Il potenziale impatto del Pnrr sulle condizioni dei giovani #openPnrr

I giovani sono considerati una priorità strategica e trasversale dal Pnrr. Sono infatti numerose le misure – incluse in diverse missioni – che potrebbero incidere sulle condizioni educative, lavorative e sociali di ragazzi e ragazze. Tuttavia, si tratta di stime vaghe e difficili da monitorare.

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Lo scorso venerdì 4 marzo 2022 il governo ha reso pubblico il documento relativo al potenziale contributo del piano nazionale di ripresa e resilienza al miglioramento della condizione di ragazze e ragazzi in Italia. Una priorità che il piano considera strategica e trasversale, insieme alla riduzione dei divari che colpiscono, oltre ai giovani, le donne e il sud.

Sono definite priorità trasversali perché tutte le missioni del Pnrr hanno al loro interno misure che possono, direttamente o indirettamente, favorire il raggiungimento di pari opportunità generazionali, di genere e territoriali.

Per essere efficace, strutturale e in linea con gli obiettivi del pilastro europeo dei diritti sociali, la ripresa dell’Italia deve dare pari opportunità a tutti i cittadini, soprattutto quelli che non esprimono oggi pienamente il loro potenziale.

È importante sottolineare che si tratta di stime di un impatto solo potenziale del Pnrr su questi fronti. Un aspetto critico, perché mancando missioni e misure specificatamente indirizzate alla riduzione di questi divari, è impossibile analizzare in modo realistico gli effetti del piano. Un’evidenza che si aggiunge ai limiti che abbiamo già sottolineato in precedenti approfondimenti, sulla scarsità e sulla vaghezza delle informazioni a disposizione.

In questo primo articolo abbiamo cercato di approfondire gli effetti stimati del Pnrr sulle condizioni socio-economiche, lavorative, educative e abitative della popolazione più giovane nel paese. In approfondimenti successivi ci occuperemo allo stesso modo delle altre priorità strategiche del piano.

Le condizioni dei giovani in Italia

I giovani di oggi nel nostro paese si trovano a vivere maggiori difficoltà, sia rispetto ai loro coetanei di altri paesi europei, sia rispetto alla generazione dei propri genitori.

16° posto per l’Italia in Ue-28, secondo l’indice globale dello sviluppo giovanile (Global Youth Development Index).

In Italia ragazzi e ragazze risultano avere accesso a minori opportunità educative e lavorative e sono i più colpiti da condizioni di povertà assoluta. Inoltre, il costante calo demografico ha causato una riduzione del numero di giovani nel nostro paese. Tutti fattori che insieme si traducono in una grave mancanza di mobilità sociale e in un sempre più ampio divario intergenerazionale.

La crisi sanitaria in corso ormai da due anni ha in aggiunta danneggiato questa fascia di popolazione più di altre. Un concetto ribadito anche nel documento appena pubblicato sull’impatto potenziale del Pnrr sulla popolazione giovanile.

Il Covid ha peggiorato la situazione dei giovani in diversi ambiti.

Dal punto di vista dell’istruzione, oltre alle difficoltà di apprendimento poste dalla didattica a distanza, la crisi economica causata dalla pandemia ha impoverito le famiglie, che si trovano oggi ad avere meno risorse da investire nel percorso educativo dei propri figli. E per le ragazze e i ragazzi più grandi, appena entrati nel mercato del lavoro, la crisi economica ha significato un calo dell’occupazione più grave di quello registrato per il resto della popolazione. Altre conseguenze sono quelle poi che hanno colpito l’ambito della socializzazione, dell’accesso alla cultura, della possibilità di praticare sport e via dicendo.

La consapevolezza di questi effetti negativi e la preoccupazione che si traducano in danni permanenti per la prossima generazione di cittadini è alla base della decisione di individuare nei giovani una priorità strategica del Pnrr.

Quali missioni e misure possono impattare

Come per le altre priorità trasversali, non c’è nel Pnrr una missione appositamente dedicata ai giovani, ma varie misureappartenenti a diverse missioni – sono considerate di potenziale impatto.

In questo senso sono state tutte individuate e valutate in base ai loro possibili effetti, diretti o indiretti, su 7 indicatori rappresentativi delle condizioni educative, sociali ed economiche della popolazione giovanile.

Le misure includono sia quelle con un impatto diretto che indiretto sui giovani. Alcune sono associate a più indicatori perché possono incidere su diversi ambiti.

FONTE: elaborazione openpolis su dati governo
(ultimo aggiornamento: sabato 5 Marzo 2022)

Tutte le missioni del Pnrr, tranne la numero 6 dedicata alla salute, prevedono misure che possono influire su uno o più dei 7 indicatori. In particolare, le più incisive sono quelle su istruzione e ricerca (M4), coesione e inclusione (M5), digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo (M1).

