Lettura e biblioteche in Italia Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “La lettura tra i bambini e l’accessibilità delle biblioteche italiane“.

58,6%

dei preadolescenti (11-14 anni) ha letto almeno un libro oltre quelli di scuola nel 2020. Nel 2020, la quota di bambini e ragazzi che hanno letto almeno un libro si è attestata tra il 50 e il 60%. Oltre il 40% dei minori ha letto fino a 3 libri. Mentre il 13-14% circa si può considerare un lettore assiduo, con almeno un libro letto al mese. In media i bambini leggono più degli adulti, ma anche tra i più piccoli i divari sono ampi. Vai al grafico.

77,4%

di minori figli di lettori leggono. Se né il padre né la madre leggono, la quota scende al 35,4%. Le cause che influenzano l’abitudine alla lettura sono infatti molteplici. Dietro divari territoriali anche molto estesi, vi possono essere fattori sociali da non sottovalutare. La condizione della famiglia di origine è uno di questi. Come abbiamo avuto modo di approfondire in passato, se i genitori sono entrambi lettori, è più probabile che lo siano anche i figli e viceversa. In un paese in cui in media circa una famiglia su 10 non possiede alcun libro, ciò chiama in causa anche la presenza di biblioteche sul territorio. E, altro fattore cruciale, anche la loro accessibilità ed effettiva possibilità di fruizione da parte di bambini e ragazzi. Vai all’articolo.

9,1%

le biblioteche aperte per oltre 40 ore a settimana in Italia.  Le biblioteche censite che dichiarano una apertura al pubblico superiore alle 40 ore settimanali sono il 15,4% nel centro Italia, il 9,4% nel nord-est, il 7,7% nelle isole, il 6,8% nel nord-ovest e il 6,6% al sud. Nel confronto regionale – al netto dei non rispondenti – gli orari di apertura superano le 40 ore in oltre il 10% delle biblioteche laziali (18,1%), toscane (17,3%), emiliano-romagnole (14,5%) e venete (10,9%). Prossime alla soglia di una struttura su 10 anche Puglia (9,7%), Sicilia (9,3%) e Liguria (9,1%). Nel caso della Puglia va però considerata l’alta quota di non rispondenti, pari al 27,7% delle biblioteche. Vai al grafico.

34

postazioni per la lettura e la consultazione presenti in media nelle biblioteche italiane. A fronte di questa media nazionale tra le biblioteche rispondenti al quesito, il numero di postazioni più elevato si raggiunge in due regioni del nord-est. Spiccano infatti i dati di Friuli-Venezia Giulia (61 postazioni) e Veneto (44). Sopra quota 40 anche Sicilia (43), Toscana e la provincia autonoma di Trento (41). Poco al di sotto l’Emilia Romagna, con una media di 39 postazioni per struttura. Vai al grafico.

2/3

dei 20 capoluoghi con meno biblioteche totali per minore si trovano nel mezzogiorno. Se confrontiamo il numero di biblioteche rispetto ai minori residenti nelle città italiane, emerge come l’offerta sia tendenzialmente meno ampia nei capoluoghi del sud. Sia considerando tutte le strutture, sia isolando solo quelle censite come pubbliche e non specializzate (tendenzialmente più adatte alla fruizione da parte di un’utenza di bambini e ragazzi). Solo due capoluoghi del mezzogiorno (entrambi sardi, la già citata Cagliari e Sassari) compaiono nelle prime 20 posizioni. Mentre nelle ultime 20 i comuni del centro-sud sono molto più numerosi. In particolare 6 città pugliesi (Trani, Foggia, Taranto, Brindisi, Barletta, Andria – con quest’ultima collocata a fondo classifica) e 3 calabresi (Reggio Calabria, Crotone e Catanzaro). Complessivamente appartengono all’Italia meridionale 13 dei 20 capoluoghi con meno strutture per residente tra 6 e 17 anni. Vai alla mappa.

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