È ancora elevata la concentrazione di No2 nell’aria Ambiente

Il biossido di azoto (No2) è pericoloso sia per l’ambiente che per la salute umana. Rispetto a 30 anni fa, le emissioni si sono ridotte ed è quindi diminuita la quota di popolazione esposta, ma sono ancora molti i comuni italiani che superano i limiti stabiliti dall’Oms.

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Uno dei fenomeni più dannosi generati dalla presenza antropica sulla Terra è l’inquinamento atmosferico. Oltre ad avere un impatto negativo sull’ambiente, è fortemente nocivo anche per la salute umana. In approfondimenti recenti, abbiamo ad esempio parlato dell’ozono e del particolato fine (Pm2.5).

Un altro agente particolarmente inquinante è il biossido di azoto. Nonostante un progressivo calo della concentrazione nell’aria di questa sostanza negli ultimi anni, l’Italia ne risulta ancora fortemente colpita. Sono infatti più di 50 i comuni che nel 2019 hanno superato il limite previsto dall’Oms sulla presenza media giornaliera di No2.

Cos’è il biossido di azoto e perché è pericoloso

Questo inquinante atmosferico viene generato in primis dal traffico veicolare, ma anche dall’utilizzo di gas nelle abitazioni, per il riscaldamento e nelle cucine. Altre fonti di emissioni di No2 sono da ricercare in processi industriali e di produzione di energia, oltre che nei radiatori a cherosene, in quelli a gas privi di scarico e nel fumo di tabacco.

Il biossido di azoto costituisce un pericolo sia ecologico che sanitario.

Si tratta di una sostanza particolarmente nociva sia per l’ambiente che per la nostra salute. A lungo andare, contribuisce all’eutrofizzazione, ovvero un processo degenerativo degli ecosistemi acquatici, dovuto a un eccesso di sostanze nutritive, e all’acidificazione delle piogge – due importanti e nocivi effetti del cambiamento climatico. Da un punto di vista sanitario invece un’esposizione prolungata contribuisce all’emergere di gravi patologie quali il diabete, l’ipertensione e i problemi cardiovascolari. Oltre a ostacolare il normale sviluppo della capacità polmonare. Studi recenti hanno inoltre rilevato un più elevato tasso di mortalità negli individui che abitano in zone maggiormente esposte a questa sostanza.

Per arginare questo problema, già nel 2010 il decreto legge 155 aveva attuato in Italia la normativa europea 2004/107/Ce, per favorire la riduzione delle sostanze inquinanti nell’aria.

Ad oggi, rispetto al decennio scorso, l’entità delle emissioni di ossidi di azoto (Nox) e quindi anche di No2 è infatti significativamente diminuita, in Italia come nel resto d’Europa.

-58,5% le emissioni di ossidi di azoto nei paesi Ue-27 tra il 1990 e il 2019.

Sono indicate le emissioni totali di Nox (il nome collettivo per tutti gli ossidi di azoto e le loro miscele, tra cui anche No2) nei paesi dell’Ue-27. I dati sono aggiornati al 4 ottobre 2021.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: giovedì 17 Marzo 2022)

In circa 30 anni l'entità delle emissioni si è più che dimezzata, passando da quasi 16 milioni di tonnellate nel 1990 a poco più di 6 milioni nel 2019.

Analizzando i dati relativi agli altri inquinanti atmosferici quali Pm2.5, ammoniaca e ossidi di zolfo, vediamo inoltre che si tratta di uno degli agenti che hanno registrato il calo maggiore in questo lasso di tempo. Solo gli ossidi di zolfo e i composti organici volatili non metanici hanno registrato cifre più alte, rispettivamente pari al -92,2% e al -59,6%. Mentre le emissioni di Pm2.5 si sono ridotte del 35,6% e quelle di ammoniaca del 28,1%.

La concentrazione di No2 nelle arie italiane

L'organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha stabilito dei limiti sia a livello di concentrazione di biossido di azoto nell'aria che a livello temporale, ovvero quanto tempo una persona possa esporsi a un certo livello di concentrazione per non subire effetti avversi sulla propria salute. Si tratta di 10 μg/m3 (microgrammi per metro cubo d’aria) come media annuale e 25 μg/m3 come media giornaliera.

Secondo gli ultimi dati disponibili, relativi al 2019, nel nostro paese sono ancora molti i centri abitati in cui si superano queste raccomandazioni.

54 i comuni italiani dove mediamente in un anno si supera la media che l'Oms considera limite per una sola giornata.

Sono indicati i comuni che superano, rispettivamente, il limite di 10 μg/m3 di concentrazione di No2 nell’aria (riconosciuto dall’Oms come massimo a livello annuale) e quello di 25 μg/m3, che secondo le linee guida Oms non andrebbe superato nemmeno in una giornata. I valori sono riferiti alla media annuale.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(ultimo aggiornamento: martedì 15 Marzo 2022)

Due comuni in particolare, entrambi nella provincia di Milano (Cormano e Rho) superano addirittura i 40 μg/m3 di media annuale. Si tratta di comuni che hanno rispettivamente 50mila e 20mila abitanti. Tra i grandi centri urbani invece è Milano a registrare il dato più alto (con una concentrazione di No2 pari a 37 μg/m3, seguita da Torino (36 μg/m3) e Roma, (34 μg/m3).

Il 24% di tutti i comuni analizzati riporta una concentrazione superiore al limite giornaliero, mentre meno del 10% rientra nei limiti annuali.

Se però analizziamo i dati relativi alla quota di popolazione esposta a quantitativi elevati di questo agente inquinante, vediamo che tra il 2017 e il 2019 c'è stato un significativo miglioramento.

È indicata la distribuzione della popolazione urbana esposta a fasce di concentrazione media annua di No2 (negli anni 2017 e 2019).

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(ultimo aggiornamento: martedì 15 Marzo 2022)

Nel 2017 infatti quasi 8 milioni di persone in Italia erano esposte a una concentrazione media annua di No2 compresa tra i 40 e i 50 μg/m3 (il 39% di tutta la popolazione esposta). Mentre 4,8 milioni erano esposti a una concentrazione tra i 30 e i 40 μg/m3 (24%) e 5,1 milioni a una tra i 20 e i 30 μg/m3 (28%). Solo il 9% respirava un'aria in cui il biossido di azoto era presente in quantità inferiori ai 20 μg/m3.

Appena 2 anni dopo, nel 2019, la situazione era decisamente migliorata. Poco più di 70mila persone risultavano esposte a quantitativi molto elevati di No2 (oltre i 40 μg/m3), mentre circa 7,3 milioni respiravano un'aria in cui il biossido di azoto non superava i 20 μg/m3 (il 37%, la quota più elevata).

Tuttavia sono ancora molte le persone esposte a livelli comunque elevati di questa sostanza (12,2 milioni di persone respirano ogni giorno un'aria con biossido di azoto tra i 20 e i 40 μg/m3) e c'è ancora molta strada da fare da questo punto di vista. Ma si sono fatti dei passi avanti significativi.

 

Foto: Mario La Pergola - licenza

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