Aumenta la raccolta di plastica in Italia Ambiente

La plastica è un materiale dannoso per l’ambiente. Per il suo recupero è necessario incentivare la raccolta differenziata e puntare sulle infrastrutture adibite a questo scopo.

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In Italia, dal 2015 la raccolta differenziata è in costante aumento. È maggiore anche il recupero della plastica, uno dei materiali più presenti negli oggetti utilizzati nella vita di tutti i giorni. Essa comporta però dei rischi importanti per l’ambiente. Da un lato, la sua produzione richiede un grande utilizzo di combustibili fossili. Dall’altro lo smaltimento è molto difficoltoso, a causa dei tempi lunghissimi di disintegrazione e del rilascio di microplastiche, ovvero piccoli frammenti che vengono dispersi nell’ambiente. Queste particelle causano danni al sistema respiratorio e spesso vengono ingerite dagli animali.

Sono necessarie molte azioni per limitare la dispersione della plastica.

Essendo dannosa per l’essere umano e per gli ecosistemi, limitare il suo uso è cruciale. Sfruttare materiali alternativi è una delle possibili soluzioni ma così anche limitare la produzione di determinati prodotti. In questa direzione vanno ad esempio le regole europee sugli imballaggi o sui prodotti usa e getta. Non sempre è possibile limitare l’utilizzo della plastica quindi è fondamentale una raccolta corretta. Per poterla fare, è necessario disporre delle giuste infrastrutture e incentivare la popolazione locale a effettuare la differenziata.

La raccolta della plastica in Italia

Secondo Ispra, nel 2021 la raccolta differenziata in Italia raggiunge il 64% dei rifiuti urbani prodotti, andando sempre più vicino all’obiettivo del 65% fissato nel 2012. Equivale a quasi 19 milioni di tonnellate. Circa 1,7 milioni sono rifiuti plastici.

8,84% quota di rifiuti di plastica sul totale dei rifiuti di raccolta differenziata.

Sono circa 28,42 kg pro capite. La raccolta della plastica è in costante aumento ma ci sono aree del paese in cui i valori erano maggiori. Nel nord la differenziata intercetta 32 kg pro capite, nel centro 27 e nel sud 24. Andiamo quindi a vedere quali regioni raccolgono più plastica.

Il grafico riporta i kg pro capite di plastica raccolta con la differenziata. Non si considera quindi tutta la plastica prodotta dalla regione dal momento che una parte potrebbe rientrare nell’indifferenziato.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(consultati: martedì 21 Febbraio 2023)

ERRATA CORRIGE: per un errore di import erano stati comunicati i dati sbagliati. Qui in seguito i dati corretti

La Valle d’Aosta era la regione in cui si raccolgono più rifiuti plastici. Si parla di 54,87 kg pro capite. Si tratta però di una regione in cui pochi comuni riportano il dato sulla raccolta differenziata. Tra le altre regioni, i valori maggiori sono registrati in Emilia-Romagna (43,82), Marche (39,87) e Sardegna (38,52). I territori che riportavano valori minori sono invece Lazio (18,49 kg a persona), Basilicata (13,90) e Calabria (9,10).

Il dato indica i kg pro capite di plastica raccolta dalla differenziata per ogni singolo comune. Non si considera quindi la totalità della plastica prodotta dal momento che una parte potrebbe rientrare nell’indifferenziato.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra.
(consultati: martedì 21 Febbraio 2023)

I comuni che riportano i valori maggiori sono spesso quelli più piccoli e quelli più lontani dai centri. Oltre alle capacità di raccolta dei singoli territori, incide anche la produzione stessa di rifiuti, che è maggiore in città più grandi. Inoltre, essendo un dato pro capite, il numero di abitanti ha una sua importanza.

Quasi tutti i rifiuti plastici sono imballaggi.

Il 95% dei rifiuti plastici raccolti con la differenziata è composto da packaging. Nel 2021 rappresentano quasi 2,3 milioni di tonnellate, un dato in crescita rispetto all’anno precedente (+65mila tonnellate). Per questo motivo numerose misure messe in atto a livello comunitario riguardano gli imballaggi. Tra queste, si segnala la direttiva 2015/720 legata alla riduzione dell’utilizzo di borse di plastica in materiale leggero. Stando ai dati Ispra, nel 2021 il 75,1% delle borse in commercio è composto da materiali biodegradabili e compostabili. L’aumento della raccolta dell’umido è un chiaro incentivo al loro maggiore utilizzo dal momento che risultano idonee per il riciclaggio dei rifiuti organici.

Per ridurre ulteriormente la quota di imballaggi di plastica, è richiesto uno sforzo alle aziende. Come abbiamo scritto in un approfondimento dedicato, frutto di una collaborazione con lo European data journalism network (Edjnet), le grandi multinazionali sono tra i principali responsabili dell’inquinamento da plastica. Molte di loro hanno preso degli impegni per ridurne l’utilizzo ma non è sempre facile capire se vengono fatte azioni concrete oppure se si tratta di operazioni di greenwashing.

Foto: Nareeta Martinlicenza

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