Online il nuovo Openparlamento, lo strumento per comprendere la politica Governo e parlamento

Da oggi è online la versione di Openparlamento dedicata alla XIX legislatura. Molte le novità: dalla veste grafica rinnovata agli indicatori originali, fino alla sezione dedicata al governo e ai decreti attuativi.

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Da oggi è finalmente online la nuova versione di Openparlamento dedicata alla XIX legislatura. Un progetto che portiamo avanti da oltre 15 anni con l’obiettivo di aiutare i cittadini, le associazioni, le realtà professionali, il mondo della ricerca accademica e anche i media a conoscere e comprendere il processo legislativo. Oltre le dinamiche che intercorrono tra esecutivo e camere nel nostro paese.

È stato un lavoro lungo che ha visto il coinvolgimento di tutto lo staff di Openpolis, con l’obiettivo di mettere a disposizione uno strumento innovativo e con molte informazioni in più rispetto alle precedenti versioni. Il sito infatti, oltre ad avere una veste grafica completamente rinnovata, è stato arricchito con nostre analisi e indicatori originali.

Online il nuovo Openparlamento

Lo strumento per comprendere la politica
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Perché Openparlamento

La versione di Openparlamento dedicata alla XIX legislatura si presenta con una veste grafica completamente rinnovata e con molte informazioni aggiuntive. Tra queste, una sezione dedicata al governo e una sull’attuazione delle norme. Sono inoltre presenti dati sullo stato dei disegni di legge (Ddl) in discussione, sull’esito delle votazioni elettroniche, sugli atti dell’esecutivo e molto altro. Disponibili anche informazioni sugli incarichi ricoperti e gli atti presentati dai parlamentari, ma anche il livello di partecipazione alle votazioni, il gruppo di appartenenza ed eventuali cambi di casacca, e altro ancora.

Su Openparlamento puoi trovare tutte le informazioni sul processo legislativo in un unico luogo.

Tra le novità principali ci sono anche alcuni “indicatori originali” creati da Openpolis. Si tratta dell’indice di forza che mostra la distribuzione della rilevanza dei politici sulla base degli incarichi che ricoprono, sia nel governo che in parlamento. C’è poi l’indice di compattezza con cui si può capire quanto i gruppi siano in sintonia al loro interno, sulla base del contributo che ogni parlamentare apporta con i propri voti. È inoltre possibile conoscere i dati sulla partecipazione al voto dei singoli parlamentari e anche i loro “voti ribelli”, in contrasto con il resto del gruppo. Infine è disponibile una selezione degli atti particolarmente rilevanti (atti chiave) e dei relativi voti (voti chiave).

5.797 giorni il periodo di attività di Openparlamento dalla sua prima pubblicazione, il 29 aprile del 2008. 

L’obiettivo di questo progetto è quello di aiutare i cittadini, i media e la società civile a orientarsi nel processo legislativo, oltre che a comprendere meglio le dinamiche che intercorrono tra esecutivo e camere. Con questo vogliamo contribuire al dibattito pubblico, arricchendolo con il fine di migliorare la politica e quindi la società, affinché sia partecipato e consapevole, che si basi su dati oggettivi e approfonditi.

Alcuni dati da Openparlamento

Sono moltissime le informazioni sull’attività di governo e camere che è possibile reperire su Openparlamento. Per questo a partire dalle prossime settimane accompagneremo il lancio del sito con la pubblicazione regolare di articoli di approfondimento dedicati a specifici temi.

Un primo elemento che possiamo evidenziare è il crescente protagonismo dei governi anche per quanto riguarda il processo legislativo. Sempre più spesso negli ultimi anni infatti la volontà politica dell’esecutivo è stata determinante nella definizione dell’agenda politica delle camere. Un parlamento che si è progressivamente ritrovato ad avere un ruolo marginale, di mero ratificatore di decisioni prese a palazzo Chigi.

Che le coalizioni nate a sostegno dei vari esecutivi siano spinte a dare la priorità alle iniziative di questi ultimi è abbastanza fisiologico. Questa tendenza però ha portato a uno sbilanciamento sempre più marcato a favore del governo in confronto agli altri soggetti titolari del potere di iniziativa legislativa: una dinamica che risulta evidente anche dai dati.

Considerando le ultime 4 legislature infatti osserviamo che delle 1.190 leggi approvate ben 904 sono di iniziativa dell’esecutivo, pari al 76% del totale. Complessivamente invece le leggi di iniziativa dei senatori e dei deputati sono meno di un quarto.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 11 Marzo 2024)

Soffermandoci sui singoli esecutivi possiamo osservare che, a livello percentuale, la sproporzione maggiore si è registrata con il governo Letta (89%). Seguono i governi Conte II (85%) e Draghi (80,3%). L’attuale esecutivo si colloca al sesto posto con una percentuale pari al 70,7% circa.

L’abuso dei decreti legge

Questo crescente protagonismo dell’esecutivo è dato principalmente dal ricorso sempre più frequente allo strumento dei decreti legge. Un escamotage utilizzato non solo per dare rapida attuazione al programma di governo ma anche per velocizzare l’iter legislativo in parlamento. Nel caso delle conversioni dei decreti legge infatti, l’intera discussione deve concludersi entro 60 giorni. Ciò a meno di eventuali modifiche della costituzione.

Analizzando i dati delle 4 ultime legislature, possiamo osservare che l’attuale esecutivo fa registrare un peso particolarmente elevato delle leggi di conversione dei decreti rispetto al totale. Parliamo infatti di 46 norme di questo tipo sulle 106 approvate in totale, pari al 43,4%. Un dato che sale addirittura al 58,1% se dall’analisi si escludono le ratifiche di trattati internazionali, norme che solitamente sono approvate con larghe maggioranze e senza grandi discussioni. Poco rilevanti quindi da un punto di vista politico.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 11 Marzo 2024)

Tra gli esecutivi in esame, soltanto con il governo Letta l’incidenza delle leggi di conversione era stata più alta. Parliamo di 21 leggi di conversione sulle 36 totali (58,3% che sale al 72,4% escludendo le ratifiche). Sul terzo gradino del podio si posiziona l’esecutivo Draghi con 47 leggi di conversione approvate definitivamente in 20 mesi (32% che sale al 49% senza le ratifiche).

L’eccessivo ricorso alle questioni di fiducia

L’incidenza dei governi sul processo legislativo emerge chiaramente anche dal ricorso sempre più frequente che viene fatto alla questione di fiducia. Una dinamica che si può osservare analizzando il numero di votazioni di questo tipo effettuate dalle camere a fronte del numero di leggi approvate nello stesso periodo. Da questo punto di vista sul gradino più alto del podio troviamo il governo Meloni che ha posto la fiducia in 49 occasioni a fronte di 106 leggi approvate. Per un tasso di incidenza pari al 56,2%. Seguono il governo Monti con il 42,5% (51 voti di fiducia a fronte di 120 leggi approvate) e poi gli esecutivi Draghi con il 37,4% (147 leggi, 55 voti di fiducia) e Conte II con il 36,7% (98 leggi, 36 voti di fiducia).

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 11 Marzo 2024)

Questi sono solo alcune delle potenzialità nei dati di Openparlamento, accessibili a chiunque voglia realizzare analisi basate sui fatti, in coerenza con il lavoro che Openpolis realizza quotidianamente da oltre 18 anni.

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