Con l’emergenza sanitaria aumenta l’aiuto gonfiato Cooperazione

Nel 2021 l’Ue è ancora lontana dall’obiettivo di destinare lo 0,70% Aps/Rnl alla cooperazione entro il 2030. Inoltre rispetto all’anno precedente si è ridotto l’aiuto genuino mentre è aumentato quello gonfiato, anche a causa della politica sui vaccini.

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Progetto

La pandemia ha portato, secondo le stime Onu, a un aumento dell’indice di povertà globale, passato dall’8,3% al 9,2% tra 2019 e 2020. Le disuguaglianze sono aumentate e per questo l’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) è diventato uno strumento ancora più importante. Tuttavia, anziché creare le condizioni per una maggiore solidarietà a livello internazionale, l’emergenza sanitaria ha prodotto piuttosto l’effetto contrario. Lo mostra l’ultimo report Aidwatch di Concord Europa.

Da diversi anni Concord, la confederazione che riunisce oltre 2.600 Ong europee di 28 paesi europei, pubblica il rapporto AidWatch in cui viene analizzata la quantità e la qualità dell’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) delle istituzioni europee e degli stati membri dell’Unione.

Dalle analisi relative al 2021 emerge che nel corso di un’emergenza sanitaria di proporzioni globali, molti stati europei hanno dato priorità ai loro interessi nazionali, e che è aumentata quella componente dell’Aps che Concord definisce aiuto gonfiato, cioè le risorse che rimangono all’interno del paese donatore, senza raggiungere alcun paese beneficiario. Complessivamente i paesi dell’Unione europea sono ancora distanti dall’obiettivo previsto dall’Agenda dell’Onu per il 2030, ovvero di raggiungere un rapporto tra aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) e reddito nazionale lordo pari allo 0,70%, e alcuni, tra cui l’Italia, sono ancora più indietro.

L’aiuto europeo nel 2021

Nel 2021 gli stati membri dell’Ue hanno donato più di 65 miliardi di euro in aiuto pubblico allo sviluppo, ovvero le risorse destinate ad attività e progetti di cooperazione nei paesi a più basso tasso di sviluppo. Complessivamente si tratta del 43% dei contributi totali, il che rende l’Ue il primo donatore a livello globale.

65,5 mld € l’Aps europeo nel 2021.

Tuttavia questo importo equivale solo allo 0,48% del reddito nazionale lordo (Rnl) dell’Ue, una cifra ben lontana dall’obiettivo di destinare a questo settore lo 0,70% Aps/Rnl entro il 2030. A questo ritmo però, secondo le stime di Concord, l’Unione raggiungerà l’obiettivo nel 2037.

Sono solo quattro i paesi Ue che nel 2021 hanno raggiunto l’obiettivo: Lussemburgo, Svezia, Germania e Danimarca. Altri quattro del gruppo Ue-14 (che comprende i paesi membri da prima del 2004), tra cui l’Italia, registrano quote inferiori allo 0,30%.

Nel complesso sono 11 gli stati che hanno aumentato i propri contributi nel 2021 di oltre il 5% rispetto all’anno precedente e l’Italia rientra in questa categoria, registrando un aumento pari al 27%. Tuttavia, come approfondiremo più avanti, si è trattato di aiuto gonfiato.

Un altro obiettivo che non è stato raggiunto è quello dei fondi da dedicare specificamente ai paesi a più basso tasso di sviluppo. La quota Aps/Rnl indirizzata a questi paesi dovrebbe attestarsi tra lo 0,15% e lo 0,20%, ma nel 2020 (l’ultimo dato consolidato) ha raggiunto solo lo 0,12%.

Diminuisce l’aiuto genuino, aumenta quello gonfiato

In ogni caso l’Aps dei paesi europei si è ridotto nel 2021 rispetto all’anno precedente. Inoltre, come se non bastasse, a diminuire è stato in particolare l’aiuto genuino, mentre al contempo è cresciuto l’aiuto gonfiato.

L’aiuto gonfiato consiste nelle risorse contabilizzate come aiuto pubblico allo sviluppo che però non prevedono un effettivo trasferimento di fondi verso paesi in via di sviluppo. Vai a “Che cosa si intende per aiuto genuino e aiuto gonfiato”

Si tratta di una categoria che comprende una serie di voci di spesa tra cui quella per i rifugiati nel paese donatore e per gli studenti internazionali. Ma anche gli interventi di cancellazione del debito, gli interessi passivi sui debiti e gli aiuti cosiddetti “legati”, cioè vincolati – ad esempio all’acquisto di beni nel paese donatore, che Concord considera più vantaggiosi per i donatori che per i beneficiari e quindi di fatto un freno per lo sviluppo. A queste voci nel 2021 se n’è aggiunta una nuova, che approfondiremo più avanti: i vaccini anti-Covid in eccesso.

A differenza dell’aiuto cosiddetto genuino, l’aiuto gonfiato è destinato a progetti che non sono direttamente orientati alla cooperazione allo sviluppo. La voce principale è quella relativa alla spesa per rifugiati nel paese donatore.

In Ue, nel 2021 l’aiuto gonfiato ammonta, secondo Concord, al 16% del totale. Al suo interno, il 38% rientra nella voce “spesa per rifugiati nel paese donatore”. Osservando i dati, vediamo che nel passaggio dal 2020 al 2021 è diminuito l’aiuto genuino (in rapporto al Rnl) mentre è aumentato quello gonfiato.

