Come procedono gli interventi per la sicurezza sismica delle scuole #conibambini

La giornata per la sicurezza nelle scuole ricorda le vittime di incidenti in ambito scolastico come quello, tragico, del terremoto in Molise del 2002. Da allora è stato previsto un fondo per verifiche sismiche e interventi straordinari.

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Per il tempo che bambine e bambini passano tra le mura scolastiche, il luogo di studio deve essere il posto sicuro per definizione, dotato di tutti i presidi di sicurezza.

Il prossimo 22 novembre si terrà la giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole, dedicata a tutte le vittime degli incidenti avvenuti nelle scuole italiane.

Come i 57 bambini e i 10 adulti, tra insegnanti e personale Ata, che rimasero intrappolati sotto le macerie della “Francesco Jovine”. Un edificio scolastico in provincia di Campobasso, a San Giuliano di Puglia, che comprendeva la scuola dell’infanzia, primaria e media. Nel crollo del solaio della scuola, seguito al sisma che colpì il Molise tra ottobre e novembre del 2002, persero la vita 27 bambini e una maestra.

In seguito a quel terremoto vennero prese una serie di iniziative, come la riclassificazione del territorio nazionale in base alla pericolosità sismica – eliminando le zone non classificate – e la previsione di un fondo dedicato alle verifiche sismiche e agli interventi urgenti per le scuole.

Provvedimenti cui poi sono seguite altre linee di finanziamento nel corso degli ultimi 20 anni. Fino ad arrivare ai più recenti investimenti previsti dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Questo, tra gli altri aspetti, stanzia 3,9 miliardi di euro per la messa in sicurezza delle scuole e 800 milioni (cifra successivamente innalzata sopra il miliardo) per la costruzione di nuovi edifici.

Solo nei prossimi mesi, man mano che procede l’avanzamento dei lavori, sarà possibile monitorare l’andamento di questi progetti. Tuttavia già oggi è interessante verificare la realizzazione degli interventi disposti con il fondo per le verifiche sismiche messe in atto negli ultimi 20 anni.

Le iniziative per la sicurezza sismica delle scuole negli ultimi 20 anni

Come anticipato, la tragedia dell’autunno 2002 dette l’impulso a una serie di provvedimenti.

Tra i più rilevanti, l’ordinanza 3274/2003 del presidente del consiglio dei ministri che ha disposto nuove normative tecniche per le costruzioni in aree sismiche e la riclassificazione in 4 zone di pericolosità del territorio nazionale. Eliminando in questo modo le “zone non classificate” (cfr. Protezione civile).

Venne inoltre introdotto l’obbligo per gli enti proprietari di procedere alla verifica sismica di edifici strategici e rilevanti, tra cui le scuole.

E’ fatto obbligo di procedere a verifica, da effettuarsi a cura dei rispettivi proprietari (…) sia degli edifici di interesse strategico (…) sia degli edifici e delle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso.

Nel settembre 2003, il decreto legge 269, convertito dalla legge 326/2003, ha istituito il fondo per interventi straordinari della presidenza del consiglio dei ministri (articolo 32-bis). Questo fondo – inizialmente di 73,5 milioni per il 2003 e da 100 milioni annui per il 2004 e 2005 – è stato creato per finanziare le verifiche sismiche e gli interventi infrastrutturali per la riduzione del rischio.

2.300 le verifiche sismiche sugli edifici scolastici finanziate con queste risorse.

Un fondo a cui si sono aggiunti interventi regionali e locali e che è stato successivamente rifinanziato dallo stato. In particolare con l’incremento di 20 milioni annui disposto dalla legge 244/2007 (art. 2 c. 276). Questo provvedimento ha previsto 6 annualità per il programma di adeguamento strutturale e antisismico degli edifici scolastici esistenti. Nonché la costruzione di nuovi immobili in caso fosse indispensabile per quelli a elevato rischio sismico.

