La disoccupazione in Ue dopo l’emergenza sanitaria Europa

La pandemia ha colpito duramente il mercato del lavoro causando, oltre una perdita salariale e di ore lavorative, un aumento della disoccupazione. Dopo l’emergenza sanitaria la situazione è migliorata, ma le regioni meridionali dell’Ue affrontano ancora situazioni difficili.

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Il tasso di disoccupazione è uno strumento molto importante per descrivere il mercato del lavoro e per misurare lo stato di salute di un’economia nel suo complesso.

In Italia come nel resto dell’Unione europea, la pandemia ha colpito duramente i lavoratori causando, oltre a un forte calo delle ore lavorative e a una significativa perdita di massa salariale, anche un aumento della disoccupazione.

Ma qual è la situazione nel 2022, quando lo stato di emergenza è finito e molti ambiti della vita quotidiana sono tornati alla situazione precedente lo scoppio della pandemia?

Il tasso di disoccupazione nelle regioni Ue

Con tasso di disoccupazione si intende la quota di persone all’interno della forza lavoro che sono alla ricerca di un impiego. Ovvero tutti coloro che non lavorano al momento della rilevazione ma che non si trovano in una situazione di inattività, essendo alla ricerca di un impiego.

Il tasso di disoccupazione è il rapporto percentuale tra la popolazione di più di 15 anni che è alla ricerca di un lavoro e la forza lavoro totale. Vai a “Cos’è il tasso di disoccupazione”

6% il tasso di disoccupazione in Ue all’ultimo aggiornamento Eurostat (agosto 2022).

Ovvero poco meno di 13 milioni di persone, sui circa 446,8 milioni che risultano risiedere nell’Unione nel 2022. Parliamo di una variazione del 21% rispetto allo stesso mese del 2020, quando il numero di disoccupati superava ampiamente i 16 milioni.

I paesi che registrano i valori inferiori sono tutti appartenenti all’area meridionale/mediterranea dell’Europa. Il tasso più elevato è registrato dalla Spagna (14,8%), seguita dalla Grecia (14,7%) e dall’Italia (9,5%). Al quarto posto per quota di disoccupati, prima della Francia, si posiziona la Svezia con l’8,8%. Il record positivo lo detiene invece la Repubblica ceca, con appena il 2,8%.

Tuttavia le differenze sussistono non solo a livello nazionale, ma anche regionale.

Con tasso di disoccupazione si intende la quota di persone nella forza lavoro (di età compresa tra i 15 e i 74 anni) che non lavorano ma sono alla ricerca di un impiego. Per il 2021 non sono disponibili i dati della regione di Trier, in Germania, e di Lubuskie, in Polonia.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: martedì 27 Settembre 2022)

Nel 2021, sono in particolare le regioni meridionali della Spagna, della Grecia e dell’Italia a registrare le cifre più alte. Prima tra tutte l’enclave di Ceuta, che raggiunge il 26,6%. Seguono le Canarie, l’Andalusia e la regione del Sud, tutte in Spagna.

Mentre la Bassa Baviera, in Germania, è l’unica con un tasso di disoccupazione inferiore al 2%. Seguono altre aree dell’Europa centrale e orientale, in particolare le regioni delle capitali Varsavia (2,1%) e Praga (2,3%).

Per quanto riguarda l’Italia, è la Campania a registrare il tasso più elevato (19,3%), seguita da Sicilia (18,7%) e Calabria (18%). Al contrario al nord si riscontrano le cifre più contenute, in particolare in Trentino-Alto Adige (4,8%, con una differenza di quasi 15 punti percentuali rispetto alla Campania).

Con tasso di disoccupazione si intende la quota di persone nella forza lavoro (di età compresa tra i 15 e i 74 anni) che non lavorano ma sono alla ricerca di un impiego. I dati sono destagionalizzati, ovvero sono eliminate le fluttuazioni connesse a fattori meteorologici, consuetudinari o legislativi all’interno della serie storica. Questo con lo scopo di individuare la tendenza di fondo. Non sono invece corretti per gli effetti di calendario, ovvero non è stato cambiato il numero di giorni lavorati in particolari periodi dell’anno come nel caso delle vacanze pasquali o dell’anno bisestile.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(pubblicati: giovedì 20 Ottobre 2022)

In Italia il tasso di disoccupazione è stato costantemente al di sopra della media Ue, ma il calo è stato più marcato e conseguentemente lo scarto è andato gradualmente diminuendo. Se a gennaio e febbraio del 2019 la differenza era superiore ai 3 punti percentuali, ad agosto 2022 è pari a 1,8.

Lo stesso si può osservare rispetto agli altri grandi paesi Ue: in Germania, il calo in questo stesso lasso di tempo è stato di 0,1 punti percentuali (passando dal 3,1% al 3%), mentre in Francia è stato di 1,5 punti (da 8,8% a 7,3%) e in Spagna di 1,9 (da 14,3% a 12,4%).

Ma in assoluto il paese che ha visto il calo maggiore da prima a dopo la pandemia è stata la Grecia, dove a gennaio del 2019 il tasso di disoccupazione si attestava al 19,4% (con una differenza di 7 punti percentuali).

Foto: Sora Shimazakilicenza

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