L’accoglienza dei profughi afghani in Europa Migranti

L’Europa è divisa su come gestire l’accoglienza dei profughi afghani che raggiungeranno il continente. Nel 2020, è stata la Grecia ad accordare l’asilo al maggior numero di richiedenti di nazionalità afghana.

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Da quando, lo scorso agosto, i talebani hanno preso il controllo di Kabul, si è tornati a parlare di profughi afghani. Secondo le stime dell’UNHCR, fino a 500mila afghani potrebbero lasciare il proprio paese nel 2021. L’Europa, tuttavia, è divisa sulla strategia di accoglienza da adottare.

Nel suo intervento al meeting di Comunione e liberazione a Rimini, il 23 agosto, il ministro degli esteri Luigi di Maio ha dichiarato che, oltre ai 1600 civili e operatori umanitari che erano già stati evacuati nei giorni precedenti, le autorità italiane avrebbero portato via dall’Afghanistan altre 2500 persone. Il bilancio di fine mese è stato di circa 5mila persone evacuate.

Ha inoltre enfatizzato l’importanza del multilateralismo nella cooperazione internazionale e la necessità di gestire la futura pressione migratoria dall’Afghanistan attraverso una strategia europea comune e coesa.

Gli afghani in Europa e in Italia prima del ritorno dei talebani

L’Europa non è il continente che accoglie il maggior numero di rifugiati afghani. Secondo l’UNHCR, dei circa 2,6 milioni di rifugiati afghani presenti nel mondo (senza includere gli sfollati interni), 1,4 milioni si trovano nel limitrofo Pakistan e 780mila in Iran.

85% dei rifugiati afghani all’estero si trovano in Pakistan e Iran.

Rispetto a questi paesi, più vicini geograficamente ma meno sviluppati, l’Europa ha sempre accolto numeri molto contenuti di afghani. Si tratta, comunque, del secondo gruppo di rifugiati più numeroso dopo i siriani.

In termini generici il rifugiato è una persona che è scappata dal proprio paese per cercare protezione in un altro. Vai a "Che cosa si intende per migranti irregolari, richiedenti asilo o rifugiati"

L’esodo degli afghani, però, non è un fatto recente, legato esclusivamente alla ripresa del potere da parte dei talebani. Già dagli anni 2000, e soprattutto a partire dal 2007, un numero consistente di persone provenienti dal paese dell’Asia centrale inoltrava ogni anno richieste di asilo in Italia, con due cali registrati nel 2012 e nel 2018.

I dati si riferiscono a tutti i richiedenti asilo la cui domanda ha ricevuto un esito positivo, con cui si intende l’assegnazione dello status di rifugiato e varie forme di protezione: quella sussidiaria, quella umanitaria (fino al 2018) e quella speciale (dal 2018).

FONTE: elaborazione openpolis su dati del ministero dell'interno
(ultimo aggiornamento: lunedì 20 Settembre 2021)

Per quanto riguarda i centri di accoglienza Siproimi/Sai, nel 2020 gli afghani costituivano il 3% delle persone accolte nelle strutture, per un totale di 1.113 ospiti.

L'Europa è divisa sull'accoglienza dei profughi afghani

Nonostante una dichiarazione congiunta in cui si impegnavano a facilitare gli afghani che volessero lasciare il paese e ad assisterli, molti paesi europei hanno poi riconsiderato la portata del loro impegno.

L'Austria, il Belgio, la Danimarca, i Paesi Bassi, la Germania e la Grecia, per esempio, hanno chiesto alla commissione europea l'autorizzazione a rimpatriare gli afghani cui fosse negato l'asilo. Nella lettera indirizzata al vice-presidente della commissione e al commissario per gli affari interni, questi governi scrivono che interrompere i rimpatri manderebbe il segnale sbagliato e potrebbe motivare ancora più persone a lasciare il paese per raggiungere l'Europa.

Tra i paesi firmatari, la Grecia rappresenta un caso particolare perché, nel 2020, era anche lo stato europeo che aveva accolto il maggior numero di profughi afghani.

