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Dichiarazione di Francesco GIORDANO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Rifondazione comunista - Sinistra europea) 


 

Un progetto che va oltre il 14 aprile

  • (08 aprile 2008) - fonte: www.franco-giordano.it - inserita il 08 aprile 2008 da 1488

    Il voto da cui ci separa ormai meno di una settimana peserà molto sul futuro e sulla natura della sinistra in Italia. La sinistra è stata il centro della campagna elettorale sinora, e ancor più lo sarà nei prossimi giorni. Non è un'affermazione dettata da esasperato egocentrismo. E' una pura constatazione, di cui ci si può facilmente sincerare.

    Walter Veltroni ha impostato tutta la sua campagna sul recidere ogni residua radice con la sinistra sociale e culturale, oltre che politica. Chiede il voto in nome di un'innovazione che, a conti fatti, consiste solo nella cancellazione di ogni legame con il passato e il presente della sinistra. I candidati che ha scelto e il programma che espone fanno fede di questo rottura totale. Una rottura rivendicata. Come unica garanzia di non ripetere gli errori del passato, il segretario del Pd offre la fine dell'alleanza con la sinistra politica, additata come il fattore di instabilità che ha impedito al governo Prodi di governare bene. La realtà è opposta. Gli ostacoli e gli agguati sono venuti tutti e solo dalla componente moderata di quella maggioranza, non escluse ampie aree del Pd. Ma si sa che qualsiasi bugia, se ripetuta di continuo e da un numero esorbitante di voci, riesce a soppiantare la verità. E Veltroni può contare su un coro imponente e ben disciplinato. Dario Franceschini in un'intervista a Repubblica ha addirittura affermato che il nostro voto equivale a una collusione con Berlusconi. Ma come? Se fino a ieri parlavate addirittura di "separazione consensuale"? E' il vecchio e mai sopito desiderio di cancellarci. Forse la frequentazione ravvicinata con tanta Confindustria presente nelle liste induce a una logica proprietaria persino sul voto. Forse sono più semplicemente le difficoltà incontrate dal Pd in questa campagna elettorale che spingono all'inaudita aggressione. Gli argomenti del Pdl martellano sugli stessi tasti. Berlusconi accusa il rivale di essere troppo inquinato dalla sinistra per poter mantenere i suoi impegni, sui quali però ha ben poche critiche da esprimete.

