L’offerta di luoghi per l’infanzia e i divari in Italia

Bastano pochi dati per tratteggiare la prima spaccatura, lungo la faglia nord-sud, rispetto all’offerta di asili nido e posti per l’infanzia. Ne parla La Stampa citando un nostro approfondimento del gennaio scorso.

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La Stampa 18 Settembre 2023

All’inizio di quest’anno siamo tornati con un approfondimento piuttosto dettagliato sulla situazione degli asili nido e dei servizi per l’infanzia in Italia.

Si tratta di uno dei filoni che seguiamo da tempo attraverso l’osservatorio sulla povertà educativa nel paese, realizzato in partnership con l’impresa sociale Con i bambini.+

Alla fine dello scorso anno, a vent’anni dall’introduzione degli obiettivi europei di Barcellona, una raccomandazione del consiglio dell’Unione europea ha aggiornato i target che gli stati membri devono porsi sull’offerta di asili nido e servizi per l’infanzia.

La principale novità è l’innalzamento dal 33% al 45% di bambini fino a 3 anni che dovrebbero poter accedere a sistemi di educazione e cura per la prima infanzia.

Anche se si tratta di una raccomandazione, commisurata alla situazione di partenza di ciascuno stato, fissa un nuovo orizzonte con cui confrontarsi.

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In Italia c’è ancora moltissimo da fare, come rileva anche un lungo articolo (due pagine) apparso oggi su La Stampa nelle edicole, che ci cita a proposito della posti pubblici disponibili per i piccoli tra 0 e 2 anni nei luoghi riservati all’infanzia.

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