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Dal percorso con ragazze e ragazzi che abbiamo portato avanti in questi tre anni abbiamo imparato tanto. Le sfide sono state diverse, da quelle poste dalla pandemia al dover trasmettere a ragazze e ragazzi nuove competenze sui dati e sui nuovi strumenti digitali. Il riscontro che abbiamo avuto però è andato oltre le nostre aspettative. Gli studenti hanno colto con entusiasmo l’opportunità di portare all’attenzione le questioni per loro più importanti e di apprendere nuovi metodi di studio e di analisi per leggere la realtà circostante.

Come abbiamo cercato di sottolineare nel corso del report, l’attività di data journalism che abbiamo portato nelle scuole ha offerto l’occasione per valorizzare le specificità territoriali di ciascuno dei comuni e quartieri coinvolti. Facendo emergere elementi in comune e differenze tra realtà locali così distanti. Un risultato che rappresenta anche da un punto di vista analitico, di studio e ricerca, una delle ricchezze di questo percorso.

Dinamiche trasversali e specificità territoriali

Sin dai primi incontri, è emersa – al di là delle diversità – una comunanza di esperienze, sogni e interessi tra le ragazze e i ragazzi delle 5 aree di progetto.

Interessi comuni visti da prospettive diverse.

Adolescenti che oltretutto hanno vissuto, proprio negli anni in cui si è svolto il progetto Ripartire, la pandemia da Covid-19. Subendone le maggiori conseguenze: dalla lontananza da scuola all’impossibilità di praticare sport, in una fase così delicata e importante della propria crescita. Anche nella scelta dei temi di interesse, sono stati molti i punti in comune. Mentre le specificità sono emerse soprattutto nell’identificazione delle carenze e delle problematiche riscontrate per ciascuno di questi servizi. Per esempio, l’offerta di parchi e aree sportive all’aperto è stata analizzata in quasi tutti i territori, ma da punti di vista fortemente diversi.

Nei dibattiti delle classi di Trebisacce, comune interno della provincia cosentina, il tema ha incrociato quello della raggiungibilità di questi spazi e delle carenze generali dei collegamenti. Così come è stata sollevata la questione della prevalenza di aree sportive private a discapito dell’offerta pubblica – aspetto che ne limita ulteriormente l’accessibilità – e della possibilità di scelta degli sport da praticare, in molti casi notevolmente limitata. A Pordenone invece, secondo capoluogo in Italia per dotazione di verde, la questione è stata ricollegata alla presenza di strutture per migliorare la fruibilità del servizio da parte di ragazze e ragazzi, come la presenza di wi-fi e di aree per i cani. Un quadro in cui si inserisce anche il censimento degli skate park.

Cinque territori, tre approcci differenti

Possiamo individuare 3 diverse prospettive con cui gli studenti hanno analizzato servizi e fenomeni.

I due capoluoghi del centro-nord, Ancona e Pordenone, su tutti i temi scelti hanno rivolto la loro attenzione verso aspetti supplementari rispetto all’offerta base del servizio. Una prospettiva che si è accompagnata in molti casi a una maggiore consuetudine verso la partecipazione a progetti e opportunità dentro e fuori la scuola.

All’Aquila, città segnata dagli eventi sismici degli ultimi 15 anni, l’approccio comune all’analisi di tutti servizi è stato dettato dall’esigenza per ragazze e ragazzi di ricostruire connessioni sul territorio. Dal funzionamento dei trasporti alla richiesta di luoghi di aggregazione e socialità. Fino al bisogno di disporre di punti di riferimento certi, come scuole ed edifici pubblici.

I diversi approcci alla ricerca dipendono anche dalle disparità dei servizi in Italia.

Il terzo punto di vista è quello che caratterizza le due aree maggiormente periferiche del progetto: il comune di Trebisacce e il quartiere romano di Borghesiana. In entrambi, le ricerche degli studenti si sono concentrate spesso sulle funzioni primarie dei servizi scelti. Come la manutenzione ordinaria e la pulizia degli spazi, tanto per le aree verdi quanto per la viabilità stradale. Allo stesso tempo, è emersa la diversa prospettiva tra un’area periferica, ma comunque parte della Capitale, e un’altra pienamente collocata in una regione svantaggiata. Ciò è evidente nell’attitudine con cui gli studenti di Borghesiana  confrontano costantemente il proprio territorio con le aree centrali della città. Mentre per ragazze e ragazzi di Trebisacce ogni questione era sempre declinata come variante locale di una condizione comune, spesso negativa, con il resto della regione.

Abbiamo sottolineato queste diversità perché rappresentano la ricchezza del percorso e di tutto il progetto Ripartire. Non solo in termini di risultati ottenuti, ma anche e soprattutto per l’esperienza di scambio reciproco tra gli studenti. Ragazzi e ragazze che, pur provenendo da contesti così diversi, condividono lo sguardo comune con cui degli adolescenti nel 2023 osservano il mondo che li circonda e che li aspetta.

Foto: Progetto Ripartire

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