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L’emergenza coronavirus ha reso evidente come lo sviluppo dell’agenda digitale sia (e sarà sempre più) legato al contrasto della povertà educativa.

Nei mesi di didattica a distanza è emersa tutta la differenza tra chi – pur nelle complicazioni date dall’emergenza – ha potuto partecipare attivamente alle lezioni e chi invece ha avuto più difficoltà. Questo tipo di divari digitali, ad esempio la presenza di una connessione lenta, o l’assenza di un dispositivo per ciascun membro della famiglia, rischiano di approfondire le disuguaglianze sociali ed educative preesistenti.

Il report completo in pdf

10 milioni di abitanti, 1.506 comuni, 23.864 kmq: per la Lombardia il dato medio regionale sulle connessioni non è sufficiente per l’analisi.

In questo quadro, la Lombardia – presa nella sua interezza – presentava già prima della crisi dati in linea con la media nazionale, rispetto alle connessioni su rete fissa. Nel 2019, il 98% delle famiglie risultava raggiunto dalla banda larga di base su rete fissa (contro una media italiana del 95%). Al momento della rilevazione, si trattava della quota più alta tra le regioni italiane per quanto riguarda la rete cablata. Il 70% dei nuclei è raggiunto da una connessione di banda larga veloce su rete fissa (pari almeno a 30 Mbps, contro una media nazionale del 68,5%). Nella banda larga ultraveloce (connessioni superiori a 100 Mbps) il dato lombardo (34% delle famiglie potenzialmente raggiunte) era poco distante dalla media nazionale (36,8%).

9 su 20 la posizione della Lombardia rispetto alle altre regioni per quanto riguarda le connessioni veloci e ultraveloci.

Ma il dato medio regionale, parlando della prima regione per popolazione e della quarta per estensione, evidentemente non basta a ricostruire la situazione di un territorio i cui divari interni sono molto ampi. In primo luogo per conformazione territoriale: circa il 10% dei minori residenti della regione vive in un comune classificato come montagna interna, a fronte del 69% che vive in zone pianeggianti, generalmente più semplici da raggiungere con la rete cablata.

165.695 bambini e ragazzi lombardi che abitano in zone montane. Dopo il Trentino-Alto Adige è la regione con più minori in questi territori.

La sfida per raggiungere tutti i bambini e i ragazzi con connessioni veloci e ultraveloci diventa ancora più complessa se questo dato viene letto dal punto di vista dell’estensione territoriale: il 40% della Lombardia è classificato come area montana. E infatti, sono soprattutto le province con più popolazione residente in montagna ad avere le quote più basse di famiglie potenzialmente raggiunte dalla banda larga veloce e ultraveloce.

Poca distanza tra i territori nella banda larga di base, ma nella rete ultraveloce si accentua il divario tra l’area metropolitana di Milano e le zone montane.

In questo quadro, le differenze più sensibili si rilevano soprattutto nelle connessioni veloci e ultraveloci. Nella banda larga di base, infatti, i dati precedenti l’emergenza mostravano pochissima distanza tra i territori. Tutte le province lombarde superavano la media nazionale del 95%, oscillando tra il 96% delle famiglie raggiunte a Pavia e Mantova e il 99% di Monza e Brianza. In quelle di banda larga veloce (oltre 30 Mbps), ai dati dell’area metropolitana compresa tra Milano e Monza (con dati superiori all’80%) si contrapponeva il dato di Sondrio (37%).

Nella banda larga ultraveloce (con velocità teorica superiore a 100 Mbps), i dati 2019 confermavano la distanza tra la città metropolitana di Milano (poco sotto il 60%) e territori montani come quelli compresi nella provincia di Sondrio (14%).

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Agcom
(ultimo aggiornamento: martedì 29 Ottobre 2019)

Un dato che può essere ricondotto anche alle caratteristiche morfologiche del territorio: il 100% dei residenti nella provincia di Sondrio vive in comuni classificati da Istat come "montagna interna", contro la stessa percentuale di abitanti che a Milano e nell'hinteland vive in pianura.

