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Chi oggi ha meno di 18 anni sta vivendo un passaggio fondamentale del proprio percorso di crescita e formazione in un contesto particolarmente complesso. L’emergenza Covid infatti ha avuto delle pesanti ripercussioni anche per bambine e bambini, ragazzi e ragazze. La pandemia infatti ha reso molto più complesso l’accesso a opportunità educative e sociali. In questo contesto risultano particolarmente colpiti i minori provenienti da famiglie che si trovano in disagio economico.

Tendenze che caratterizzano anche i ragazzi e le ragazze che vivono nelle Marche. Parliamo di oltre 200mila minori in base ai dati del censimento permanente recentemente rilasciati da Istat. Da questo punto di vista, il ruolo del territorio è cruciale.

228.498 residenti con meno di 18 anni nelle Marche nel 2020.

La presenza diffusa di presidi educativi e reti comunitarie infatti costituisce la garanzia principale di contrasto alla povertà educativa. Ma nel contesto emergenziale sono emerse anche alcune questioni di lungo periodo. Come il distanziamento in classe, con la necessità di riadattare le scuole, che ha riproposto il tema della condizione del patrimonio edilizio scolastico. Nelle Marche ad esempio si registra una percentuale di edifici scolastici classificati come “vetusti” (cioè con un’età superiore ai 50 anni) superiore alla media nazionale del 17,8%. Edifici che spesso necessitano di interventi di manutenzione e ammodernamento.

Il report in formato pdf

24,4% edifici scolastici classificati come vetusti nelle Marche.

Un altro tema tornato in primo piano è la questione dei trasporti per raggiungere la scuola, con la necessità da un lato di rispettare le norme anti-contagio e dell’altro di garantire a tutti gli studenti e le studentesse di poter arrivare a scuola facilmente. In questo caso i dati della regione sono superiori alla media nazionale. Nelle Marche infatti oltre il 92% degli edifici scolastici è raggiungibile con almeno un mezzo pubblico alternativo all’auto privata.

Gli asili nido sono una fondamentale opportunità per bambini e famiglie.

Inoltre, è stata ridata attenzione pubblica alla necessità di disporre di una rete capillare servizi educativi per la prima infanzia. Non solo come conciliazione dei tempi familiari, stressati nella fase post-Covid. Ma come investimento di lungo periodo sull’occupazione femminile e sull’apprendimento dei bambini nei primi 1.000 giorni, cioè la fase della vita in cui sono più ricettivi. Nelle Marche il livello di copertura potenziale di posti in asilo nido e servizi integrativi per la prima infanzia pubblici e privati è superiore alla media nazionale (26,9%), ma non ha raggiunto l’obiettivo europeo di garantire 33 posti in asilo nido ogni 100 bambini.

I mesi di didattica a distanza poi hanno dimostrato quanto agenda digitale e contrasto della povertà educativa siano legate in modo determinante. Sotto questo aspetto, la quota di famiglie marchigiane raggiunte dalle connessioni veloci e ultraveloci è oltre 10 punti al di sotto della media nazionale. In base ai dati precedenti l’emergenza, il 55% dei nuclei risulta raggiunto da una connessione di banda larga veloce su rete fissa (pari almeno a 30 Mbps, contro una media nazionale del 68,5%). Mentre nella banda larga ultraveloce (connessioni superiori a 100 Mbps) il dato (25% delle famiglie potenzialmente raggiunte) è circa 12 punti al di sotto della media italiana (36,8%).

16 su 20 la posizione delle Marche rispetto alle altre regioni per quanto riguarda le connessioni ultraveloci.

Analizzando altri indicatori regionali sulla condizione educativa dei più giovani possiamo osservare inoltre come nel 2019 in questa regione la quota di giovani tra 18 e 24 anni che aveva lasciato la scuola prima del diploma si attestasse all’8,7%. Un dato inferiore alla media nazionale del 13,5% rilevato in quell’anno ed anche all’obiettivo europeo di riduzione del tasso di abbandono scolastico sotto al 10%.

L’emergenza Covid ha avuto un impatto decisivo sulla condizione di bambini e ragazzi.

Questo dato può essere letto anche insieme ad un altro fenomeno legato alla povertà educativa. Ovvero quello dei neet, cioè quei ragazzi che non solo non lavorano ma che hanno anche abbandonato qualsiasi percorso di formazione. Un altro fenomeno che è stato pesantemente impattato dalla pandemia. E tuttavia non particolarmente presente nelle Marche. In base ai dati di Eurostat infatti sappiamo che nel 2019 i Neet in questa regione erano l’11,5% dei giovani compresi tra i 15 e i 24 anni. Uno dei dati più bassi tra le regioni italiane.

Per questo nel corso del report approfondiremo alcuni degli aspetti più salienti in questa fase. Dalla diffusione della rete internet ultraveloce alla condizione dell’edilizia scolastica, dalla raggiungibilità delle scuole all’offerta di asili nido.

Lo faremo con il metodo proprio dell’osservatorio povertà educativa #conibambini, utilizzando dati di livello comunale. Perché se le medie regionali sono il punto di partenza dell’analisi, solo dati con una maggiore granularità possono aiutarci a comprendere la reale condizione dei minori sul territorio.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat, Agcom, Miur
(ultimo aggiornamento: mercoledì 4 Marzo 2020)

Foto credit: Unsplash Taylor Wilcox - Licenza

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