Le distanze ancora da colmare sull’offerta di nidi Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Vai all’approfondimento “Le distanze che restano da colmare nell’offerta di asili nido“.

27,2

posti ogni 100 bambini nei servizi prima infanzia nel 2020. Un dato in crescita ma lontano dai target Ue, che ha appena innalzato la soglia obiettivo dal 33 al 45% per il 2030. Anche se si tratta di una raccomandazione, commisurata alla situazione di partenza di ciascuno stato, fissa un nuovo orizzonte con cui confrontarsi. Specialmente per un paese che sul tema è segnato da divari territoriali ancora profondi. Vai al glossario.

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fratture storiche incidono sull’offerta attuale del servizio. Quella tra centro-nord e mezzogiorno e quella tra città e aree interne. Nell’Italia centro-settentrionale l’offerta media supera il 30% (35% nel nord-est, 36,1% nel centro), mentre in quella meridionale si attesta poco sopra il 15%. Nei comuni polo, baricentrici in termini di servizi, si attesta sopra il 33%; in quelli periferici e ultraperiferici, a oltre 40 minuti di distanza dai poli, non arriva al 20%. Per colmarle, nel corso degli ultimi vent’anni sono stati formulati una serie di obiettivi, entrati a far parte anche della normativa nazionale. Vai al grafico.

33

posti ogni 100 bambini è la soglia obiettivo fissata dal decreto legislativo 65/2017, recependo le raccomandazioni europee. Tra 2013 e 2020 sono raddoppiati i territori che la superano: erano 15 province sulle 110 allora esistenti, oggi sono 30 su 107. Tuttavia se invece si considera la nuova soglia del 45% fissata in sede Ue alla fine del novembre scorso, sono 3 su 107 le province che la raggiungono, tutte in Emilia-Romagna: Ravenna (48,6% nel 2020), Bologna (46,5%) e Ferrara (45,5%). Sono molto diminuiti i territori dove i posti offerti sono meno di 10 ogni 100 utenti potenziali, tuttavia nessuna provincia del sud continentale – ancora nel 2020 – ha raggiunto o si avvicina alla soglia del 33%. Vai alla mappa.

75%

i comuni italiani che dovrebbero offrire il servizio, in forma singola o associata. È l’altro obiettivo fissato dal decreto 65 del 2017, per aumentare la copertura territoriale di nidi e servizi prima infanzia. Oggi il 59,3% dei comuni italiani offre il servizio nido o altri servizi integrativi per la prima infanzia. Nel mezzogiorno la quota scende al 46%. Nel 2013 un terzo delle province superava quota 75%, nel 2020 sono salite a 4 su 10.  Vai alla mappa.

12

province dove meno del 25% dei comuni offrono il servizio nel 2020. Erano 16 nel 2013. Le province più distanti dall’obiettivo sono principalmente quelle con estese aree interne, non solo al sud: Matera (19,4% di comuni che offrono il servizio), Cuneo (19,4%), Crotone (18,5%), Imperia (18,2%), Caltanissetta (18,2%), L’Aquila (13%), Catanzaro (6,3%) e Vibo Valentia (4%). Il target del 75% indica come sia prioritario estendere il servizio dove oggi non esiste. Ovvero nelle tante realtà periferiche che caratterizzano il nostro paese, territori più dispersi in cui la bassa densità abitativa rende difficile organizzare servizi in modo stabile. Una criticità su cui intervenire nei prossimi anni, anche attraverso l’associazione tra comuni del territorio. Vai al grafico.

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