Il collegamento delle scuole nei comuni più periferici #conibambini

Per i ragazzi che vivono nelle aree interne del paese si pone il tema degli spostamenti per andare a scuola. Abbiamo approfondito quanto e come sono collegate le scuole nelle province dove tanti minori vivono in comuni periferici e ultraperiferici.

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L’Italia è un paese geograficamente molto articolato, e questo ha delle conseguenze sul collegamento di scuole e servizi. Uscendo dalle città maggiori e dai capoluoghi, un tema fondamentale diventa la possibilità di accesso ai servizi per chi vive nelle aree interne. Tra questi ovviamente la maggiore o minore facilità di raggiungere la scuola.

Le aree interne sono i territori del paese più distanti dai servizi essenziali (quali istruzione, salute, mobilità). Parliamo di circa 4.000 comuni, con 13 milioni di abitanti, a forte rischio spopolamento (in particolare per i giovani), e dove la qualità dell'offerta educativa risulta spesso compromessa. Vai a "Che cosa sono le aree interne"

Come abbiamo ricostruito nel report Scuole e asili per ricucire il paese, il problema si pone soprattutto per i comuni periferici e ultraperiferici. Si tratta di quelle aree del paese distanti almeno 40 minuti dai centri principali, o addirittura oltre 75 minuti nel caso dei comuni ultraperiferici.

Anche come conseguenza delle difficoltà di spostamento, sono le aree che mostrano la maggiore tendenza allo spopolamento nella fascia d’età tra 6 e 18 anni.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 1 Gennaio 2018)

Perciò è importante tracciare la domanda e l'offerta di servizi pubblici in questi territori, anche come premessa per impostare le politiche pubbliche.

Bambini e ragazzi che vivono in aree periferiche e ultraperiferiche

In Italia ci sono 7,4 milioni di persone in età per andare scuola, tra 6 e 18 anni. Quelli che abitano nei comuni periferici e ultraperiferici (quindi ad almeno 40 minuti dal centro più vicino) sono circa mezzo milione.

Le regioni con più ragazze e ragazzi tra 6 e 18 anni che vivono in comuni periferici e ultraperiferici sono Sicilia (105mila residenti in età da scuola nelle aree più periferiche), Sardegna (quasi 62mila), Calabria (53mila) e Basilicata (40mila). Quest'ultima regione è quella dove incidono di più rispetto ai residenti della stessa età.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 1 Gennaio 2018)

Scendendo a livello provinciale, ai primi posti per numero di 6-18enni nei comuni più periferici ricorrono soprattutto le province del mezzogiorno. In particolare le due isole (Sassari, Catania, Messina, Agrigento, Nuoro e Siracusa).

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 1 Gennaio 2018)

Significativo anche il dato di altre province meridionali: Potenza (25mila ragazzi tra 6 e 18 residenti in comuni periferici e ultraperiferici), Cosenza (24mila) e Lecce (poco meno di 23mila). L'unica realtà centro-settentrionale a comparire tra i primi 10 in classifica è Brescia (poco meno di 17mila 6-18enni nei comuni più periferici).

Ma cosa sappiamo sulla presenza e sulla raggiungibilità delle scuole in questi territori?

Il collegamento con scuolabus e trasporti pubblici

Nelle 10 province con più bambini e ragazzi residenti in comuni periferici e ultraperiferici, è interessante andare a verificare quanto e come sono collegate le scuole. Con i vari mezzi possibili: dagli scuolabus al trasporto pubblico urbano e interurbano.

È possibile farlo elaborando i dati rilasciati dal ministero dell'istruzione. Con una cautela preliminare: il Miur raccoglie questi dati rispetto al collegamento degli edifici scolastici, che possono ospitare anche scuole di ordine e grado diverso. Si tratta quindi di dati aggregati su tutte le scuole, ma che comunque sono indicativi di alcune tendenze.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: lunedì 1 Gennaio 2018)

Per quanto riguarda il trasporto pubblico urbano e gli scuolabus, in 6 casi su 10 le scuole delle province con più minori in aree periferiche e ultraperiferiche risultano più collegate con questi mezzi rispetto alla media nazionale.

