La crisi post-pandemica e il conflitto in Ucraina hanno innescato delle dinamiche che si stanno ripercuotendo anche sul nostro paese. In particolare, l’aumento dei prezzi dei beni energetici ha ricollocato al centro del dibattito la questione della produzione e della gestione di energia.

Si tratta di una questione che ha numerosi risvolti. Innanzitutto, quello ambientale: l’aumento costante e preoccupante della temperatura media del globo rende urgenti le pratiche per la riduzione delle emissioni e uno dei settori che ha l’impatto più consistente è proprio quello della produzione e del consumo di energia elettrica e termica. Ma ci sono anche ripercussioni importanti dal punto di vista economico: abbassare i prezzi dell’energia è cruciale anche per evitare che ci sia un’erosione del potere di acquisto delle famiglie, soprattutto di quelle che si trovano in condizioni già precarie.

La gestione energetica ha effetti su molti aspetti, sia ambientali che economici.

Secondo l’osservatorio italiano sulla povertà energetica (Oipe), l’energia è un bene meritorio, ovvero un bene meritevole di tutela pubblica in quanto fondamentale per soddisfare bisogni essenziali della collettività, a prescindere quindi dalle possibilità finanziarie del consumatore.

Ed è proprio il consumatore a porsi sempre più al centro di questo processo: si sta infatti facendo largo all’interno del dibattito pubblico il movimento per il diritto all’energia come un diritto fondamentale dell’essere umano. Oltre a una fornitura capillare e alla diffusione di sistemi di autoproduzione,  questo concetto mira a incentivare anche la consapevolezza dell’utente, che deve essere informato sul tipo di energia prodotta.

La decarbonizzazione della produzione energetica è l’obiettivo primario della lotta al cambiamento climatico, ma è altrettanto importante puntare su altri aspetti. In primis l’efficienza energetica, ovvero la capacità di svolgere più attività possibili con un determinato input di energia, e il risparmio energetico, che si traduce in riduzione del consumo di energia primaria (e quindi della CO2 prodotta). In secondo luogo, anche gli interventi di efficientamento energetico del patrimonio immobiliare sono fondamentali per raggiungere l’obiettivo di piena decarbonizzazione considerando che, in Italia, oltre il 65% del parco edilizio residenziale (12,42 milioni di edifici) ha più di 45 anni e fa affidamento sul gas naturale come principale fonte di energia.

L’efficienza energetica riguarda molti aspetti.

Quando si parla di interventi di efficientamento energetico, si intendono principalmente i lavori sulle strutture edili e sulle infrastrutture. I progetti che possono  essere messi in atto sono numerosi: dalle coibentazioni dei tetti alle sostituzioni delle caldaie, passando per sistemi di teleraffreddamento e teleriscaldamento, applicati a edifici sia di proprietà pubblica che privata. Si può agire anche sul sistema dell’illuminazione pubblica sfruttando apparecchi a consumo ridotto. È possibile migliorare l’efficienza attraverso cambiamenti tecnologici ma anche economici e comportamentali che permettono sul lungo periodo di ottenere dei risultati importanti in termini di consumo.

Nel tempo l’Unione europea ha fissato diversi obiettivi legati a tale ambito, uno di questi è il 20% energy efficiency target relativo al 2020, ovvero una riduzione del consumo energetico del 20%. Si tratta di un obiettivo che risulta raggiunto proprio nel 2020 ma che ha risentito della riduzione degli spostamenti dovuti all’emergenza pandemica.

Ci sono dei target europei relativi all’efficienza energetica.

Nell’ultima revisione della direttiva sull’efficienza energetica adottata nel luglio 2023, l’obiettivo di riduzione di consumo dell’energia finale a livello dell’Unione Europea è stato imposto a 11,7% nel 2030 rispetto alle previsioni di consumo energetico per il medesimo anno ma formulate nel 2020. Insieme agli obiettivi imposti dalla direttiva sull’efficienza energetica, gli stati dell’Unione europea saranno anche chiamati a rispettare la direttiva sulla prestazione energetica dell’edilizia (Energy Performance of Buildings Directive – EPBD), che mira a ridurre i consumi energetici negli edifici. La direttiva EPBD è attualmente in fase di aggiornamento e una volta conclusa la negoziazione tra le istituzioni europee verranno fissati nuovi obiettivi che i paesi dovranno raggiungere per migliorare la prestazione dei propri edifici.