Una differenza che però, persino con le medie provinciali, non riesce a dare conto dei divari interni a ciascun territorio. Tra capoluoghi e zone rurali, centri popolosi e aree interne a bassa densità e più difficilmente raggiungibili.

Sondrio

La provincia di Sondrio è l'unica della regione ad essere interamente montana. In virtù di questa caratteristica, e del fatto di essere regione di confine con la Svizzera, la riforma regionale delle autonomie locali del 2015, in attuazione della legge nazionale 56/2014, le ha riconosciuto la specificità di territorio interamente montano e confinante con paesi stranieri.

Da questa specificità discende che su una serie di materie (governo del territorio, energia, viabilità, trasporti ecc.), le leggi regionali devono prevedere disposizioni particolari, che possano adattarsi alle caratteristiche del territorio.

Sotto questo punto di vista, anche un territorio interamente montano può mostrare forti differenze interne. Nell'area di Sondrio quella più visibile emerge tra il capoluogo e il resto della provincia.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Agcom
(ultimo aggiornamento: martedì 29 Ottobre 2019)

34 punti di differenza tra la quota di famiglie raggiunte dalla banda larga ultraveloce nel comune di Sondrio e la media provinciale.

Se si confronta Sondrio con gli altri 10 comuni più popolosi, emerge come il capoluogo spicchi anche rispetto a questi ultimi. Con quasi la metà di famiglie residenti potenzialmente raggiunte dalla banda larga ultraveloce, il dato di Sondrio supera non solo la media provinciale, ma anche quella regionale e nazionale.

In questo senso è utile osservare che anche altri comuni della provincia superano il dato medio nazionale e regionale, in particolare Morbegno e Chiavenna.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Agcom
(ultimo aggiornamento: martedì 29 Ottobre 2019)

Con l'eccezione di Chiavenna, sono spesso i principali comuni periferici e ultraperiferici a presentare i dati più contenuti in termini di famiglie potenzialmente raggiunte dalla rete fissa ultraveloce. Tra questi ad esempio Valdidentro e Livigno.

Il dato cambia se si osservano i dati relativi alla banda larga veloce (almeno 30 Mbps). Qui oltre la metà dei comuni considerati raggiunge o supera il 70% (superiore alla media nazionale del 68,5%). In particolare Chiavenna (95% delle famiglie), Tirano (90%), Morbegno (86%) e il capoluogo, Sondrio (80%). Mentre si trovano tutti sotto il 10% i comuni di Livigno, Valdisotto, Bormio e Valdidentro. Più omogenea la distribuzione in termini di banda larga di base: tutti i 10 comuni più popolosi le famiglie raggiunte superano l'80%, e 8 di questi superano la media nazionale del 95%.

Milano

In termini di copertura della rete fissa di banda larga ultraveloce, la città metropolitana di Milano è il territorio con più famiglie potenzialmente raggiunte della regione. Un dato coerente con la vocazione metropolitana del capoluogo lombardo, ma che anche in questo caso mostra delle differenze interne se si confronta la città principale con il suo hinterland.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Agcom
(ultimo aggiornamento: martedì 29 Ottobre 2019)

 

Rispetto alla provincia di Sondrio, Milano mostra una diffusione molto più capillare tra i diversi comuni dell'area metropolitana. Quasi 9 su 10 hanno almeno una parte di famiglie potenzialmente raggiunte dalla rete fissa a oltre 100 Mbps. Ma la quota varia molto tra il centro, formato dal capoluogo e dal suo hinterland, dove il dato oscilla generalmente tra il 50 e il 70%, e i territori esterni, quasi sempre coperti almeno parzialmente ma con percentuali nettamente inferiori.