Tra quelle considerate, risultano meno collegate della media con il trasporto urbano le scuole delle province di Lecce (26,52%), Siracusa (32,9%), Nuoro (42,02%) e Brescia (47,56%). Mentre con lo scuolabus, rispetto a una media nazionale del 65,78%, risultano meno collegate Siracusa (49,35%), Agrigento (60,66%), Catania (60,72%) e Nuoro (60,91%).

In Sicilia e Puglia scuole meno collegate ma più presenti in aree interne.

Per quanto riguarda il trasporto pubblico interurbano, fondamentale per i ragazzi che si devono spostare da un comune all'altro - specie alle superiori - in media risulta collegato il 42% degli edifici scolastici in Italia. Una percentuale che anche in questo caso varia molto nelle province considerate. Sopra il 50% troviamo Potenza e Catania; si avvicina a questa quota anche Brescia (48%). Al di sopra della media anche le due realtà sarde analizzate, Nuoro e Sassari. In fondo alla classifica per il collegamento tre province siciliane e Lecce. Un dato perfettamente in linea con quanto era emerso in Scuole e asili per ricucire il paese. Nei territori dove gli edifici scolastici sono meno collegati, generalmente è più alta la percentuale di ragazzi delle aree interne che ha la scuola nel comune, e viceversa.

42% degli edifici scolastici statali sono raggiungibili con il trasporto pubblico interurbano.

Due casi diversi: Brescia e Siracusa

Questa tendenza può essere chiarita meglio scendendo a livello comunale, confrontando la provincia di Brescia con quella di Siracusa. In entrambe, un numero simile di bambini e ragazzi in età per frequentare le scuole vive in comuni periferici e ultraperiferici. Sono oltre 16mila nel bresciano e quasi 15mila nel siracusano. La prima risulta più collegata della media con il trasporto interurbano (48% delle scuole contro una dato nazionale del 42%). Al contrario nella seconda le scuole sono molto meno raggiungibili con questo mezzo (19% degli edifici).

Una ragione è dovuta anche al fatto che i comuni periferici e ultraperiferici del siracusano tendono ad avere più spesso la scuola nel comune.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat e Miur
(ultimo aggiornamento: lunedì 1 Gennaio 2018)

Ad esempio tutti hanno almeno una scuola statale per i primi due gradi di istruzione, elementari e medie. E la maggioranza dei comuni della provincia (13 su 21) ospita almeno una scuola superiore statale. È forse anche per questo motivo che i collegamenti risultano meno sviluppati. Il che comunque pone una potenziale criticità: il rischio che nelle zone più lontane - se poco collegate - i ragazzi siano di fatto indirizzati verso il percorso di studi più vicino, piuttosto che verso quello che sarebbe per loro più congeniale.

Nella provincia di Brescia invece è più frequente la presenza di comuni periferici di ridotte dimensioni: sono 27 i comuni sotto i 1000 abitanti. Questo dato riduce drasticamente anche il numero di comuni che ospitano scuole per tutti i gradi di istruzione. Qui solo il 13% dei comuni della provincia ha una scuola superiore statale.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat e Miur
(ultimo aggiornamento: lunedì 1 Gennaio 2018)

Questo dato spiega perché in questo territorio gli edifici collegati con trasporti interurbani superano la media nazionale. Ma è anche in questo caso un dato che può porre delle potenziali criticità, in ragione dei tempi di percorrenza. Un limite dei dataset attualmente disponibili da fonte pubblica è proprio la carenza di dati sui tempi di percorrenza. Una carenza informativa che può essere compensata con casi studio ad hoc, ma su cui non esistono dati sistemici.

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I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. La fonte dei dati sulla raggiungibilità degli edifici scolastici è il Miur. I dati sono relativi all'anno scolastico 2017/18.

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