Le scadenze del Pnrr: il rischio di confondere i desideri con la realtà Dopo l'annuncio del governo

Secondo il presidente Draghi l’Italia avrebbe realizzato tutti gli obiettivi per il 2021. Ma è la stessa relazione del governo al parlamento a metterlo in dubbio. Urge una richiesta di chiarimento all’esecutivo da parte del parlamento e dei soggetti sociali.

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Nel corso della conferenza stampa di fine anno il presidente del consiglio Mario Draghi ha affermato che uno dei grandi risultati raggiunti dal suo governo nel 2021 è stato il completamento di tutte le scadenze legate all’attuazione del Pnrr. Tale affermazione ha destato sorpresa anche tra gli osservatori che nelle settimane precedenti avevano delineato una situazione decisamente diversa.

Conferenza stampa di fine anno del Presidente Draghi

Poche ore dopo l’annuncio di Draghi poi è iniziata a circolare la notizia dell’approvazione dei cosiddetti operational arrangements. Cioè le modalità attraverso cui le istituzioni europee effettueranno le verifiche sui risultati raggiunti dai singoli stati e successivamente erogheranno le risorse del Next generation Eu nei prossimi anni. Questi annunci hanno generato un po’ di confusione facendo sembrare che le istituzioni europee si fossero già espresse favorevolmente su quanto fatto sin qui dall’Italia. In realtà non è proprio così. Bruxelles infatti valuterà l’operato del nostro paese solo nelle prossime settimane.

Ma qual è la situazione quindi? Nei giorni successivi all’annuncio di Draghi è stata diffusa la relazione con cui il governo dovrebbe riferire in maniera puntuale al parlamento sullo stato di attuazione e sull’utilizzo delle risorse finanziarie legate al Pnrr. Ma nel testo i contenuti relativi agli obiettivi e ai traguardi raggiunti sono molto generici e spesso non ci sono riferimenti diretti agli atti adottati. Questo perché nella stessa relazione si evidenzia come attualmente il sistema di monitoraggio non sia ancora entrato pienamente a regime. Di conseguenza la stessa cabina di regia fatica a mettere a disposizione informazioni corrette e verificabili.

Senza questa struttura però risulta impossibile operare una qualsiasi attività di monitoraggio e controllo volta non solo a valutare lo stato di avanzamento dal piano ma anche come vengono investite le risorse. Per questo ci appelliamo al parlamento e agli altri soggetti coinvolti affinché sollecitino il governo su questo fronte.

Cosa sono le scadenze del Pnrr e come si monitorano

Ma che cosa significa che il governo ha raggiunto tutte le scadenze per il 2021 legate al Pnrr? Il piano nazionale di ripresa e resilienza si articola in 6 macro-categorie di intervento, denominate missioni. Ogni missione poi si suddivide in componenti che a loro volta contengono le misure. Queste ultime descrivono il dettaglio degli interventi previsti dal piano e si suddividono in riforme e investimenti.

Tali misure devono essere completate rispettando un rigido cronoprogramma che prevede il raggiungimento di una o più scadenze, dette milestone (traguardi) e target (obiettivi). Complessivamente gli adempimenti da conseguire entro il 2021 sono 51.

Il rispetto delle scadenze è uno degli indicatori attraverso cui le istituzioni europee valutano l’operato degli stati membri. Vai a "Cos’è il Pnrr, piano nazionale ripresa e resilienza"

Avevamo già evidenziato come risultasse particolarmente difficile monitorare lo stato di avanzamento di queste misure. Infatti prima della diffusione della relazione per il parlamento, l’unico documento ufficiale pubblicato dall’esecutivo risaliva allo scorso settembre. Dopodiché erano seguite solo dichiarazioni poco dettagliate.

In merito al Pnrr, nell’ultimo mese c’è stata una forte accelerazione sul raggiungimento dei target, passati dai 13 di fine settembre ai 29 attuali.

Già in un precedente approfondimento inoltre avevamo evidenziato come le informazioni pubblicate sul portale Italia domani – che dovrebbe essere il sito di riferimento per cittadini e analisti sullo stato di avanzamento dei lavori – fossero ricche di errori e quindi inutilizzabili. L’unico modo per poter effettuare un’efficace attività di monitoraggio dunque era quello di incrociare tutte le fonti disponibili. Tra cui i nostri open data, i portali dei vari ministeri, la gazzetta ufficiale e le elaborazioni del centro studi del parlamento.

