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Dichiarazione di Fausto BERTINOTTI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Rifondazione comunista - Sinistra europea)  - Assessore Regione Lazio (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE))  - Pres. Camera   (Lista di elezione: PRC) 


 

«Ve lo dicevo io, altro che Tremonti»

  • (18 marzo 2008) - fonte: Il Riformista.it - inserita il 18 marzo 2008 da 31

    Discutere di crisi del capitalismo con Fausto Bertinotti è come ascoltare il medico di un paziente a lunga degenza, convinto di aver individuato la diagnosi corretta della malattia fin da quando la maggior parte degli altri medici certificavano tutt'al più un malessere passeggero.
    Dice al Riformista il presidente della Camera e candidato premier della Sinistra arcobaleno: «Ci hanno accusato per anni, al movimento altermondialista si diceva: siete fuori dal tempo, non capite la modernità, qualcuno parlava addirittura di accenti reazionari.
    Oggi la verifica fattuale ci dà ragione
    Una certa globalizzazione si dimostra l'elemento chiave di una crisi di civiltà e non, come si è detto per anni, la via sicura per un benessere a portata di tutti.
    Non si dirà mai male abbastanza della lettura della globalizzazione come cornucopia.
    Uno scandalo intellettuale senza pari, che trascinava con sé l'idea della fine del lavoro, la denuncia di ogni opposizione come sintomo localista o passatista, addirittura teorizzava la fine della storia. Cose da pazzi».

    Bertinotti ci tiene a non confondersi con i detrattori assoluti del tempo corrente e, del resto, la stessa definizione no global non gli è mai piaciuta troppo: «Non c'è ragione - spiega - per cui una critica deve diventare demonizzazione. Non essere apologetici non significa non vedere la carica di innovazione, di progresso tecnico-scientifico che la globalizzazione ha portato con sé.
    La messa al lavoro di milioni di persone e la possibilità di accedere a certi livelli di consumi sono un fatto positivo.
    L'ingresso di massa in un mercato - per quanto spesso corrotto e corruttore - è un fenomeno che mi interessa, ma non al punto di non vedere che tutto ciò avviene sul modello della prima industrializzazione europea: in Cina e nelle economie emergenti dell'Asia, siamo più vicini all'Ottocento che al Novecento.
    L'aumento del Pil è sbalorditivo, l'aumento di diritti inesistente».

    Difficile però resistere alla tentazione di far notare a Bertinotti che - ammesso e non concesso che la diagnosi movimentista fosse giusta e stilata da anni - c'è un dottore di scuola avversa, di nome Giulio Tremonti, che si è intestato il merito di aver individuato il male e la cura.
    Ma Bertinotti non si sente scavalcato a sinistra dall'antimercatismo di Tremonti: «Non ha inventato nulla. A parte che Tremonti non è nuovo a certe difese, sia in nome della piccola patria padana, sia in nome della difesa comunitaria della produzione locale, ci siamo dimenticati di Chirac?
    Chirac è stato il primo a dire che il primato della finanza costituiva un cancro per la democrazia del nostro tempo e che il movimento incontrollato di capitale nel mondo determinava la crisi della coesione sociale. E fece una intera campagna in nome della rivalutazione dell'intervento pubblico».

    Fonte: Il Riformista.it | vai alla pagina
    Argomenti: economia, sinistra, sinistra arcobaleno | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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