I costi della politica nei comuni italiani Bilanci dei comuni

Le amministrazioni locali devono affrontare delle spese per sostenere i propri organi istituzionali, eletti e non. Dagli uffici alle consulenze, fino alla comunicazione istituzionale, vediamo quanto spendono i comuni.

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Dai costi del consiglio comunale all’ufficio del sindaco, passando per consulenze e comunicazione istituzionale. Sono numerose le spese sostenute dai comuni per il funzionamento dei propri organi istituzionali. Sono parte di questi “costi della politica” spesso al centro del dibattito ma necessari per garantire l’operato degli organi eletti dalla popolazione e quindi della democrazia.

Gli organi istituzionali dei comuni hanno compiti differenti.

Si tratta di tutti gli organi esecutivi e legislativi che prendono, entro le loro competenze, prendono delle decisioni che generano dei risvolti sulla vita quotidiana delle persone. C’è la giunta comunale, ovvero un collegio che è composto dagli assessori, che detiene il potere esecutivo e definisce le linee di governo dell’ente. Il sindaco è la figura che presiede la giunta ed è posto a capo del comune. Infine vi è il consiglio comunale che esercita un ruolo di controllo amministrativo e di indirizzo. Sono presenti tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, che abbiano almeno un rappresentante eletto.

Per un funzionamento ottimale di questi soggetti è necessario sostenere delle spese. Trovare un equilibrio tra rappresentatività e sostenibilità economica è cruciale per le amministrazioni, che contabilizzano queste uscite nei bilanci.

Le spese per gli organi istituzionali

All’interno della prima missione di spesa (che abbiamo già analizzato), c’è una voce specifica per le uscite relative ai su citati organi. In particolare, sono incluse le spese per l’ufficio del sindaco e quello dei vari livelli degli organi legislativi ed esecutivi dei comuni. Ma sono comprese anche la consulenza specifica per le funzioni delle istituzioni e le attrezzature materiali di cui questi comparti hanno bisogno.

In questa voce di bilancio si considerano anche le uscite per commissioni e i comitati permanenti per lo sviluppo dell’ente in un’ottica di governance e paternariato e quelle per la comunicazione istituzionale, compresi i rapporti con gli organi di informazione, le manifestazioni istituzionali e le attività di difensore civico.

I dati mostrano la spesa per cassa per gli organi istituzionali. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2021
(consultati: martedì 27 Giugno 2023)

Tra i grandi centri urbani del paese, è Napoli quella che spende di più (71,68 euro pro capite). Una cifra pari quasi al doppio rispetto a Padova (44,86). Seguono Venezia (43,09) e Bari (38,80). Si registrano uscite minori di 20 euro a persona a Messina (18,92), Verona (18,36) e Bologna (16,36).

I dati mostrano la spesa per cassa per gli organi istituzionali. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2016-2021
(consultati: martedì 27 Giugno 2023)

Se tra le grandi città Napoli è quella dove si spende di più per gli organi istituzionali, è anche vero che l’amministrazione partenopea, tra il 2016 e il 2021, ha ridotto la spesa di quasi un terzo, passando da 104,42 a 71,68 euro pro capite (-31,3%). Sono in calo anche le uscite negli altri comuni che abbiamo considerato, tranne a Padova dove il comune nel 2021 ha speso per i suoi organi il 75,3% in più rispetto a cinque anni precedenti.

Ammontano invece a 39,08 euro pro capite le uscite medie dei comuni italiani. Si registrano spese mediamente maggiori nelle amministrazioni dei territori autonomi della Valle d’Aosta (161,45), di Bolzano (68,35) e di Trento (63,04). Al contrario, si spende mediamente di meno in Puglia (21,87 euro pro capite), Emilia-Romagna (21,66) e Veneto (18,41).

Per sapere quanto viene speso nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

I dati mostrano la spesa per cassa per gli organi istituzionali. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2021
(consultati: martedì 27 Giugno 2023)

È però Borroneddu, in provincia di Oristano, il comune italiano che spende di più per gli uffici delle istituzioni: 1.259,31 euro pro capite. Seguono Sauze d’Oulx (Torino, 1.027,02), Rosello (Chieti, 921,73) e Rocca de’ Giorgi (Pavia, 857,29).

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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da Openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un’attività di monitoraggio civico dei dati, con l’obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto: municipio di Gagliano Aterno (L’Aquila) – Martina Lovat

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