La cooperazione italiana prima della sfida della pandemia Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi Cooperazione Italia, il rilancio necessario di fronte alla pandemia.

0,22%

il rapporto tra aiuto pubblico allo sviluppo e reddito nazionale lordo (Aps/Rnl) raggiunto dall’Italia nel 2019. Come avevamo anticipato lo scorso ottobre, i fondi italiani destinati al settore della cooperazione risultano decisamente inferiori rispetto a quanto indicato dall’Ocse con i dati preliminari, ovvero lo 0,24% Aps/Rnl. Il traguardo intermedio che si era posto il nostro paese per il 2020 (0,30%) può dirsi quindi mancato e rimane ancora molto distante l’obiettivo di destinare alla cooperazione lo 0,7% Aps/Rnl entro il 2030. Vai all’articolo.

0,29%

il rapporto Aps/Rnl che dovrebbe essere stato raggiunto dall’Italia nel 2020 stando agli importi indicati nella legge di bilancio. Tuttavia questa stima si basa sugli importi che ciascun ministero dichiara che saranno destinati al settore della cooperazione ma, da alcuni anni, il ministero dell’interno continua a inserire in questa sede importi sistematicamente sovradimensionati. Considerando i precedenti abbiamo quindi ipotizzato una cifra alternativa che ridimensiona l’Aps italiano per il 2020 allo 0,22% ovvero lo stesso dato del 2019. Vai al Grafico.

18°

il posto occupato dall’Italia nella classifica dei donatori per rapporto Aps/Rnl. Al momento sono solo 5 i paesi che raggiungono o superano l’obiettivo dello 0,7% Aps/Rnl: Regno Unito (0,70% Aps/Rnl), Danimarca (0,72), Svezia (0,96), Norvegia (1,03) e Lussemburgo (1,03). Peggio di noi fanno comunque paesi molto importanti, primo tra tutti gli Stati Uniti che raggiungono appena lo 0,15%. Tuttavia è bene ricordare che, in termini assoluti, gli Usa forniscono da soli circa il 22% dei fondi complessivi.Vai alla classifica.

0,06%

la quota di Rnl destinato nel 2019 dall’Italia ai paesi a più basso tasso di sviluppo (Ldcs). Il nostro paese, così come gli altri membri del comitato Ocse Dac, si è impegnato a destinare almeno lo 0,15% del reddito nazionale lordo ai paesi a più basso tasso di sviluppo (Ldcs). Nonostante questo lo 0,06% è lo stesso dato raggiunto dall’Italia nel 2018 e nel 2017. Un dato intorno al quale oscilliamo da almeno un decennio. Su questo tema insomma l’Italia fatica a fare progressi, anche limitati. Vai alla classifica.

6,8%

la quota di fondi del canale bilaterale allocabile destinata dall’Italia al settore sanitario nel 2019. Un dato decisamente basso se si considera che la salute è un tema da sempre considerato prioritario dalla cooperazione italiana. Il 2020 tuttavia possiamo augurarci che sia stato un momento di svolta in questo settore. Infatti, indipendentemente da quelle che erano le priorità italiane prima della pandemia, è evidente che il coronavirus ha reso la salute globale una priorità imprescindibile per tutto il pianeta, e non solo da un punto di vista solidaristico. Peraltro quest’anno l’Italia ricopre la presidenza del G20 e il 21 maggio ospiterà a Roma il Global Health Summit. Un’occasione unica per il nostro paese per assumere un ruolo centrale nel quadro multilaterale ponendo il tema della salute globale al centro della discussione. Vai all’articolo.

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