Progetto

Recentemente l’Ocse ha rilasciato i dati definitivi relativi al contributo dei paesi del comitato Ocse Dac alla cooperazione allo sviluppo nel 2021. Nel caso italiano si può notare un leggero incremento rispetto alle cifre contenute nei dati preliminari, che indicavano per l’Italia un rapporto tra aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) e reddito nazionale lordo (Rnl) pari allo 0,28%.

0,29% il rapporto Aps/Rnl in Italia nel 2021.

Si può inoltre osservare che il contributo del nostro paese ha registrato un marcato aumento rispetto al 2020, il più elevato percentualmente tra tutti i paesi Ocse Dac. Tuttavia sono da rilevare due elementi. Primo, che nonostante il balzo in avanti siamo ancora lontani dall’obiettivo di dedicare lo 0,70% del nostro reddito nazionale lordo alla cooperazione internazionale. Secondo, che tale aumento va comunque ridimensionato, visto che si è trattato in larga parte di un fatto di carattere episodico, che di per sé non basta a prospettare e soprattutto programmare un futuro di crescita per le risorse della cooperazione.

L’Italia è impegnata ormai dal 1970 a raggiungere l’obiettivo, ribadito poi dalle Nazioni unite all’interno dell’Agenda 2030, di raggiungere un rapporto Aps/Rnl pari allo 0,70%. Soltanto nel 2017 tuttavia il nostro paese ha raggiunto l’obiettivo intermedio, fissato allo 0,30%, e a oggi il traguardo dello 0,70% resta piuttosto lontano.

Aumenta, rispetto al 2020, l’aiuto pubblico allo sviluppo

Stando ai dati definitivi dell’Ocse, nel 2021, disponibili solo dal dicembre 2022, si può notare, rispetto all’anno precedente, un marcato aumento dei fondi destinati alla cooperazione internazionale da parte del nostro paese.

Il rapporto tra le risorse per l’aiuto pubblico allo sviluppo e il reddito nazionale lordo, indicatore che misura l’impegno di un paese donatore in relazione alla ricchezza nazionale, ha infatti raggiunto lo 0,29%. Mentre nel 2020 si era fermato allo 0,22%. Registrando anche un lieve incremento rispetto ai dati preliminari, di cui abbiamo parlato in un recente approfondimento, i quali vedevano l’aiuto italiano allo 0,28%.

Si tratta tuttavia di una cifra ancora ben lontana dall’obiettivo dello 070, che senza una programmazione adeguata rischia di non essere mai raggiunto, come è stato d’altronde negli ultimi 50 anni.

5,145 miliardi di euro a prezzi correnti, l’Aps italiano nel 2021.

L’Italia è il primo paese, tra i membri del comitato Ocse Dac, per aumento nel passaggio tra 2020 e 2021. Parliamo di un incremento pari al 36% a prezzi costanti (38% a prezzi correnti). Con “prezzi correnti” si intende il valore registrato al momento della rilevazione. Mentre il dato a “prezzi costanti”, usando il valore fissato a un anno di riferimento, ha il vantaggio di appianare gli effetti dell’inflazione e di rendere quindi più agevole la comparazione tra diversi anni.

Sembrerebbe quindi trattarsi di un’importante inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni, quando il rapporto Aps/Rnl nel nostro paese era andato progressivamente calando.

Il rapporto tra aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) e reddito nazionale lordo (Rnl) indicato per gli anni 2014-2017 è ricavato utilizzando il metodo di calcolo dell’Aps noto come “net disbursement“. Per gli anni successivi invece Ocse riporta i dati con il metodo “grant equivalent“.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocse
(ultimo aggiornamento: giovedì 15 Dicembre 2022)

Un aiuto oscillante e imprevedibile.

Negli ultimi anni il rapporto Aps/Rnl italiano ha subito continue oscillazioni invece che seguire un costante andamento di crescita nella direzione di arrivare allo 0,70% Aps/Rnl entro il 2030. A partire dal 2014 ha registrato un graduale aumento fino al 2017 quando l’Italia ha raggiunto lo 0,30% Aps/Rnl. La legge di bilancio con cui si era arrivati a quel risultato era stata varata dal governo Renzi e portò l’Italia a raggiungere il suo massimo storico, se pur con alcune importanti criticità. Tuttavia il rapporto è poi calato drasticamente. Nel 2018 (0,25%, governo Gentiloni), nel 2019 e nel 2020 (0,22%, primo e secondo governo Conte).

Nel 2021 la legge di bilancio varata dal secondo governo Conte ha segnato di nuovo un aumento e adesso si tratta di verificare se questa crescita proseguirà nel tempo oppure se si verificheranno nuove riduzioni nelle risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo. Un’ipotesi che per varie ragioni, come approfondiremo, non può essere affatto esclusa.

L’aiuto pubblico allo sviluppo complessivo

Ma non solo l’aiuto italiano è cresciuto nel 2021. Dopo 4 anni di sostanziale stagnazione infatti, a partire dal 2020 l’Aps complessivo dei paesi Ocse Dac è tornato a crescere arrivando a sfiorare nel 2021 i 186 miliardi di dollari (a prezzi correnti). Ovvero lo 0,33% del reddito nazionale lordo complessivo dei paesi donatori.

185,9 miliardi $ il valore a prezzi correnti dell’Aps dei paesi Ocse Dac. In prezzi costanti al 2020 si tratta di 175,9 miliardi.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocse
(ultimo aggiornamento: giovedì 15 Dicembre 2022)

Si tratta complessivamente di una crescita dell’8,5% in termini reali (ovvero a prezzi costanti). Una crescita di oltre 23 miliardi (a prezzi correnti) che tuttavia, come nel caso italiano, non è scontato che resti stabile o cresca ulteriormente nei prossimi anni.

Infatti come vedremo meglio in seguito, buona parte di questo aumento è spiegabile con le risorse aggiuntive che i paesi donatori hanno devoluto per contribuire alla lotta alla pandemia. Quando a un certo punto dovesse venire meno questa necessità non è affatto detto che le nuove risorse vengano reinvestite in altre forme di aiuto pubblico allo sviluppo.

L’articolo è stato redatto grazie al progetto “Cooperazione: mettiamola in Agenda!”, finanziato dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Le opinioni espresse non sono di responsabilità dell’Agenzia.

Foto: Aics Khartoum

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