I dati si riferiscono alle prime decisioni di asilo che hanno avuto esito positivo, quindi a tutti i casi di richiedenti che hanno ricevuto lo status di rifugiati o una qualche altra forma di protezione internazionale, di tipo sussidiario o umanitario. Il numero di esiti positivi è messo in proporzione alla popolazione totale residente nei vari paesi. In grigio i paesi che non hanno concesso l’asilo a nessun afghano nel 2020 (Portogallo, Repubblica Ceca, Croazia, Estonia, Lettonia, Lituania e Cipro).

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: giovedì 16 Settembre 2021)

Da una parte, la ragione per cui la Grecia ha concesso l'asilo a così tanti afghani in proporzione rispetto ai richiedenti di altre nazionalità è che questi raggiungono l'Europa passando attraverso il confine turco-greco. Dall'altra però la Grecia ha dato la protezione a molti profughi afghani non solo in proporzione rispetto al totale, ma anche in numeri assoluti. Parliamo di più di 10mila persone, ovvero più del doppio di quanti ne hanno accolti la Germania e la Francia.

10.770 i richiedenti di nazionalità afghana che hanno ottenuto l'asilo in Grecia, nel 2020.

Il ministro per l'immigrazione Notis Mitarakis ha però dichiarato che nel 2021 la strategia di accoglienza greca sarà diversa, e che il paese non diventerà una porta per l'Europa per i profughi provenienti dall'Afghanistan.

Tra i paesi che ospitano un numero considerevole di rifugiati, la Spagna è invece quello che ha concesso l'asilo a meno afghani: solo 95 dei 51mila richiedenti presenti nel paese cui è stata riconosciuta la protezione nel 2020 erano di nazionalità afghana. Per quanto riguarda l'Italia, parliamo di 1.060 esiti positivi, un quarto rispetto a Francia e Germania (rispettivamente 4.765 e 4.585 persone).

Gli esiti delle richieste di asilo degli afghani in Europa

Se però consideriamo tutte le richieste di asilo di cittadini afghani - quelle accolte e rifiutate - guardando alle proporzioni tra esiti positivi ed esiti negativi, la situazione a livello europeo risulta differente.

I dati mostrano la quota di afghani cui è stato accordato l’asilo sul totale degli esiti positivi delle domande presentate nel paese e la quota di afghani che hanno ottenuto l’asilo sul totale delle domande presentate da persone provenienti dall’Afghanistan. Sono esclusi i paesi in cui nessuna richiesta di asilo afghana ha avuto esito positivo, ovvero Repubblica Ceca, Croazia, Lettonia, Lituania, Estonia, Cipro, Malta e Portogallo. Tra gli esiti positivi rientrano lo status di rifugiato e la protezione umanitaria e sussidiaria.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: martedì 21 Settembre 2021)

La Grecia, per esempio, pur avendo accolto moltissimi afghani, non era da questo punto di vista il primo paese d'Europa, ma il settimo, avendo accordato l'asilo al 65,3% dei richiedenti, nel 2020. Nel caso della Spagna, invece, pur trattandosi soltanto di 95 afghani cui è stato riconosciuto l'asilo, questi rappresentavano comunque il 73% di tutti i richiedenti di quella nazionalità.

L'Italia era seconda in Europa soltanto alla Polonia, che però aveva ricevuto un numero molto ridotto di domande di asilo (20), in quanto a numero di esiti positivi sul totale (1.060 esiti positivi e 70 negativi).

Dietro a questi numeri c'è anche il fatto che, nella maggior parte dei casi, i richiedenti asilo non scelgono dove fare domanda. Secondo il regolamento di Dublino, uno dei principali criteri per determinare quale stato membro dell'Ue sia competente ad esaminare la domanda di asilo è dove il richiedente è entrato, varcando irregolarmente le frontiere. Un sistema che, come abbiamo spiegato in un precedente articolo, pesa soprattutto sui paesi membri che hanno frontiere esterne, rendendo difficile una ridistribuzione equa dei richiedenti all'interno dell'Unione.

 


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Foto credit: Sohaib Ghyasi - licenza

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