Chi beneficerà dei fondi Pnrr per le green communities #OpenPNRR

Si tratta di progetti per lo sviluppo in chiave sostenibile di territori rurali e montuosi. Abbiamo analizzato i progetti che verranno finanziati con i 135 milioni previsti dal Pnrr.

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Lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile e dell’economia circolare sono due degli obiettivi perseguiti anche dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) nell’ambito degli investimenti legati alla transizione ecologica.

Secondo il nostro indicatore originale di suddivisione tematica una di queste misure è quella per le green communities, che mira a promuovere lo sviluppo sostenibile di comunità locali, nei territori rurali e di montagna. Abbiamo approfondito nel dettaglio cosa si intende per green communities e abbiamo ricostruito gli esiti del relativo avviso pubblico, mirato ad allocare 135 milioni di euro.

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Cosa sono le green communities

Sono dei progetti che hanno obiettivi più ampi rispetto alla riduzione dell’impatto ambientale e della gestione energetica. Si cerca infatti di favorire anche dinamiche virtuose a livello sociale ed economico.

Le green communities sono piani di sviluppo sostenibile messi in atto a livello locale da piccole comunità con una serie di obiettivi. Dall’industria a “rifiuti zero” alla costruzione consapevole di strutture edilizie. Vai a “Cosa sono le green communities”

Questi investimenti sono indirizzati ad aree rurali e montuose con l’ambizione di renderle più autonome rispetto ai poli centrali, con un’attenzione particolare anche per il rilancio e la ripopolazione dei territori. Nel concreto, gli investimenti riguardano molti aspetti: la gestione delle risorse del luogo per la produzione energetica, lo sviluppo del turismo sostenibile, l’integrazione dei servizi di mobilità con impatto minore, l’industria a “rifiuti zero” e la costruzione consapevole di strutture edilizie.

Gli investimenti del Pnrr per le green communities

Si tratta dell’unico investimento previsto nel Pnrr di titolarità del dipartimento per gli affari regionali e le autonomie. Gli enti attuatori di questi progetti sono aggregazioni di comuni sotto le forme di unioni, consorzi, convenzioni e comunità montane. Dimensioni ritenute ottimali anche dall’unione nazionale comuni comunità enti montani (Uncem).

Di certo non è possibile attuare tutto questo a livello di singolo Comune. La dimensione ottimale è quella dell’Unione montana, dell’ambito territoriale, della valle alpina.

Il finanziamento previsto è pari a 135 milioni di euro e ogni ente poteva richiedere dai 2 ai 4,3 milioni per il proprio progetto.

Sono stati selezionati tre progetti pilota finanziati con i fondi previsti dalla misura. Si tratta della green community “Terre del Monviso” in Piemonte, dell’ unione montana dell’Appennino Reggiano della “Montagna del latte” in Emilia-Romagna e della green community “Parco Regionale Sirente Velino” in Abruzzo. La dotazione finanziaria per questi progetti è pari a 2 milioni per ciascun investimento. Una volta assegnati i fondi per i progetti pilota, un decreto di riparto del ministero ha distribuito le risorse restanti tra le regioni.

129 milioni € fondi Pnrr per le green communities considerati nel decreto di riparto.

Tra i criteri considerati per ripartire il finanziamento tra le regioni, sono stati inclusi anche la ruralità e la montuosità dei territori oltre alla necessità di garantire la riserva del 40% delle risorse per le regioni del mezzogiorno del che dovrebbe essere rispettata per tutte le misure del Pnrr. La regione per cui erano inizialmente previsti più fondi era la Sardegna (13,8 milioni circa). Meno finanziamenti invece in Valle d’Aosta (2 milioni).

A seguito della pubblicazione degli esiti dell’avviso pubblico possiamo osservare che, oltre i 3 progetti pilota di cui abbiamo già parlato, saranno finanziati 36 progetti. Di questi, 30 otterranno totalmente il finanziamento richiesto mentre 6 avranno accesso a un finanziamento parziale. Dalle informazioni disponibili non è stato possibile risalire alle motivazioni per cui non otterranno l’ammontare richiesto dai progetti.

Il dato rappresenta gli importi ammessi al finanziamento per la misura relativa alle green communities. Si considerano in aggregato tutti i progetti ammessi ad eccezione dei tre investimenti pilota che non rientrano nel decreto di riparto.

FONTE: elaborazione openpolis su dati del dipartimento per gli affari regionali e le autonomie
(consultati: mercoledì 15 Marzo 2023)

Considerando gli interventi ammessi con il bando, la regione che riceverà più finanziamenti è il Piemonte, con circa 12,59 milioni di euro. Seguono a poca distanza Sardegna (poco meno di 12,59) e Toscana (10,28). Riceveranno meno introiti Liguria (circa 2,6 milioni), Puglia (2,39) e Valle d’Aosta (2).

Questi 36 progetti ammessi attraverso la gara muoveranno circa 119 milioni di euro dei 129 previsti inizialmente. Se si aggiungono i 3 progetti pilota, i fondi utilizzati saranno pari a 125 milioni. Sono 8 le regioni in cui non si registrano degli avanzi rispetto al decreto di riparto. Tuttavia, negli altri casi, le risorse restanti non raggiungono nemmeno i due milioni, il minimo che può essere richiesto per un progetto. I comuni infatti possono richiedere dai 2 ai 4 milioni circa per avviare una green community ma la regione che registra più avanzi, la Campania, riporta circa 1,84 milioni di risorse non allocate. A questa seguono Calabria (circa 1,84 milioni), Veneto (1,7) e Basilicata (1,3).

Per quel che riguarda la quota mezzogiorno, il 37,7% delle risorse verrà veicolato verso il sud del paese. Questa percentuale è stata calcolata considerando la misura nella sua totalità, comprendendo quindi anche gli importi per i progetti pilota. Da notare dunque che non viene rispettata la soglia del 40% prevista dal Pnrr. Le regioni che riportano più avanzi rispetto al decreto di riparto sono quasi tutte aree del mezzogiorno e questo incide sul raggiungimento di questo obiettivo.

La mappa mostra tutti gli investimenti per le green communities. Sono compresi anche i progetti finanziati attraverso la fase pilota. Nella graduatoria, alcuni progetti riportano soltanto il nome di un comune. Come abbiamo detto, gli enti ammessi al finanziamento erano aggregazioni comunali. Non è stato possibile verificare se per questi casi particolari è stato segnato soltanto il capofila oppure se si tratta di singole amministrazioni ammesse ai finanziamenti.

FONTE: elaborazione openpolis su dati del dipartimento per gli affari regionali e per le autonomie
(consultati: giovedì 16 Marzo 2023)

Come abbiamo visto in precedenti approfondimenti, anche in questo caso sono i comuni del sud quelli che hanno più difficoltà a presentare i progetti. Per garantire la quota mezzogiorno inoltre, è possibile l’apertura di un bando specifico per le aree del sud. Non sono infatti sufficienti i fondi per il finanziamento di un progetto per ogni regione che riporta dei disavanzi.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Gruendercoachlicenza

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