Da allora, nel corso dell’ultimo decennio, i canali di finanziamento rivolti all’edilizia scolastica (non solo a scopo anti-sismico) sono stati molteplici, come abbiamo avuto modo di ricostruire. A questi si sono aggiunti gli investimenti del Pnrr, che in alcuni casi finanziano progetti già in essere e in altri nuovi interventi.

Un quadro di cui potremo tirare le somme solo nei prossimi mesi e anni, con l’arrivo dei dati sull’attuazione. Questa attività invece è già possibile per gli interventi del piano di verifica e sicurezza sismica finanziati dall’articolo 32-bis del Dl 269/2003.

Gli interventi del piano di verifica e sicurezza sismica

Il fondo per gli interventi straordinari, incrementato con la legge di bilancio 2008 per le annualità successive, ha finanziato 225 interventi, stando ai dati aggiornati al febbraio 2022.

Il criterio per l’assegnazione delle risorse alle regioni è il rischio sismico del territorio.

Interventi destinati a un programma di adeguamento strutturale e antisismico delle scuole e per la costruzione di nuovi edifici scolastici. Questo programma è stato disciplinato da una serie di ordinanze e decreti della presidenza del consiglio, assegnando anche una quota di competenza regionale in base ai livelli di rischio sismico del territorio.

3 le possibilità di intervento previste dal programma.

In gran parte si tratta di interventi di adeguamento strutturale e antisismico: 195 edifici su 225 (86,7%). Vi sono poi 29 nuove costruzioni, per quei casi in cui il costo dell’adeguamento dell’edificio esistente sarebbe stato eccessivo rispetto alla costruzione ex novo. In un caso, in Toscana, l’intervento riguarda il miglioramento di un edificio sottoposto a vincolo.

Per quanto riguarda lo stato di avanzamento, a febbraio 2022 risulta concluso l’89,3% degli interventi (201 in totale). Altri 13 sono in cantiere, mentre 6 sono in fase di progettazione o di appalto. Sono 5 quelli in corso di avvio.

FONTE: elaborazione openpolis Con i Bambini su dati Dipartimento della protezione civile
(pubblicati: giovedì 10 Febbraio 2022)

Lo stato di avanzamento varia molto tra i diversi territori. In 7 regioni risultano conclusi tutti gli interventi finanziati. Parliamo di Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Umbria, Valle D’Aosta e Veneto. In altri 4 la quota dei conclusi raggiunge o supera il 90% degli interventi: Sicilia, Emilia-Romagna, Calabria e Marche. In 2 regioni sono stati conclusi circa due terzi dei progetti: Campania (68,4%) e Molise (66,7%).

L’edilizia scolastica è un comparto strategico

La condizione degli edifici scolastici è un aspetto da non trascurare per il sistema educativo. Prima di tutto, per una questione di sicurezza degli studenti e di chi vi lavora. Ma anche perché dalla manutenzione e dal rinnovamento delle scuole passa la stessa qualità della didattica offerta.

Basti pensare alla differenza di potenziale educativo tra una scuola obsoleta, con pochi servizi essenziali, e un’altra dotata di aule per attività laboratoriali, impianti sportivi, giardini scolastici, collegata alla rete ultraveloce.

Per questa ragione, il potenziamento dell’edilizia scolastica è un obiettivo trasversale di numerosi investimenti pubblici, precedenti e successivi all’emergenza Covid. Il coordinamento degli interventi previsti da ciascun singolo fondo – come quello istituito per il piano di verifiche e messa in sicurezza – con le altre risorse stanziate rappresenta quindi una priorità strategica per il paese. In modo da valorizzare l’efficacia degli interventi previsti.

Scarica, condividi e riutilizza i dati

I contenuti dell’Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell’articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l’obiettivo di creare un’unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati sugli interventi per l’edilizia scolastica in base all’articolo 32 bis del decreto legge n. 269 del 30 settembre 2003 sono di fonte Protezione civile e sono aggiornati al 10 febbraio 2022.

Foto: Antonio MaranoLicenza

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