A chi sono andati i fondi per l’avvio delle opere indifferibili #OpenPNRR

Un decreto della ragioneria generale dello stato ha assegnato oltre 8 miliardi di fondi per sostenere l’avvio di opere finanziate con il Pnrr e per questo non prorogabili. Vediamo a chi sono andate queste risorse.

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Alla fine di novembre la ragioneria generale dello stato (Rgs) ha emanato un decreto che assegna le risorse stanziate nell’ambito del fondo per l’avvio delle opere indifferibili. Si tratta di un fondo istituito dal decreto legge 50/2022, il primo dei cosiddetti “decreti aiuti” varati dal governo Draghi.

Tali risorse dovrebbero servire a compensare gli aumenti del costo dell’energia e delle materie prime scatenato dall’impennata dell’inflazione anche in relazione all’esplosione della guerra in Ucraina. L’auspicio è quello di velocizzare le procedure legate all’avvio dei cantieri delle opere finanziate nell’ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Opere che, come noto, dovrebbero concludersi entro il 2026.

L’introduzione di questo fondo rientra in un quadro più ampio di interventi volti a potenziare le capacità delle pubbliche amministrazioni, sia a livello nazionale che locale. Soggetti che ricoprono un ruolo decisivo nella realizzazione pratica dei progetti del piano ma che in questi mesi hanno accumulato gravi ritardi.

8,8 miliardi € le risorse stanziate nell’ambito del fondo per l’avvio delle opere indifferibili. 

Come vedremo, purtroppo non è semplicissimo riuscire a capire chi sono i soggetti che beneficeranno di queste risorse aggiuntive. Questo perché dal decreto della ragioneria generale dello stato è possibile conoscere nel dettaglio solo la destinazione di circa 4 miliardi su 8.

Non è chiara la quantità di risorse nazionali utilizzate per la realizzazione dei progetti Pnrr.

Un’ennesima lacuna in termini di trasparenza dovuta al fatto che i dati sui progetti finanziati dal Pnrr, contenuti nella piattaforma informatica Regis, non sono ancora accessibili alla cittadinanza. In un contesto così complicato, diventa sempre più difficile riuscire a capire quanti fondi aggiuntivi sono stati o saranno impiegati per la realizzazione dei progetti previsti dal piano. Risorse che, incluse quelle del fondo complementare, arrivano dalle casse statali. Motivo per cui sarebbe necessaria maggiore chiarezza.

Il quadro normativo

Come abbiamo già raccontato in un precedente articolo, molti cantieri che avrebbero già dovuto essere avviati non sono ancora operativi. Ciò perché l’aumento dei costi ha reso poco conveniente per le ditte partecipare ai bandi. Bandi che in molte occasioni sono andati deserti o comunque hanno richiesto proroghe. Ciò ha provocato gravi ritardi che, salvo rinvii delle scadenze del Pnrr, dovranno essere recuperati nei prossimi anni.

Per compensare l’aumento dei costi e cercare di limitare i ritardi, l’esecutivo Draghi aveva messo in campo una serie di misure incrementando alcune voci di spesa o creandone di nuove. Tra queste, il fondo per l’avvio delle opere indifferibili. In questo articolo ci focalizziamo su questa misura non solo perché è tra le più recenti ma anche perché è una delle poche le cui risorse vanno quasi esclusivamente a sostenere interventi da realizzare nell’ambito del Pnrr o del fondo complementare (Pnc).

Il fondo per le opere indifferibili serve per velocizzare l’avvio dei progetti finanziati con il Pnrr.

Ma come funziona questo fondo? L’articolo 26, comma 2 del già citato Dl 50/2022 ha disposto che entro la fine del luglio scorso avrebbero dovuto essere aggiornati i prezzari in base ai quali le stazioni appaltanti indicono i bandi. Prezzari che dovranno essere fatti ex novo nel 2023. Quelli definiti a luglio potranno continuare ad essere utilizzati, in via transitoria, per i bandi indetti fino al 31 marzo di quest’anno. Il fondo in esame serve a compensare la revisione al rialzo di tali prezzari.

Il comma richiama tra l’altro l’articolo 29 del decreto legge 4/2022. Questo prevede che eventuali variazioni dei prezzi siano valutate dalle stazioni appaltanti solo nel caso in cui queste eccedano del 5% il costo rispetto all’anno di presentazione dell’offerta. La compensazione comunque va a coprire fino all’80% di detta eccedenza. Non tutto l’incremento quindi, anche se si tratta di una quota consistente.

Le modalità di accesso al fondo

Come richiesto dal decreto aiuti, le modalità di assegnazione delle risorse del fondo per le opere indifferibili sono state dettagliate da un decreto del presidente del consiglio dei ministri, entrato in vigore lo scorso settembre.

Questo atto dispone l’accesso al fondo solo per le amministrazioni che necessitano di ulteriori risorse per far fronte all’aggiornamento dei prezzari. Spettava alla ragioneria generale dello stato individuare le istanze da ammettere al finanziamento.