Da diversi anni Concord, la confederazione che riunisce oltre 2.600 Ong europee, pubblica il rapporto AidWatch in cui viene analizzata la quantità e la qualità dell’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) delle istituzioni europee e degli stati membri dell’Unione. L’Aps per definizione prevede che flussi di risorse raggiungano paesi inseriti nella lista ufficiale dei riceventi. Tuttavia nel totale complessivo vengono conteggiati anche soldi che in realtà non varcano i confini dal paese donatore, oppure soldi che provengono da operazioni di anni precedenti, e che dunque non sono realmente addizionali. Si tratta di quello che il rapporto definisce aiuto gonfiato. I calcoli si basano sul metodo di calcolo “Net Disbursements” piuttosto che sul “Grant equivalents”.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Aidwatch
(consultati: mercoledì 9 Novembre 2022)

L’aumento dell’aiuto gonfiato è stato particolarmente marcato in Italia. Infatti a un primo sguardo il 2021 può essere considerato un anno molto positivo per la cooperazione italiana, con un aumento del rapporto Aps/Rnl che passa dallo 0,23% allo 0,29% (usando il metodo di calcolo “Net Disbursements”, 0,28% usando il “Grant equivalents”).

Allo stesso tempo però l’aiuto genuino è rimasto fermo allo 0,22%, la componente dell’aiuto ad essere cresciuta è quella gonfiata, passata dallo 0,01% Aps/Rnl allo 0,07%.

Da diversi anni Concord, la confederazione che riunisce oltre 2.600 Ong europee, pubblica il rapporto AidWatch in cui viene analizzata la quantità e la qualità dell’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) delle istituzioni europee e degli stati membri dell’Unione. L’Aps per definizione prevede che flussi di risorse raggiungano paesi inseriti nella lista ufficiale dei riceventi. Tuttavia nel totale complessivo vengono conteggiati anche soldi che in realtà non varcano i confini dal paese donatore, oppure soldi che provengono da operazioni di anni precedenti, e che dunque non sono realmente addizionali. Si tratta di quello che il rapporto definisce aiuto gonfiato. I calcoli si basano sul metodo di calcolo “Net Disbursements” piuttosto che sul “Grant equivalents”.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Aidwatch
(consultati: mercoledì 9 Novembre 2022)

Una quota considerevole di questi importi deriva dalla cancellazione di un debito in Somalia – una componente che Concord considera impropriamente catalogata come aiuto pubblico allo sviluppo. Allo stesso tempo però sono in crescita anche le risorse destinate alla voce di spesa “rifugiati nel paese donatore” e quelle per le azioni multilaterali per il contrasto alla pandemia.

La cooperazione e una politica fallimentare sui vaccini

Analizzando i dati del 2021 si può quindi notare un generalizzato peggioramento rispetto al 2020 e un allontanamento rispetto agli obiettivi di riferimento. L’Italia non è un’eccezione vista la situazione stagnante dell’aiuto genuino.

Ma quest’anno ci sono state delle specificità. Concord rileva in particolare un fallimento sul fronte dei vaccini anti-Covid. I vaccini sono stati un elemento cruciale nella gestione della pandemia e le istituzioni internazionali hanno evidenziato l’importanza di vaccinare almeno il 70% della popolazione in tutti i paesi del mondo. Per una questione di giustizia sanitaria ma anche per prevenire l’emergere di nuove varianti, che potrebbero potenzialmente rendere inutili i vaccini esistenti. Ciononostante, dei 2,5 miliardi di persone ad oggi non vaccinate, 2,3 miliardi vivono in paesi a basso reddito.

Gli stati Ue hanno accumulato più vaccini del necessario.

Nonostante l’impegno a donare dosi di vaccino ai paesi a basso reddito, l’Europa non ha centrato gli obiettivi. A febbraio 2022 era stato effettivamente consegnato solo un terzo delle dosi. Inoltre l’Ue non ha perseguito la strada di un vaccino come bene comune, svincolato dalle regole che tutelano la proprietà intellettuale. E soprattutto gli stati dell’Ue hanno accumulato dosi: 3,5 volte quelle necessarie per vaccinare la propria popolazione. Una parte è stata poi donata ai paesi a basso reddito, ma una parte molto piccola, e comunque tardi, spesso senza un calendario di consegne concordato con i paesi beneficiari e limitata a lotti con scadenze troppo ravvicinate per permettere ai paesi con sistemi sanitari fragili di mettere tempestivamente in campo campagne vaccinali efficaci e diffuse.

La donazione di vaccini in eccesso può essere catalogata come Aps e secondo le analisi di Concord questo sarebbe alla radice dell’aumento dell’aiuto gonfiato nel 2021.

1,5 mld € le dosi di vaccino in eccesso categorizzate come Aps nel 2021.

In alcuni paesi ha costituito una quota molto significativa dell’aiuto gonfiato totale, ad esempio in Croazia (100%), ma anche in Romania, dove ha superato il 90%. Solo in 5 paesi (Bulgaria, Finlandia, Grecia, Belgio e Paesi Bassi) non ha avuto nessun peso, mentre in Italia è stata inferiore al 20%. Ma si tratta di un elemento che secondo Concord non dovrebbe rientrare nell’Aps, non da ultimo perché si tratta di una conseguenza collaterale, più che un contributo pensato specificamente per i paesi a basso tasso di sviluppo.

A questo si aggiunge il fatto che molti stati hanno considerato l’aiuto pubblico allo sviluppo una priorità meno pressante, anche a causa della pandemia. Ciononostante, come mostra l’Eurobarometro di giugno 2022, i cittadini Ue danno molta importanza alla cooperazione internazionale come strumento per ridurre la povertà globale.

L’articolo è stato redatto grazie al progetto “Cooperazione: mettiamola in Agenda”, finanziato dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Le opinioni espresse non sono di responsabilità dell’Agenzia.

Foto: Oms Rdc

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