17 punti di differenza tra la quota di famiglie raggiunte dalla banda larga ultraveloce nel comune di Milano e la media provinciale.

Confrontando i 10 comuni più popolosi, la quota di famiglie potenzialmente raggiunte supera il 70% nel capoluogo (72%), a Cinisello Balsamo (74%) e a Sesto San Giovanni (79%). Tra i comuni considerati, comunque, tutti (eccetto Legnano) superano il dato medio nazionale e regionale.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Agcom
(ultimo aggiornamento: martedì 29 Ottobre 2019)

L'analisi cambia completamente se - invece della banda larga ultraveloce - si considera quella veloce (30 Mbps o superiore) oppure quella di base. Nel primo caso, 8 dei 10 comuni più popolosi presentavano nel 2019 una percentuale di famiglie raggiunte pari o superiore al 90%. Al di sotto di questa soglia, ma comunque ampiamente al di sopra delle medie nazionali e regionali, Milano (79%) e San Giuliano Milanese (86%).

Rispetto alla banda larga di base, tutti i comuni più popolosi della città metropolitana raggiungevano almeno il 95%, con punte del 100% di famiglie potenzialmente raggiunte in 4 di questi: Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Paderno Dugnano, Legnano.

Scuole e digitalizzazione nel comune di Milano

Una forte diffusione delle connessioni veloci non è importante solo per lo studio da casa, come si è visto nelle settimane di didattica a distanza per la chiusura delle scuole. La presenza di infrastrutture tecnologiche in grado di collegare velocemente a internet anche (e soprattutto) gli edifici scolastici è una variabile decisiva per fare scuola digitale, una volta tornati in classe.

La connettività e la digitalizzazione delle scuole è il cuore della sfida Ue verso la gigabit society.

Proprio per questo, le scuole sono il primo fronte della sfida digitale italiana ed europea. Entro il 2025, uno degli obiettivi stabiliti in sede Ue è che tutte le famiglie siano raggiunte ad almeno 100 Mbit al secondo. Per gli istituti scolastici, in quanto edifici strategici nell'educazione di ragazze e ragazzi e nella diffusione del sapere, l'obiettivo è che la connettività raggiunga 1 gigabit al secondo. Un target ambizioso, e non è casuale che la strategia europea della gigabit society parta proprio dai luoghi dove si formano le conoscenze di bambini e ragazzi.

0,16 i secondi che servono per scaricare un file da 20 megabyte con una connessione ultraveloce da 1 gigabit al secondo.

Attraverso i dati pubblicati da Agcom, è possibile confrontare la tecnologia di connessione potenzialmente disponibile per le scuole italiane, regione per regione. Le scuole connesse con tecnologia Ftth, che utilizzando solo la fibra ottica consente di raggiungere il gigabit al secondo, sono circa il 12% del totale. Sommando anche quelle per cui è disponibile la tecnologia Fttc/Fttc+, più veloci della linea adsl, la quota raggiunge il 77% degli edifici (in linea con il dato medio nazionale).

Per ciascuna regione è indicata la percentuale di edifici scolastici per tipo di tecnologia di connessione disponibile. Gli acronimi indicano:

Adsl: Asymmetric Digital Subscriber Line, si tratta di una tecnologia che utilizza la linea telefonica per realizzare la connessione a internet. A differenza dei vecchi modem 56k, tuttavia, durante la connessione la linea telefonica resta libera. È la tecnologia che ha consentito di estendere la cosiddetta “banda larga di base” negli ultimi 2 decenni.
Fttc: Fiber to the Cabinet, significa che la fibra ottica arriva dalla centrale fino al cabinato in strada e poi da questo arriva all’edificio attraverso cavi in rame. Se il tratto in rame è contenuto (250 metri o inferiore) la connessione Fttc può raggiungere i 100/200 Mbps, dato molto superiore rispetto all’ADSL, che in condizioni ottimali arriva a 20 Mbps.
Fttc+: Fiber to the Cabinet plus, si tratta di una tecnologia che – basandosi sulla stessa infrastruttura Fttc – consente di raggiungere fino a 400 Mbps di velocità.
Ftth: Fiber to the Home, significa che il collegamento dalla centrale di trasmissione fino al modem dell’utente finale è realizzato interamente in fibra ottica. Ciò comporta, in termini di prestazioni, In termini di prestazioni, la possibilità di raggiungere 1 Gbps di velocità con una connessione stabile e performante.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Agcom
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