Sotto questo aspetto si deve segnalare che negli ultimi giorni si è registrata una significativa accelerazione. Su diversi portali ministeriali infatti sono state allestite delle sezioni dedicate al Pnrr. Tuttavia anche incrociando tutte queste fonti i dubbi su quanto affermato dell’esecutivo rimangono. Questo perché le informazioni diffuse sono incomplete. Nel caso di Italia domani ad esempio è possibile visionare il cronoprogramma delle scadenze ma non sono presenti rimandi agli atti adottati.

La stesse difficoltà poi si riscontrano nella relazione che il governo presenterà alle camere.

La relazione dell’esecutivo per il parlamento

Un primo elemento che emerge dall’analisi di questo documento è che anche in questo caso l’esecutivo conferma il fatto che la richiesta per la prossima tranche di fondi europei non è ancora stata inviata. Anche se si specifica che ciò avverrà entro l’anno. Questo porta a confermare l’idea che, nonostante l’annuncio, alcune delle scadenze previste per il 2021 debbano ancora essere completate.

L’Italia ha rispettato l’impegno a conseguire tutti i 51 traguardi e obiettivi entro il 31 dicembre e invierà entro l’anno alla Commissione europea la richiesta relativa al pagamento della prima rata pari a 24,1 miliardi di euro.

Un secondo elemento che colpisce è il poco spazio attribuito proprio all’illustrazione dei target e delle milestone raggiunti. Si tratta di un breve riassunto di poco più di una decina di pagine. Nella maggior parte dei casi inoltre ci si limita a spiegare qual era l’obiettivo da raggiungere ma spesso, anche in questo caso, non ci sono riferimenti precisi (tantomeno link) agli atti adottati. È presente anche una tabella in cui sono riassunte le scadenze, le misure relative, il codice di riferimento e l’amministrazione titolare. Anche qui però non c’è un riferimento preciso agli atti presi per conseguire il risultato. Ciò rende molto problematica la verifica di quanto affermato dall’esecutivo.

Questa carenza di informazioni è dovuta al fatto – come del resto lo stesso governo ammette nella relazione qualche pagina prima – che la struttura per il monitoraggio sullo stato di avanzamento del piano non è ancora pienamente operativa.

Il contenuto della relazione è influenzato dalla ancora parziale funzionalità del sistema informativo unitario Regis e dallo stadio preliminare di attuazione di gran parte delle misure del piano. Nelle prossime relazioni, i contenuti potranno essere ulteriormente arricchiti e migliorati, anche in relazione al progressivo sviluppo del sistema Regis e della reportistica prodotta dal medesimo sistema.

Si tratta di una significativa dichiarazione di inaffidabilità e incompletezza dei dati che contribuisce a spiegare le scarne informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori contenute nella relazione. Peraltro il completamento di questo sistema di monitoraggio era una delle scadenze che dovevano essere conseguite entro il 2021 (codice: M1C1-68). Di fatto quindi i contenuti della relazione sconfessano l’annuncio fatto da Draghi in conferenza stampa.

Il quadro delle scadenze

Ma le criticità non si fermano a questo aspetto. In base alle informazioni disponibili infatti alcune delle scadenze possono anche essere considerate come “prossime al completamento” ma allo stato attuale risultano ancora in corso. Citeremo alcuni casi significativi a titolo di esempio.

Tra i risultati da raggiungere entro la fine dell’anno vi era l’assunzione di mille esperti a supporto degli enti locali per la gestione delle complesse procedure del Pnrr. In questo caso il ministero della pubblica amministrazione ha annunciato ai primi di dicembre il completamento delle procedure di selezione. La palla è poi passata alle regioni che entro il 31 dicembre dovranno finalizzare le assunzioni effettive. La procedure però in alcuni casi sono ancora in corso. Il governo ha quindi fatto la sua parte ma l’obiettivo non può dirsi ancora raggiunto.

Nella relazione del governo spesso mancano riferimenti precisi agli atti adottati.

