La maggioranza e i presidenti delle commissioni permanenti Mappe del potere

Le commissioni permanenti sono organi fondamentali per il funzionamento delle camere. Per questo il presidente di commissione è considerato tra i ruoli chiave in parlamento. Anche se la sua attività raramente viene posta sotto i riflettori.

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Quando si forma una maggioranza sono molte le posizioni di potere che i suoi esponenti sono chiamati a ricoprire. Dai ruoli di governo a quelli parlamentari, alcuni incarichi sono più esposti mediaticamente, come quelli dei ministri o dei capigruppo in aula. Altri invece sono meno noti all’opinione pubblica. Tra questi anche i presidenti delle commissioni parlamentari, nonostante ricoprano un ruolo di grande importanza nel funzionamento e nella gestione della macchina parlamentare.

Dei diversi organi interni alle aule, le commissioni permanenti sono il luogo in cui si svolge la maggior parte del lavoro sulle norme, in cui si cercano convergenze politiche e in cui il dibattito entra realmente nel merito delle questioni.

Le commissioni permanenti sono il centro dell’attività legislativa del parlamento. Vai a “Cosa sono le commissioni parlamentari e perché sono importanti”

In questo contesto il presidente rappresenta la commissione, la convoca formandone l’ordine del giorno, ne presiede le sedute e ne convoca l’ufficio di presidenza. Generalmente viene affidata loro la relazione dei provvedimenti più importanti discussi e approvati in commissione, nonché la presentazione del testo all’aula.

Come abbiamo avuto modo di osservare in passati approfondimenti la posizione di un presidente su un provvedimento può incidere in modo determinante sul suo iter in commissione. Anche per questo è considerato uno dei ruoli chiave in parlamento.

Gruppi e presidenti di commissione

Alla camera dei deputati le commissioni permanenti sono ancora 14, come nella scorsa legislatura e in quelle precedenti. Con il taglio dei parlamentari invece il regolamento del senato è stato modificato e ora le commissioni permanenti sono 10. Questo vuol dire che alcune commissioni di palazzo Madama svolgono compiti di cui a Montecitorio si occupano due commissioni distinte.

24 le commissioni permanenti del parlamento, 14 alla camera e 10 al senato.

Esattamente la metà dei presidenti di commissione è espressione di Fratelli d’Italia (FdI), mentre l’altra metà è suddiviso tra Lega (che ne esprime un po’ di più) e Forza Italia (FI).

Un’equazione che si ripropone esattamente sia alla camera (dove FdI ha 7 presidenti su 14) che al senato (5 su 10).

FONTE: openpolis
(consultati: lunedì 3 Aprile 2023)

Solo 2 di questi incarichi, l’8,3%, sono ricoperti da una donna, in entrambi i casi al senato. Una è Giulia Bongiorno, esponente della Lega e presidente della commissione giustizia. L’altra è Stefania Craxi, esponente di Forza Italia che presiede la commissione esteri. Solo uomini invece per Fratelli d’Italia.

Presidenti alle prime armi

Data l’importanza del ruolo i gruppi devono valutare attentamente a chi conferire le presidenze. Tra i vari elementi bisogna sicuramente considerare l’esperienza delle figure politiche scelte, sia rispetto alla materia di competenza della commissione che ai meccanismi parlamentari che i presidenti sono tenuti a conoscere e far rispettare.

Da questo punto di vista bisogna innanzitutto sottolineare come alcuni dei presidenti di commissione siano alla loro prima esperienza parlamentare.

2 i presidenti di commissione senza alcuna esperienza parlamentare alle spalle.

Si tratta del presidente della commissione politiche dell’Unione europea del senato, Giulio Maria Terzi di Sant’Agata (FdI), e del presidente della commissione agricoltura della camera, Mirco Carloni (Lega).

Certo i profili di questi due politici sono comunque molto diversi. L’ex ambasciatore Terzi di Sant’Agata infatti, pur non avendo alcun trascorso in parlamento, ha una lunga carriera diplomatica alle spalle. Senza contare che nel corso del governo Monti ha direttamente ricoperto il ruolo di ministro degli esteri. Si tratta dunque di un presidente con una elevatissima conoscenza delle materie della sua commissione, anche se meno dei meccanismi parlamentari.