18 le misure - su 226 totali - che potrebbero influenzare positivamente il tasso di occupazione dei residenti tra 15 e 29 anni.

Quello sull'occupazione è l'indicatore a cui è indirizzato il maggior numero di misure, seguito da altri due, strettamente correlati alla questione educativa e lavorativa. In primis "Giovani che non lavorano e non studiano", i cosiddetti neet, la cui quota in Italia è la più alta dell'Unione europea (19% dei ragazzi tra 15 e 24 anni). Sulla riduzione di questo fenomeno dovrebbero incidere 11 misure del piano, mentre 8 potrebbero ridimensionare l'"Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione". Anche l'abbandono scolastico è infatti un fenomeno altamente diffuso nel nostro paese, che si colloca al quinto posto nella classifica europea (13% dei residenti di 18-24 anni).

FONTE: elaborazione openpolis su dati governo
(ultimo aggiornamento: sabato 5 Marzo 2022)

Le risorse potenziali

Al di là del numero di misure che possono avere un potenziale impatto, è fondamentale considerare quante risorse economiche sono destinate a questi interventi dal Pnrr. Di tutte le misure indicate, abbiamo considerato quelle che si presume avranno un impatto "diretto" sui giovani e le abbiamo raggruppate per la missione di appartenenza.

Non è possibile avere dati precisi sui fondi del Pnrr destinati ai giovani.

Tuttavia, è importante sottolineare che non si tratta di cifre da leggere come effettivamente investite nel miglioramento delle condizioni dei giovani. Tra le riforme e gli investimenti previsti infatti, ve ne sono alcuni diretti ad ambiti di intervento più ampi o rivolti a tutta la popolazione e che quindi si presume possano avere ricadute anche su quella giovanile. È il caso per esempio dei fondi destinati ai progetti di rigenerazione urbana (misura 2.1 della missione 5, €3,3 miliardi), o al finanziamento di start-up (misura 3.2 della missione 4, €300 milioni) e molti altri.

Differente è invece il caso di interventi che potrebbero avere una ricaduta più esplicita. Come quello sulle borse di studio per l'accesso all'università (misura 1.7 della missione 4, €500 milioni) o sul finanziamento di progetti presentati da giovani ricercatori (misura 1.2 della missione 4, €600 milioni).

In questo senso, la trasversalità delle priorità strategiche - giovani, donne, persone con disabilità, sud - limita fortemente le possibilità di analisi puntuali sulle cifre investite dal Pnrr per appianare le disparità.

21,9 miliardi di euro, l’ammontare totale destinato alle misure a impatto "diretto" sui giovani.

Sono state considerate solo le risorse di misure che avranno un’incidenza diretta sugli indicatori di valutazione. Alcune impattano su più di un indicatore.

FONTE: elaborazione openpolis su dati governo
(ultimo aggiornamento: sabato 5 Marzo 2022)

Sono 3 le missioni che includono al loro interno misure che si presume avranno un impatto diretto sulle condizioni dei giovani.

9,4 miliardi di euro circa, le risorse con un’incidenza diretta sulla riduzione dei neet (giovani che non studiano e non lavorano).

Si tratta dell’ambito a cui sono destinati più fondi diretti, in questo caso associati a misure incluse solo nella missione 4 e 5. Tra quelle con più risorse, ad esempio, la "1.1 Riforma Politiche attive del lavoro e formazione" (missione 5, €4,4 miliardi) e la "1.5 Sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS)" (missione 4, €1,5 miliardi).

Contro l’abbandono scolastico le risorse più limitate.

Seguono l'indicatore legato alla riduzione di elementi di degrado nelle zone abitative e quello relativo al tasso di occupazione di ragazzi e ragazze tra i 15 e i 29 anni. Rispettivamente con 9 miliardi circa il primo, una cifra solo lievemente inferiore a quella diretta ai neet e 2 miliardi il secondo, ampiamente distanziato dai primi due.

Sono invece solo 710 milioni di euro i fondi diretti alla partecipazione dei giovani alla vita sociale del territorio, l'indicatore a cui sono dedicate meno risorse.

In conclusione, ai fini di un monitoraggio efficace sarà di fondamentale importanza valutare le variazioni di anno in anno di tutti e 7 gli indicatori sui giovani. Per misurare gli effetti concreti sul lungo periodo, di misure e risorse che per ora si riducono solo a stime, perlopiù vaghe.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

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Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico "openpnrr" realizzato nell'ambito delle attività di analisi sul piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo approfondimento sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Nei prossimi mesi pubblicheremo anche un’apposita piattaforma in cui sarà possibile consultare tutte le informazioni disponibili. I dati dei nostri open data possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Unsplash Matese Fields - Licenza

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