Ai fini dell’accesso al Fondo, le amministrazioni statali istanti devono verificare […] che il cronoprogramma degli interventi indichi la pubblicazione del bando o dell’avviso per l’indizione della procedura di gara, ovvero la trasmissione della lettera d’invito, entro il 31 dicembre 2022, e che per gli stessi risulti prevista la conclusione entro il 31 dicembre 2026 o entro la data prevista nel caso di interventi del PNRR.

Sembrerebbe quindi che possano avere accesso al fondo solo i soggetti attuatori che non abbiano già avviato le procedure. Per quei bandi per cui gli appalti siano già stati assegnati invece non cambia niente. Almeno per quanto riguarda questo specifico sostegno.

25% l’incremento del fabbisogno finanziario degli interventi per i quali è stata presentata istanza di accesso al fondo.

Le istanze pervenute ammontano in totale a 8,07 miliardi. Meno della quota stanziata. Di conseguenza sono state tutte finanziate. Le risorse residue sono state messe nuovamente a bando a seguito della pubblicazione di un decreto del ministero dell’economia lo scorso 12 gennaio.

Come si distribuiscono i fondi

Grazie agli allegati contenuti nel decreto della Rgs, è possibile tracciare un quadro di come si distribuiscono le risorse del fondo per le opere indifferibili. Prima di passare all’analisi dei dati però è necessaria una premessa. Il decreto infatti suddivide l’assegnazione delle risorse in due sottocategorie. Il livello di informazioni disponibili per questi due ambiti non è lo stesso.

Il decreto della Rgs fornisce informazioni sulla territorializzazione solo per la metà circa delle risorse assegnate.

La maggiore quantità di dati è disponibile per le “domande ammesse a finanziamento“. Parliamo di circa 5,7 miliardi di euro di fondi assegnati. Altra sottocategoria riguarda invece i prefinanziamenti, assegnati a quei soggetti attuatori che nella domanda hanno dichiarato di aver già avviato o di voler avviare le procedure per l’affidamento di opere pubbliche tra il 18 maggio e il 31 dicembre 2022. In questo caso le informazioni disponibili – contenute nell’allegato al Dpcm del 28 luglio – riguardano solamente le amministrazioni titolari e la misura di riferimento. Non c’è nessun riferimento alla territorializzazione delle risorse.

Fatta questa premessa, è possibile avere un quadro completo della situazione limitatamente alla distribuzione delle risorse tra le amministrazioni titolari delle misure (i soggetti cioè che hanno la responsabilità di assicurare la corretta realizzazione degli investimenti). Come ci si poteva aspettare, è il ministero delle infrastrutture a ricevere la quantità di risorse più cospicua. Al dicastero attualmente guidato da Matteo Salvini infatti sono stati assegnati in totale 6 miliardi di euro circa. Di cui circa 5,3 miliardi per le domande ammesse e il resto (pari a circa 600 milioni) per i prefinanziamenti.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ragioneria generale dello stato
(pubblicati: lunedì 28 Novembre 2022)

Passando invece all’analisi delle domande ammesse a finanziamento – di cui si conoscono più dettagli – possiamo osservare che sono 34 le misure di Pnrr e fondo complementare a cui sono state attribuite risorse provenienti dal fondo.

Molte risorse del fondo vanno a sostenere interventi sul settore ferroviario.

Tra le prime 10 con i finanziamenti più consistenti ne troviamo molte che riguardano gli interventi sulla rete ferroviaria. In particolare per i collegamenti dell’alta velocità nel mezzogiorno. La misura che riceve la maggior somma è infatti quella per la realizzazione del collegamento Av tra Palermo e Catania (circa 1,2 miliardi di euro). Al secondo posto la realizzazione della tratta tra Salerno e Reggio Calabria (circa 730 milioni di euro). Mentre il terzo finanziamento più rilevante riguarda più in generale il potenziamento e l’elettrificazione delle ferrovie del meridione (646 milioni di euro).

FONTE:  elaborazione openpolis su dati ragioneria generale dello stato
(pubblicati: lunedì 28 Novembre 2022)

Sempre limitatamente alle domande ammesse a finanziamento (escludendo quindi i prefinanziamenti) è possibile anche individuare come tali risorse si distribuiscono tra le regioni italiane. In questo caso però occorre osservare che per circa 1,3 miliardi di euro la territorializzazione non è possibile per vari motivi. Tra questi, il più frequente è che alcuni interventi possono riguardare più di una regione. In altri casi invece dall’allegato del decreto non è possibile risalire alla localizzazione dell’opera se non facendo una complessa operazione di ricongiungimento con il codice univoco del provvedimento (Cup) attraverso il portale governativo opencup.it.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ragioneria generale dello stato
(pubblicati: lunedì 28 Novembre 2022)

Dei circa 4,4 miliardi di risorse che possono essere territorializzate, la quota più consistente va alla Sicilia. All’isola infatti spetta circa 1 miliardo e mezzo di euro. La seconda regione a ricevere più fondi più fondi invece è la Lombardia (circa 447 milioni di euro), seguita da Veneto (433 milioni) e Campania (437 milioni).

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Facebook – Ministero economia

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