato sopra. L'evento che presenta la massima durata è quello che ha avuto luogo in Emilia Romagna, tra le province di Modena, Bologna, Ferrara e Reggio Emilia, dal 4 all'8 dicembre, quando le precipitazioni sono continuate per ben 96 ore. Seguono tre alluvioni, tutte della durata di 72 ciascuna. Due in Piemonte, a fine agosto e poi nei primi giorni di ottobre. La terza in Calabria, tra il 21 e il 23 novembre.

La Lombardia è stata la regione più colpita da alluvioni nel 2020.

Osservando il numero di eventi, le regioni in cui sono stati più frequenti sono tra le più estese del paese. Si tratta della Lombardia, con ben 5 alluvioni tra maggio e ottobre 2020, seguita da Piemonte e Sicilia, con 2 ciascuna. Approfondendo ulteriormente i dati a livello locale, le province più colpite risultano quelle lombarde di Varese e Milano e quelle piemontesi di Alessandria e Verbanio-Cusio-Ossola. Queste ultime sono state interessate dagli stessi due fenomeni alluvionali, mentre Varese e Milano da due distinti. Va sottolineato comunque che le quattro province in questione confinano tra loro.

Rispetto all’imprevedibilità degli eventi alluvionali, esiste comunque una sorta di ripetitività nell’accadimento degli eventi stessi, nel senso che medesime porzioni di territorio nel tempo sono state interessate da inondazioni e alcune di esse [...] si configurano come aree a rischio potenziale significativo di inondazione.

Le aree più esposte

La direttiva 2007/60/CE, recepita nell’ordinamento legislativo nazionale dal decreto legislativo n.49 del 2010, stabilisce un sistema con cui classificare i territori in base al livello alto, medio e basso di rischio alluvioni. Una valutazione che considera caratteristiche morfologiche, utilizzo del suolo e numero di persone, beni culturali e attività economiche esposte a potenziali danni.

5,4% il territorio nazionale che registra pericolosità idraulica elevata, nel 2020.

Si tratta di 16.224 chilometri quadrati (kmq), mentre superfici più vaste sono quelle che riguardano le aree a pericolosità media - 30.196 kmq, il 10% del territorio nazionale - e bassa - 42.376 kmq, pari al 14%.

Il gradiente di colore cambia da chiaro a scuro all’aumentare della superficie ad alto rischio di allagamento da alluvioni. Non sono disponibili dati relativi alla province di Ancona e Fermo.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: venerdì 31 Dicembre 2021)

Il 23,9% del territorio appartenente alla provincia di Ferrara è considerato ad alta pericolosità idraulica, seguito da Crotone (23,6%) e Venezia (23,3%). Al contrario nelle province di Bolzano, Trento e Macerata le aree così classificate corrispondono allo 0%. Più in generale, come risulta evidente anche dalla mappa, sono i territori del nord - in particolare del nord-est - e la Calabria ad avere porzioni più ampie di territorio a rischio elevato di alluvioni.

La popolazione a rischio

Gli eventi alluvionali possono avere conseguenze significative: sul suolo, sugli edifici e le strutture, sul patrimonio culturale di un territorio e, soprattutto, sulla vita delle persone che lo abitano.

11 le vittime e i dispersi a seguito delle alluvioni che hanno colpito l'Italia nel 2020.

In Italia, sono circa 2,5 milioni le persone che risiedono in aree ad alta pericolosità idraulica, cioè il 4,1% della popolazione totale. Una quota che sale all'11,5% (quasi 7 milioni) se si considerano i territori a medio rischio alluvioni; e al 20,6% (12 milioni circa) nei territori esposti a un pericolo basso.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(ultimo aggiornamento: venerdì 31 Dicembre 2021)

 

Nel grafico si possono osservare le province italiane dove più del 10% della popolazione risiede in aree a elevata pericolosità idraulica.

Calabria: in ogni provincia oltre il 10% degli abitanti vive in aree ad alto rischio.

Si tratta di territori che, come ci si poteva aspettare, corrispondono in gran parte a quelli osservati in precedenza nella mappa. Ai primi posti due province dell'Emilia-Romagna, Rimini (26,7% dei residenti esposti ad alto rischio) e Ferrara (25,7%), seguite da Venezia e Crotone. Anche diverse province toscane e liguri sono incluse nella classifica, come Pistoia (14,2%) e Savona (13,4%).

 

Photo credits: Unsplash Jonathan Ford - Licenza

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