Un caso simile riguarda poi l’entrata in vigore della legge delega in tema di disabilità. Norma che seppur già approvata da entrambi i rami del parlamento, al momento dell’annuncio di Draghi non era ancora stata pubblicata in gazzetta ufficiale. Discorso simile per l’ecobonus e il sisma bonus. La relazione afferma come queste due iniziative siano già entrate in vigore. Questo perché tali misure erano già state introdotte precedentemente. La milestone però in questo caso richiedeva l’entrata in vigore della proroga di questi 2 incentivi. Proroga contenuta nella legge di bilancio per il 2022 che ancora deve essere approvata definitivamente dal parlamento.

Un’altra scadenza riguardava l’approvazione del piano di controllo nazionale dell’inquinamento atmosferico. Tale piano – da adottare con decreto del presidente del consiglio dei ministri – è stato approvato nel corso della conferenza unificata tra stato ed enti locali dello scorso 20 dicembre. Tuttavia anche in questo caso il Dpcm non risulta ancora pubblicato in gazzetta ufficiale.

Per quanto riguarda la missione 6 (salute) infine, sarebbe dovuto essere approvato un piano di riorganizzazione per l’ammodernamento dell’apparato tecnologico e digitale degli ospedali. La milestone prevedeva la pubblicazione di un decreto che recepisse i fabbisogni delle regioni. Nella relazione del governo si fa riferimento ad un generico decreto direttoriale del ministero della salute, senza ulteriori riferimenti. Tuttavia di tale atto non si trova traccia sul portale del ministero.

“Meccanismo di verifica” e “Indicatori qualitativi” sono due riferimenti contenuti nel Pnrr che servono per identificare cosa serve per poter considerare una scadenza come conseguita.

FONTE: elaborazione openpolis su dati governo, parlamento, gazzetta ufficiale.
(ultimo aggiornamento: lunedì 27 Dicembre 2021)

Tali esempi evidenziano come alcune scadenze, per quanto prossime al completamento, non possano ancora essere formalmente considerate come acquisite. In altri casi invece risulta complesso recuperare gli atti per verificare quanto affermato dall'esecutivo.

La trasparenza e la partecipazione non sono rallentamenti

Alla luce di quanto abbiamo appena visto emerge come sul Pnrr ci sia un’asimmetria informativa. Dopo mesi di scarse comunicazioni il governo infatti sembra porre i cittadini ma anche le altre istituzioni e le forze politiche di fronte al fatto compiuto del risultato acquisito. Senza però fornire ulteriori spiegazioni.

In questo contesto emergenziale però, in cui il paese è chiamato a fare presto e bene, ancora una volta il tema della trasparenza e della partecipazione civica al processo decisionale viene vissuto dalle istituzioni più come un ostacolo ed un rallentamento che come un presidio di democrazia. La storia del nostro paese però ci insegna che questo modo di fare porta spesso a errori e spreco di risorse pubbliche.

Auspichiamo che il parlamento e le altre istituzioni coinvolte nel Pnrr chiedano conto al governo del suo operato.

Per questo motivo auspichiamo che le altre istituzioni coinvolte nell'implementazione del piano facciano sentire la loro voce. Il combinato disposto del decreto legge 77/2021 (articolo 2, comma 2, lettera e) e della legge di bilancio per il 2021 (articolo 1, commi 1044 e 1045) attribuisce al parlamento un ruolo di primo su questo fronte. Non solo infatti le camere devono essere informate sullo stato dell'arte attraverso l’invio di una relazione ogni 6 mesi. Ma, tramite le commissioni competenti, possono richiedere ogni elemento utile a valutare lo stato di avanzamento degli interventi, il loro impatto e l’efficacia rispetto agli obiettivi perseguiti.

Per questo auspichiamo che il parlamento ma anche gli altri soggetti civici coinvolti tramite il protocollo per la partecipazione e il confronto facciano valere le loro prerogative e chiedano conto all'esecutivo del suo operato. Solo attraverso una documentazione puntuale delle scadenze da raggiungere entro il 31 dicembre e di quelle a seguire sarà possibile tenere traccia di tutti gli adempimenti da assolvere in modo da evitare che si accumulino ritardi incolmabili.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

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Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico "OpenPnrr" realizzato nell'ambito delle attività di analisi sul piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo approfondimento sugli interventi previsti dal piano e sullo stato di avanzamento delle misure (vedi tutti gli articoli). Nei prossimi mesi pubblicheremo anche un’apposita piattaforma in cui sarà possibile consultare tutte le informazioni disponibili. I dati dei nostri open data possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto credit: palazzo Chigi - Licenza

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