Si tratta di un dato solo potenziale, perché dipende dall'abbonamento effettivamente in uso. E, come ovvio, anche dalla dotazione tecnologica della scuola: computer, tablet, lavagne multimediali e altri dispositivi per la didattica.

In questo quadro, Milano - oltre ad avere più famiglie connesse con la banda ultaveloce rispetto alla media regionale - è anche una delle città italiane con maggiore diffusione di dispositivi digitali nelle scuole. Tra i maggiori comuni italiani, Milano è quello con la percentuale più elevata di alunni che frequentano una scuola dove ci sono più di 10 computer.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: sabato 1 Settembre 2018)

Quasi la metà degli studenti milanesi (44,5%) studia in un plesso con oltre 10 pc, contro il 36-37% di Roma e Napoli. Allo stesso tempo però non è affatto trascurabile la quota di alunni in scuole che dichiarano 0 dispositivi sul portale: sono il 14% del totale. Tra le maggiori città italiane è la terza con questa percentuale: una quota che può sottintendere forti differenze sul territorio, e che per questo è necessario approfondire a livello subcomunale, scuola per scuola.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: sabato 1 Settembre 2018)

Un primo dato da sottolineare è l'elevato numero di plessi scolastici per cui non è possibile ricostruire questa informazione. Considerando primarie e secondarie di I e II grado, per circa il 40% delle scuole questo dato non è disponibile. Una quota più contenuta tra elementari (37%) e medie (35%) e più elevata per le superiori (in media il 47%).

39,7% le scuole di Milano per cui l'informazione sul numero di computer o tablet non è attualmente disponibile.

L'alto numero di scuole per cui il dato non è presente limita l'analisi.

Al netto di questo elemento, che ovviamente limita fortemente l'analisi, la più elevata concentrazione di plessi con un maggior numero di pc si riscontra nelle zone corrispondenti ai cap 20131 (zona Casoretto-Città studi), 20161 (Affori-Bruzzano) e 20149 (Portello-Fiera). Nella prima, il numero di dispositivi raggiunge i 31,7 pc e tablet ogni 100 alunni, cioè quasi 1 computer ogni 3 studenti nelle scuole della zona. Nella seconda il dato supera i 20 pc e tablet ogni 100 alunni. Nella terza, sono circa 16 ogni 100 studenti.

Altro aspetto interessante è rappresentato da quante aule siano effettivamente connesse attraverso il wifi.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: sabato 1 Settembre 2018)

Anche in questo caso, l'elevata percentuale di plessi per cui l'informazione non è disponibile (38% del totale) incide sull'analisi. Al netto di questo, la maggiore concentrazione di scuole con aule connesse al wifi si rileva nella zona corrispondenti al cap 20129 (zona risorgimento). Qui il 71% delle scuole presenti dichiara di avere tutte le aule connesse. Seguono l'area Barona-Gratosoglio (cap 20142, 65% delle scuole) e altre zone dove è pari al 60%: Casoretto-Città studi (cap 20131), Lambrate-Ortica (20134), Bovisa-Dergano (20158), Niguarda-Prato Centenera (20162).

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I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati sulla percentuale di famiglie raggiunte dalla banda larga di rete fissa sono di fonte Agcom.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Agcom
(ultimo aggiornamento: martedì 29 Ottobre 2019)

Foto Credits: Pixabay SchoolPRPro - Licenza

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