    Quando ha stracciato platealmente il programma del Pd, lo ha fatto in segno non di disprezzo e contrapposizione ma di sfiducia e incredulità. Non era una critica a quel programma, condiviso nei fondamentali, ma ai leader che lo proponevano, troppo tarati dall'eredità di sinistra per poterlo applicare. I media tutti partecipano ferventi alla crociata. Si sono spinti ai confini del lecito e oltre pur di dipingere, e imporre, una competizione limitata a due soli protagonisti. Il tentativo di eliminare con un colpo di cancellino la cultura e la politica della sinistra è stato clamoroso. Sfacciato. Questa santa crociata non è stata ancora analizzata e interpretata a sufficienza. Sembrerebbe il colpo di maglio al termine di un assedio durato quasi vent'anni, il coronamento di una campagna trionfale allestita per mettere "fuori dalla storia" la sinistra. Solo che quella campagna non è stata affatto trionfale: piuttosto costellata di contraddizioni stridenti, sia nel mondo che nello specifico italiano. La globalizzazione ha portato povertà, guerra, devastazioni ambientali, e si trova ora ad affrontare una crisi che non è congiunturale ma di struttura. In Italia campeggia il rischio di una drastica riduzione della democrazia reale, di impoverire ulteriormente ampie fasce di popolazione, di provocare una diffusa e potenzialmente terminale sfiducia nei confronti della politica. L'offensiva contro la sinistra, più che a un'assalto finale, somiglia a una guerra preventiva, scatenata per impedire che sia in campo un reale progetto di alternativa sociale a fronte della crisi profondissima che gli assetti attuali sanno di dover affrontare, sia nel mondo che in Italia, nei prossimi mesi e anni. Una strategia dettata dalla paura. La continuità tra i partiti che si fronteggiano in questa campagna elettorale e il disastroso ciclo precedente è in realtà totale. Di nuovo ci sono solo i nomi e i simboli: nei contenuti sia il Pd che il Pdl si limitano a ripercorrere gli stessi sentieri degli ultimi quindici anni, portando le vecchie strategie alle estreme conseguenze. Il Pdl incarna una destra il cui neoliberismo è sempre più intrecciato a elementi populisti e xenofobi. Il Pd, rinnegando ogni derivazione dalla sinistra, porta a compimento il processo iniziato nei primi anni '90. Entrambi provano a evitare l'obbligo di fare i conti con il fallimento del bipolarismo rilanciando ulteriormente, come fanno i giocatori d'azzardo messi alle corde, e puntando sulla sua forma più radicale, il bipartitismo. Entrambi, tuttavia, restano al fondo coalizioni disomogenee travestite da partiti unitari, nelle quali continuano a convivere scomodamente clamorose differenze. La sola vera novità presente in queste elezioni è il soggetto unitario della sinistra. E' l'unica formazione che non si propone di cambiare solo la facciata, ma che mira a costituire un soggetto politico unitario e plurale dotato di un'ambizione culturale e sociale radicalmente nuova. Un soggetto capace di intrecciare il principio irrinunciabile dell'uguaglianza con la valorizzazione delle differenze e delle diversità. Di coniugare il conflitto sociale con quello di genere e la difesa dei diritti sociali con quella dei diritti civili. Di cercare e trovare un punto di equilibrio tra le esigenze dello sviluppo produttivo e quelle della salvaguardia ambientale. Un soggetto in grado di invertire la tendenza che ha ridotto i partiti a giganteschi comitati elettorali per tornare a cercare il suo radicamento nella società, però in forme nuove e adeguate ai tempi. Un moderno "soggetto di massa". Un soggetto che si propone non solo di denunciare il progressivo inaridimento di ogni spazio pubblico ma anche, e soprattutto, di partecipare attivamente, dal basso, alla sua ricostruzione. Che non vuole solo rappresentare i conflitti ma contribuire a organizzarli e sostenerli. Su questo percorso, le liste unitarie della Sinistra Arcobaleno rappresentano solo un primissimo passo, fondamentale ma in sé ancora del tutto insufficiente. Abbiamo subìto tempi che non erano i nostri e pagato il prezzo di una legge elettorale improponibile, che ha reso tutto molto più difficile. Un seme è stato gettato, ma non possiamo attendere troppe stagioni: finirebbe per essiccarsi, o per gelare, e i primi a non capirne le ragioni, a non accettarlo, sarebbero le donne e gli uomini che si accingono a votarci proprio perché confidano nella nostra volontà e capacità di dar vita a quel soggetto unitario e plurale. A ricostruire una sinistra adeguata ai tempi in questo paese. Per questo io credo che oggi si debba assumere un impegno preciso, formale, che segni una scelta irreversibile: quello di impiegare, subito dopo le elezioni, tutte le nostre energie non solo per conservare quello che abbiamo sin qui costruito, ma per accelerare i tempi di costruzione del nuovo soggetto. Non possiamo farci imprigionare da inerzie e resistenze. Non possiamo permettercelo. Il nuovo soggetto della sinistra, abbiamo detto sin dall'inizio, non potrà essere una sommatoria di gruppi dirigenti. O nascerà dal basso o non nascerà affatto. Ma per questo sarà necessario coinvolgere, molto più di quanto non siamo riusciti a fare sinora, le migliaia e migliaia di donne e uomini di sinistra che non si riconoscono in alcun partito oggi esistente. Nel nostro paese ci sono state due campagne elettorali. Una mediatica, falsa e insopportabilmente "americana". L'altra fatta nella società, viva, partecipata da tanto popolo desideroso di essere coinvolto in un progetto unitario. Voglio sin d'ora ringraziare le compagne e i compagni che si sono impegnati straordinariamente e chiedere loro l'ultimo, importante, decisivo sforzo per far crescere il consenso alle nostre liste. Ma non c'è coinvolgimento possibile senza affidare a queste donne e a questi uomini il potere di decidere, senza che abbiano voce in capitolo e possibilità di incidere sulla natura, sull'identità e le scelte del nuovo soggetto unitario e plurale. E' questo il percorso costituente che dovremo intraprendere subito dopo le elezioni, qualunque sia il responso delle urne. E' questo l'impegno che ci assumiamo con la nostra base, il patto che deve legarci a chi sceglierà di dare forza alla Sinistra Arcobaleno.
    Fonte: www.franco-giordano.it | vai alla pagina

    Argomenti: sinistra arcobaleno, elezioni politiche 2008, Rifondazione | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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