Come abbiamo detto, l’ambito energetico è trasversale a numerose questioni, non ultima quella sociale. L’efficienza energetica, in particolare quella degli edifici privati, è un tema cruciale quando si parla di povertà energetica. La povertà energetica è comunemente definita come una situazione in cui le famiglie non hanno accesso ai servizi e ai prodotti energetici essenziali, con conseguenti problemi quali la difficoltà di mantenere un riscaldamento e un raffreddamento adeguati nelle proprie abitazioni.

Oggi le persone in condizione di povertà energetica si trovano in difficoltà su più livelli. Da un lato, la difficoltà nel mantenere fonti di offerta energetica stabili ha impattato sui costi del gas e dell’energia elettrica. Aumentano quindi i prezzi delle bollette di riscaldamento per le famiglie. Dall’altro lato, la crisi climatica, che comporta per l’Italia stagioni estive sempre più calde e prolungate che colpiscono prevalentemente chi non ha la possibilità di raffreddare adeguatamente la propria abitazione.

Senza dimenticare che, come sottolinea la raccomandazione della commissione europea 2020/1563 sulla povertà energetica, un elevato tasso di povertà energetica ha delle conseguenze negative su più livelli: può causare, per esempio, un calo del benessere e un peggioramento dei bilanci familiari, oltre a un incremento nel lungo termine della spesa sanitaria.

Le fonti di entrata considerate sono: gli stipendi di lavoro (dipendente o indipendente), entrate da investimenti oppure da proprietà, trasferimenti sociali (inclusa la pensione).

Per famiglia si intende una persona o più fornendosi o fornendo l’essenziale per poter vivere.

FONTE: elaborazione openpolis e Citizens’ Observatory for Green Deal Financing su dati Eurostat
(consultati: mercoledì 12 Luglio 2023)

In Europa il 9,3% delle famiglie non può permettersi per motivi economici di riscaldare la propria abitazione. In otto paesi il valore supera la media europea. La percentuale maggiore si registra in Bulgaria (22,5%) a cui seguono Cipro (19,2%), Grecia (18,7%) e Lituania (17,5%). Al contrario, sono di meno in Slovenia (2,6%), Lussemburgo (2,1%) e Finlandia (1,4%). L’Italia si colloca al nono posto con una media dell’8,8%, un dato leggermente inferiore a quella comunitaria.

L’impegno economico e politico è necessario per migliorare l’efficienza energetica.

In uno scenario di tale complessità, la risposta economica e politica è fondamentale. Un importante aiuto per migliorare l’efficienza energetica viene dato da due strumenti comunitari: i fondi europei ordinari, che hanno l’obiettivo di sostenere gli investimenti per lo sviluppo economico, la crescita sostenibile e la riduzione dei divari tra i paesi, e il fondo per la ripresa e resilienza (Recovery and resilience facility, Rrf) il cui accesso è definito dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Quest’ultimo prevede una serie di riforme e investimenti straordinari per rilanciare le economie degli stati membri dopo le perdite causate dalla pandemia.

Ma le risorse economiche non bastano. Ci sono, infatti, delle difficoltà che limitano la diffusione e l’efficacia degli investimenti per l’efficientamento energetico.

Innanzitutto, dal lato dell’utente finale può non essere particolarmente facile comprendere dettagli tecnici come la classe energetica degli edifici o i vantaggi che gli stessi bonus edilizi possono portare. Inoltre, per le fasce di popolazione più fragili è difficile avere la capacità economica di affrontare i costi iniziali delle ristrutturazioni oppure informarsi in modo adeguato su quelli che sono gli strumenti che facilitano il credito agevolato. 

Si tratta inoltre di interventi che dipendono fortemente dall’andamento dei prezzi delle materie prime, che possono influenzare significativamente l’importo finale in lavori di una tale durata. Infine, come evidenziato dall’agenzia delle entrate, evitare frodi e pratiche di riciclaggio può essere complesso, anche a causa di un mancato sistema di controlli e un quadro normativo poco chiaro.

Servono quindi diversi tipi di strumenti, che possano essere fruiti da varie tipologie di beneficiari.

Per migliorare l’efficienza energetica sono necessarie anche misure che evitano di lasciare indietro proprio le persone che sono in maggiore difficoltà economica. Questo perché si tratta di interventi che, come abbiamo più volte ribadito, hanno ripercussioni differenti su numerosi aspetti della vita delle persone. 

In questo, un monitoraggio puntuale dell’utilizzo dei fondi europei ha un valore importante per capire in che direzione stanno andando le politiche pubbliche ma anche per capire lo stato dei lavori.

Foto: okeykatlicenza

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