Il patrimonio arboreo nelle città è essenziale per i minori #conibambini

La presenza di alberi e di aree verdi rappresenta un aspetto centrale per la qualità della vita dei bambini. Approfondiamo la disponibilità di patrimonio arboreo rispetto ai minori nei capoluoghi italiani.

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Il patrimonio arboreo, così come l’estensione del verde pubblico, sono elementi essenziali per la vita delle città. Anche al netto degli aspetti paesaggistici – gli alberi contribuiscono a delineare la fisionomia di un territorio e la sua stessa identità – vi sono anche altre ragioni, ambientali e sociali.

Specialmente nei maggiori agglomerati urbani, il traffico veicolare, il consumo e l’impermeabilizzazione del suolo hanno effetti negativi, sia in termini ambientali che di vivibilità. 

La presenza di aree verdi e di un patrimonio arboreo diffuso contribuisce a mitigare tali aspetti, rendendo gli ambienti urbani più vivibili. Anche e soprattutto per bambini e ragazzi, per i quali la possibilità di giocare e passare del tempo all’aria aperta è fondamentale per una crescita sana.

Come abbiamo avuto modo di raccontare, la possibilità di accesso a spazi verdi pubblici di qualità è uno dei fattori che influenzano lo stesso rispetto della convenzione Onu sui diritti dell’infanzia.

La cura degli alberi, nell’interesse dei bambini

Anche per questo motivo, la connessione tra presenza di minori e disponibilità di patrimonio arboreo è stata stabilita da una legge dello stato.

Le legge 113/1992, modificata dalla norma che nel 2013 ha istituito il 21 novembre come «giornata nazionale degli alberi», collega direttamente la nascita di bambine e bambini alla piantumazione di nuove alberature.

In attuazione degli indirizzi definiti nel piano forestale nazionale, i comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti provvedono, entro sei mesi dalla registrazione anagrafica di ogni neonato residente e di ciascun minore adottato, a porre a dimora un albero nel territorio comunale.

In attuazione di questa norma, i capoluoghi di provincia italiani hanno dichiarato la messa a dimora di 80.968 nuovi alberi nel 2020 e di quasi 70mila l’anno successivo.

69.029 i nuovi alberi piantati nelle città capoluogo nel 2021.

La grande maggioranza di queste nuove piantumazioni ha riguardato le aree metropolitane. Quasi il 70% degli alberi di cui è stata dichiarata la messa a dimora nel 2021, pari a 48mila unità, è stata piantata in capoluoghi di città metropolitana. Il restante 30% invece in capoluoghi di provincia.

Quasi due terzi del nuovo patrimonio arboreo ha trovato sede nelle città del nord-ovest. In particolare Milano, con 21.622 alberi piantati nel 2021 e Torino, con 20.832. Il capoluogo lombardo e quello piemontese insieme coprono il 60% delle nuove alberature messe a dimora nel corso di quell’anno.

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat
(pubblicati: mercoledì 22 Febbraio 2023)

Al terzo posto Roma con 2.895 piantumazioni dichiarate per il 2021. Seguono Verona, con duemila nuovi alberi, Cagliari (1.690), Reggio Emilia (1.461), Modena (1.413), Forlì (1.200), Monza (1.183) e Trento (1.000). Altri 45 capoluoghi si attestano sotto le mille unità piantate nel corso del 2021, mentre per altri 54 il dato non è disponibile relativamente a quell’anno.

Oltre alle nuove piantumazioni, è però interessante ricostruire la consistenza totale del patrimonio arboreo, comune per comune. Soprattutto in relazione a bambini e ragazzi che abitano in ciascuna città.

Il patrimonio arboreo nelle città italiane

Nei capoluoghi italiani, in media, sono presenti 1,1 alberi per ogni residente con meno di 18 anni. Parliamo infatti di 2.966.307 alberi complessivamente conteggiati nel catasto delle alberature effettuato dalle città, a fronte dei circa 2,7 milioni di bambini e ragazzi che vivono nei capoluoghi.

1,1 alberi per minore residente nelle città italiane.

Sono 6 i capoluoghi di provincia in cui vi sono oltre 2,5 alberi per ciascun minore residente. Al primo posto Modena (7,27 alberi per minore), seguita da Torino (3,24), Reggio Emilia (3,08), Fermo (2,87), Arezzo (2,86) e Ravenna (2,6).

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat
(pubblicati: mercoledì 22 Febbraio 2023)

In quasi un capoluogo su 3 (32%) vi sono oltre 1,4 alberature per minore. Oltre ai 6 comuni già citati – tutti appartenenti all’Italia centro-settentrionale – anche gli altri ai vertici della classifica si trovano nel mezzogiorno solo in una minoranza di casi. Tra questi Cosenza e Oristano (attorno a quota 1,7) e Pescara e Lecce (entrambe a 1,4).

Meno di un albero per minore in 42 città.

In altri 42 capoluoghi sono meno di uno gli alberi presenti per ciascun minore residente. Ovvero il 38% delle città italiane, con una quota molto differenziata tra le aree del paese. Non raggiungono la soglia di un albero per minore oltre il 40% delle città dell’Italia centrale, meridionale e insulare, il 32% delle città del nord-ovest e il 18% di quelle del nord-est. Invece per 13 comuni, di cui 7 del sud e 3 delle isole, l’informazione sul numero di alberi non è risultata disponibile.

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I contenuti dell’Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell’articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l’obiettivo di creare un’unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati sul patrimonio arboreo, raccolti da Istat nell’ambito dei dati ambientali nelle città, sono tratti dal catasto delle alberature delle città capoluogo, come richiesto dalla legge 10/2013 e dal decreto 63 del 10 marzo 2020 emanato dal ministero dell’ambiente sui criteri ambientali minimi (Cam). Per ciascun comune, sono stati messi in relazione con il numero di residenti con meno di 18 anni nel 2021.

Foto: David Brooke Martin (Unsplash) – Licenza

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