Diverso invece il percorso di Mirco Carloni. Oltre a svariati mandati in giunte e consigli comunali, Carloni è arrivato al consiglio regionale dell’Umbria nel 2020, venendo poi nominato vicepresidente e assessore alle attività produttive. L’esperienza politico amministrativa dunque non manca a Carloni, che tuttavia è ora chiamato a svolgere un ruolo molto diverso.

Altri 12 presidenti di commissione invece hanno avuto una sola esperienza parlamentare prima di quella attuale. La maggior parte sono di Fratelli d’Italia (nelle commissioni giustizia, cultura, finanze, ambiente e trasporti alla camera, affari sociali e bilancio al senato), ma alcuni anche di Forza Italia (bilancio, affari costituzionali e affari sociali alla camera) e Lega (attività produttive e politiche europee alla camera).

FONTE: openpolis
(consultati: martedì 4 Aprile 2023)

Esperienza e coerenza nei percorsi dei presidenti

Dunque 22 presidenti di commissione su 24 hanno almeno un mandato parlamentare alle spalle. Questo però non vuol dire che nella scorsa legislatura svolgessero il proprio mandato nell’ambito della commissione che ora presiedono. In effetti questo caso riguarda meno della metà dei presidenti.

10 i parlamentari che nella scorsa legislatura facevano parte della stessa commissione che ora presiedono.

Tra questi è incluso anche Nazario Pagano (FI), presidente della commissione affari costituzionali della camera, che fino a pochi mesi fa era vicepresidente dell’omonima commissione del senato.

Tra i gruppi di maggioranza quello con più presidenti con un’esperienza coerente è Fratelli d’Italia. Esattamente la metà infatti nella scorsa legislatura si occupava delle stesse materie (giustizia, cultura, finanze e lavoro alla camera e affari sociali e bilancio al senato). Molti meno per Lega (politiche europee alla camera e giustizia al senato) e Forza Italia (affari costituzionali alla camera e esteri e difesa al senato).

Oltre a Pagano infatti il gruppo forzista esprime la presidente della commissione esteri e difesa del Senato, Stefania Craxi che nella scorsa legislatura era vicepresidente. Inoltre alcuni anni prima, durante il quarto governo Berlusconi, ha svolto anche il ruolo di sottosegretario agli esteri.

Perché nonostante la sua esperienza Tremonti è stato eletto presidente della commissione esteri piuttosto che bilancio o finanze?

Ma anche altri presidenti di commissione hanno avuto dei ruoli nell’esecutivo. Il presidente della commissione esteri della camera Tremonti ad esempio è stato più volte ministro. Certo in quella veste si è sempre occupato di economia ma non c’è dubbio che abbia anche accumulato molta esperienza in campo internazionale. In questi termini dunque non appare inappropriato che una persona con il suo profilo ricopra questo incarico. Allo stesso tempo c’è da interrogarsi sul perché la maggioranza non gli abbia attribuito la presidenza di una commissione più naturalmente affine al suo percorso professionale e politico (bilancio o finanze).

Alla commissione Finanze di palazzo Madama invece Garavaglia ci è arrivato dopo essere stato oltre che ministro del turismo, viceministro dell’economia nel primo governo Conte. La presidente della commissione giustizia Giulia Bongiorno come sottosegretaria si è invece occupata di pubblica amministrazione. Tuttavia la sua conoscenza della materia è fuori discussione data la sua rinomata esperienza di avvocato.

Da segnalare infine altri due presidenti con una notevole esperienza alle spalle anche se non nella commissione che oggi presiedono. Il senatore Alberto Balboni (FdI), presidente della commissione affari costituzionali, è giunto ormai alla sua quinta legislatura ma negli scorsi anni si era occupato di temi quali la giustizia, gli affari esteri o le finanze. Anche il senatore Claudio Fazzone (FI) è alla sua quinta legislatura e al contrario di Balboni in passato è stato varie volte in commissione affari costituzionali. In questa occasione però è diventato presidente della commissione ambiente che invece non risulta nel suo curriculum precedente.

Foto: Galleria Fontana – Camera

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