Rassegna stampa

Per valutare in modo completo la situazione occupazionale del nostro paese, è necessario analizzare la questione a livello regionale. Storicamente, in Italia esistono gravi discrepanze tra le regioni e il tasso di occupazione non fa eccezione.

A un anno dal termine stabilito quasi dieci anni fa dall'agenda Europa2020, il nostro paese è ancora distante dal suo target in campo occupazionale ed è agli ultimi posti in Europa insieme ad altri stati del sud.

Europa 2020 stabilisce alcuni obiettivi misurabili da raggiungere nel corso del decennio. Uno dei targhet più importanti è l'aumento dell’occupazione ma a un anno dal termine stabilito il nostro paese è distante dal suo obiettivo.

La ripresa del livello di occupazione in Italia in anni recenti è un dato positivo, ma va osservato all'interno di un contesto più ampio che valuti gli aspetti qualitativi di questa crescita.

Nel 2017, il tasso di occupazione in Italia era il più basso dopo quello della Grecia, ma tra le diverse regioni ci sono molte differenze, in particolare tra nord e sud.

L’autoregolamentazione porta a tante piccole soluzioni diverse che non aiutano a risolvere il problema mentre il parlamento italiano continua a rimanere in silenzio e il governo insiste nel non considerare il problema una priorità.

La partecipazione a molte attività fisiche consente di conoscere e comprendere a fondo principi e concetti come “regole del gioco” e di sviluppare la consapevolezza sociale legata all’interazione personale e all’impegno di squadra caratteristici di molti sport.

A parità di reddito della famiglia, fa una differenza enorme poter disporre di una buona rete di servizi pubblici sul territorio, per questo è prioritario garantire a tutti l'accesso a un'educazione di qualità, dall'asilo fino ai gradi più alti di istruzione.

I voti sul caso Diciotti e sulla sfiducia al ministro Toninelli mostrano chiaramente alcune differenze nei rapporti di forza tra i due alleati di governo.

All’inizio i programmi del Trust Fund europeo hanno riguardato principalmente misure di protezione e di stabilizzazione delle comunità, successivamente c’è stato un cambiamento di rotta verso un approccio più orientato alla sicurezza nella gestione delle migrazioni.