Progetto

Sono 29 i paesi che fanno parte del comitato Ocse Dac, a cui si aggiunge l’Unione europea. Nonostante gli impegni siano gli stessi per tutti – raggiungere un rapporto Aps/Rnl pari allo 0,70% entro il 2030 – i vari paesi membri hanno politiche di cooperazione molto eterogenee. Sia come importi totali in termini assoluti che come contributo in rapporto al proprio reddito.

Una eterogeneità che si ripresenta ogni anno e così anche nel 2021, come emerge dai dati definitivi dell’Ocse. Solo 5 paesi del comitato hanno ormai superato il traguardo dello 070, mentre 14 tra cui anche l’Italia non hanno ancora raggiunto nemmeno lo 0,30%. Gli Stati Uniti invece restano il primo donatore a livello globale, se consideriamo i contributi in termini assoluti (mentre raggiungono appena lo 0,20% di rapporto Aps/Rnl), e sono i secondi per aumento rispetto al 2020. Li precede l’Italia, anche se, come abbiamo accennato nei precedenti capitoli di questo approfondimento, si tratta principalmente per una parte di aiuto gonfiato e per l’altra di un aiuto difficilmente riprogrammabile o replicabile e perciò non corrispondente ai principi di efficacia. 

Nel 2021 aumentano i fondi per la cooperazione, ma il rapporto con la ricchezza nazionale resta stabile

Come abbiamo visto nel primo capitolo l’importo destinato all’aiuto pubblico allo sviluppo da parte dei paesi membri del comitato Dac nel 2021 è aumentato rispetto all’anno precedente.

175,9 miliardi $ l’aiuto pubblico allo sviluppo dei paesi Ocse Dac nel 2021 (a prezzi costanti).

Un aumento pari a circa l’8% rispetto al 2020, quando si attestava a 162,2 miliardi di dollari. Ma oltre alle caratteristiche di questo aumento, che abbiamo visto nei precedenti capitoli, è importante evidenziare un altro aspetto. Infatti se mettiamo in rapporto questa cifra alla ricchezza nazionale (il reddito nazionale lordo), vediamo che il contributo generale non è affatto cresciuto rispetto al 2020.

0,33% il rapporto Aps/Rnl dei paesi Ocse Dac nel 2021. Lo stesso identico valore dell’anno precedente.

Questo rapporto è cresciuto molto debolmente negli ultimi anni, oscillando tra lo 0,30% e lo 0,33%. Una cifra che nel complesso è ancora molto lontana dagli obiettivi.

Quasi la metà dei paesi Ocse Dac sono sotto lo 0,30% Aps/Rnl

Nel 2021 sono appena 5 gli stati che hanno già raggiunto l’obiettivo dello 070. Mentre sono 14, tra cui anche l’Italia, quelli che non hanno nemmeno raggiunto lo 0,30%.

Tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile c’è l’impegno da parte dei paesi sviluppati a donare lo 0,70% dell’reddito nazionale lordo (Rnl) ai paesi in via di sviluppo. Il rapporto tra aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) e Rnl serve a misurare il contributo di ciascun paese in ambito di cooperazione rispetto alla propria ricchezza nazionale. I dati sono quelli definitivi, forniti dall’organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) a dicembre 2022. Il Dac (development assistance committee) è il comitato dell’Ocse che coordina le politiche pubbliche di cooperazione.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocse
(ultimo aggiornamento: mercoledì 15 Febbraio 2023)

Nel 2021 l’Italia è al sedicesimo posto tra i paesi Ocse Dac per rapporto tra Aps e Rnl (0,29%). Al primo posto si trova il Lussemburgo (0,99%), seguito dalla Norvegia, con lo 0,93%. Ultimi invece alcuni stati dell’Europa centrale e orientale, in particolare Repubblica Ceca (0,13%), Slovacchia (0,14%) e Polonia (0,15%).

In Svezia si è verificato il maggior calo di Aps/Rnl.

I tre donatori con il rapporto più elevato tra Aps e Rnl, ovvero Lussemburgo, Norvegia e Svezia, hanno tuttavia registrato un calo rispetto all’anno scorso. Il Lussemburgo è passato dall’1,03% allo 0,99%, la Norvegia dall’1,11% allo 0,93% e la Svezia dall’1,14% allo 0,91%. Quest’ultima è stata, tra tutti i paesi Ocse Dac, quella che ha riportato la maggior riduzione del suo rapporto Aps/Rnl.

Sono, nel complesso, 10 gli stati membri del comitato Dac in cui il rapporto è diminuito nel passaggio tra il 2020 e il 2021, mentre in quattro casi è rimasto invariato e in 15 è aumentato.

In termini assoluti, il contributo maggiore viene dagli Stati Uniti

Ma è importante anche analizzare il contributo in termini assoluti. Da questo punto di vista, in linea con una tendenza ormai consolidata da anni, sono gli Stati Uniti a ricoprire il ruolo di donatore più importante a livello globale.

All’interno dell’Ocse opera il comitato per l’aiuto allo sviluppo, noto con l’acronimo inglese “Dac” (development assistance committee). Fanno parte di questo comitato 30 membri tra cui l’Italia e l’Unione europea. Per confrontare gli importi stanziati da ciascuno di questi paesi le cifre sono riportate in milioni di dollari a prezzi correnti. I dati sono quelli definitivi rilasciati dall’Ocse a dicembre del 2022.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocse
(ultimo aggiornamento: sabato 15 Gennaio 2022)

Nel 2021 gli Stati Uniti da soli hanno donato un importo pari a quasi 48 miliardi di dollari. Seguono la Germania con circa 33 miliardi e il Giappone (17,6). Sono invece 10 gli stati, per lo più piccoli paesi dell’Europa centrale, in cui le donazioni non raggiungono il miliardo di dollari.

Come importi assoluti l’Italia è il paese che ha registrato il maggior aumento tra 2020 e 2021. Parliamo di una differenza pari a 1,8 miliardi di dollari, ovvero di un incremento pari al 43%. Il quale va però ridimensionato, come abbiamo già visto, essendo quasi tutto imputabile a una forma episodica di aiuto gonfiato, che non indica una tendenza di alcun tipo ma soltanto una concomitanza di cause di natura congiunturale.

Al secondo posto per incremento ci sono gli Stati Uniti stessi, passati da 35,6 a quasi 48 miliardi di dollari (+34%). Soltanto 3 paesi hanno riportato un calo negli importi in termini assoluti. Si tratta di Regno Unito, Svezia e Paesi Bassi. Nel caso del Regno Unito in particolare la riduzione è stata molto marcata, attestandosi al -15,4%.

L’articolo è stato redatto grazie al progetto “Cooperazione: mettiamola in Agenda!”, finanziato dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Le opinioni espresse non sono di responsabilità dell’Agenzia.

Foto: Aics Addis Abeba

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