In Ue è diffusa la disoccupazione giovanile, soprattutto al sud Europa

I cittadini più giovani sono maggiormente esposti alla disoccupazione. Mediamente parliamo dell’11,3% delle persone di meno di 29 anni, ma in molte regioni meridionali dell’Ue la cifra supera il 30%.

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Nei prossimi mesi scomparirà il reddito di cittadinanza, la misura di reddito minimo garantito implementata nel nostro paese dal 2019 per arginare la povertà. Sarà sostituito da tre misure distinte, ovvero la garanzia di inclusione lavorativa (Gil), la garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal) e la prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal).

I requisiti della Gil sono più stringenti rispetto a quelli del Rdc.

Gil è il vero e proprio sostituto del reddito di cittadinanza (l’assegno), mentre Gal e Pal sono le politiche attive del lavoro che lo affiancheranno. A differenza del precedente Rdc, Gil non sarà rivolta ai single ma soltanto ai nuclei familiari in difficoltà e con almeno un membro in difficoltà (minore, disabile o anziano). Inoltre vengono ridotti sia l’importo erogato che i termini di estensbilità della misura (da 18 a 12 mesi, previa sospensione per un mese). Sono inoltre resi più stringenti i requisiti sia per quanto riguarda l’accesso al sostegno che per l’inserimento lavorativo. In particolare applicando una minore tolleranza rispetto a cosa sia da considerarsi una offerta di lavoro “congrua”.

Il rischio di queste misure è quello di diminuire entità e capacità degli aiuti di raggiungere le persone che ne hanno bisogno, senza allo stesso tempo risolvere i limiti esistenti del reddito di cittadinanza, come indicati nell’ottobre 2021 dalla relazione del comitato scientifico nominato dal ministero del lavoro. In particolare la difficoltà di raggiungere i nuclei familiari numerosi, da anni quelli più colpiti dalla povertà assoluta, e le criticità nell’avviamento al lavoro. Un aspetto da considerare prioritario in un paese come il nostro, in cui la disoccupazione è un problema molto serio, soprattutto tra chi si accinge a fare il proprio ingresso nel mondo del lavoro. L’Italia è infatti uno dei paesi Ue con il tasso più elevato di disoccupazione giovanile

La disoccupazione giovanile è massima nel sud Europa

I giovani sono più frequentemente disoccupati rispetto alla media, ovvero si ritrovano più spesso senza lavoro e alla ricerca di un impiego. Questo è dovuto in parte al fatto che hanno meno esperienza pregressa, tuttavia la difficoltà a trovare un impiego è essa stessa una condizione che impedisce loro di fare esperienza, oltre a essere un sintomo di una ridotta inclusività del mondo del lavoro.

Il tasso di disoccupazione è il rapporto percentuale tra la popolazione di più di 15 anni che è alla ricerca di un lavoro e la forza lavoro totale. Vai a “Cos’è il tasso di disoccupazione”

Nel 2021 nell’Unione europea il tasso di disoccupazione delle persone di età compresa tra i 15 e i 29 anni era infatti 4,2 punti percentuali superiore rispetto alla media della popolazione (15-74 anni).

11,3% dei giovani (15-29 anni) in Ue è disoccupato (2022).

La situazione è fortemente differenziata da stato a stato. A registrare i tassi più elevati sono i paesi dell’Europa meridionale, in particolare Grecia e Spagna, entrambe con cifre superiori al 20% (rispettivamente 24,3% e 22,4%). Al terzo posto si trova l’Italia con il 18%, ma è elevato anche il dato svedese (17%), che spicca in questo senso tra i paesi del nord Europa. In 13 stati membri invece la quota si attesta sotto il 10%. Particolarmente bassa in Repubblica Ceca (4,2%), Germania (5%) e Malta (5,9%).

Simile la classifica se si considera il divario, a livello di tasso di disoccupazione, tra giovani e popolazione generale. L’Italia supera da questo punto di vista la Spagna, posizionandosi al secondo posto dopo la Grecia come paese in cui i giovani risultano più penalizzati (la differenza tra i tassi è di 9,9 punti percentuali, mentre in Grecia è di 11,8). Anche in questo caso le ultime sono Germania (1,9 punti percentuali) e Repubblica Ceca (3).

Le differenze nella situazione lavorativa dei giovani sono ancora più pronunciate se analizziamo i dati a livello regionale.

I dati indicano la quota di giovani, di età compresa tra i 15 e i 29 anni, che risultano disoccupati al momento della rilevazioni. Non sono disponibili i dati di alcune regioni tedesche e polacche.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(pubblicati: giovedì 27 Aprile 2023)

La prima regione Ue per disoccupazione giovanile è l’exclave spagnola di Ceuta con il 42,4%. Seguono Thessalia (39,8%) e Sterada Ellada (36,5%), entrambe in Grecia, e Melilla in Spagna (36,1%). Al sesto e settimo posto si trovano due regioni italiane: la Campania e la Sicilia, entrambe con il 34%. I tassi più bassi si registrano invece in alcune regioni dell’Europa centrale, soprattutto in Repubblica Ceca e Ungheria, ma anche Polonia e Germania.

I giovani lavoratori tra prima e dopo la pandemia

La pandemia ha avuto un forte impatto su tutti i lavoratori: molti hanno perso il proprio impiego, finendo nella disoccupazione ma spesso anche nell’inattività.

Alcune categorie sono più fragili e quindi maggiormente esposte ai fattori esterni, come i lavoratori stranieri, di cui abbiamo parlato in un approfondimento precedente. Ma anche i giovani sono stati colpiti più duramente dagli effetti della pandemia. Soprattutto i giovanissimi, di età inferiore ai 25 anni. A differenza degli stranieri tuttavia la situazione si è ristabilita dopo l’anno di lockdown, migliorando anche rispetto al periodo pre-pandemico.

I dati si riferiscono al tasso di disoccupazione tra le persone di età inferiore ai 25 anni, in Italia e mediamente in Europa. Le rilevazioni sono su base mensile e i dati sono destagionalizzati.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(pubblicati: giovedì 4 Maggio 2023)

In Italia il tasso di disoccupazione tra le persone con meno di 25 anni è stato costantemente superiore alla media europea negli ultimi 3 anni. Tuttavia lo scarto si è gradualmente ridotto.

L’Italia sembra inoltre aver subito maggiormente l’impatto della pandemia, registrando sbalzi più pronunciati, e nel complesso mostra un andamento più irregolare rispetto alla media.

33% il tasso di disoccupazione degli under 25 a gennaio del 2021.

Gennaio 2021 è stato il mese in cui la disoccupazione giovanile in Italia ha toccato il picco. Oltre che quello in cui lo scarto con la media dell’Unione ha raggiunto i livelli più elevati: 14,6 punti percentuali di differenza.

Soprattutto nel corso del 2022 e in modo ancora più pronunciato nel 2023 tale differenza si è ridotta sempre di più. Nei mesi di agosto e dicembre del 2022 e a febbraio del 2023 è sceso sotto gli 8 punti percentuali.

Foto: Waqas Saeed licenza

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