Cosa sono le commissioni parlamentari e perché sono importanti

Sono il centro dell’attività legislativa del parlamento, ma rimangono un luogo oscuro e poco trasparente. Voto elettronico e resoconti integrali non sono la norma. Così molte informazioni chiave rimangono inaccessibili.

Definizione

Sia all’interno della camera dei deputati che del senato della repubblica sono presenti delle commissioni parlamentari. Dato che le questioni affrontate dal parlamento nazionale sono moltissime, sarebbe impossibile affrontarle tutte nel contesto dell’aula principale. Il lavoro sulle leggi ma anche di approfondimento, indagine e analisi viene quindi suddiviso tra i vari parlamentari che si ritrovano in assemblee più ridotte per occuparsi di specifici temi. Le commissioni appunto.

L’articolo 72 della costituzione stabilisce che le commissioni siano composte in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari. Queste assemblee quindi possono essere viste come dei parlamenti in miniatura che rappresentano una fotografia in piccolo degli equilibri presenti in aula. Tale affermazione però non è sempre vera. Infatti è possibile che, a causa dei cambi di gruppo o semplicemente di una modifica nella coalizione di maggioranza, gli equilibri interni alle commissioni possano cambiare. Questo può mettere in difficoltà il governo che senza una chiara maggioranza all’interno delle commissioni potrebbe faticare non poco a dare attuazione al suo programma.

Le commissioni possono essere di diverso tipo. I regolamenti di camera e senato infatti annoverano commissioni speciali, oppure d’inchiesta o ancora delle commissioni bicamerali per affrontare specifici argomenti. Le principali però sono quelle cosiddette permanenti. Si tratta di quelle assemblee sempre presenti in ogni legislatura e che tendenzialmente si occupano di seguire l’iter delle proposte di legge.

È nelle commissioni che si entra realmente nel merito delle proposte di legge e si cercano convergenze.

Esse variano nel nome a seconda dell’argomento di cui si occupano, ma sono accomunate dal tipo di attività legislativa che possono fare. È in questi organi infatti che si svolge la maggior parte del lavoro sugli emendamenti, in cui si cercano convergenze politiche e in cui il dibattito entra realmente nel merito delle questioni.

L’attività legislativa delle commissioni permanenti può avvenire in 4 distinte modalità. Queste infatti possono riunirsi in:

  • sede referente (procedura ordinaria): si discute un disegno di legge, articolo per articolo, prima che esso venga passato all’aula. Lo scopo è quello di preparare tutto il lavoro e il materiale (comprese le relazioni) per favorire la discussione nell’assemblea plenaria;
  • sede consultiva: in questo caso la commissione è chiamata a esprimere un parere su un disegno di legge affidato ad un’altra commissione;
  • sede deliberante/legislativa: circostanza in cui il dibattito e l’approvazione di un determinato disegno di legge si completa in commissione, è escluso quindi l’intervento dell’aula;
  • sede redigente: circostanza in cui la commissione non solo esamina ma vota articolo per articolo il testo. All’assemblea spetterà solamente la votazione finale sul provvedimento nel suo complesso.

All’interno di una commissione e, più in generale, dell’intero processo legislativo non tutti i deputati e i senatori hanno lo stesso peso politico. La capacità di incidere sul percorso di un disegno di legge è infatti maggiore per quei parlamentari che ricoprono quelle che abbiamo definito come “key position”.

In questo contesto una figura fondamentale è quella del relatore. Di solito questo ruolo viene affidato a chi già ricopre incarichi chiave, che possono essere di tue tipi: istituzionali e politici. Nella prima categoria rientrano i presidenti e vice presidenti di commissione, figure che ricevono anche un’indennità di ruolo per svolgere questa funzione; nella seconda i capigruppo (tanto in aula che in commissione).

Dati

Fino alla XVIII legislatura in entrambe le camere erano presenti 14 commissioni permanenti. A seguito della riforma costituzionale che ha portato al taglio dei parlamentari però palazzo Madama ha deciso di apportare diverse modifiche al suo regolamento, riducendo il numero delle commissioni da 14 a 10.

FONTE: elaborazione openpolis su dati camera e senato
(ultimo aggiornamento: venerdì 26 Maggio 2023)

Com’è evidente anche dalla tabella, il taglio delle commissioni ha comportato una redistribuzione dei temi di cui le varie commissioni si occupano che tendenzialmente sono aumentati. Questo naturalmente comporta un aggravio del carico di lavoro di ogni assemblea che gioco forza avrà molte più proposte di legge da valutare rispetto al passato.

Analisi

Alla luce di quanto visto emerge l’enorme importanza che le commissioni permanenti rivestono nel processo legislativo. Nonostante questo ruolo centrale però sono ancora molte le zone d’ombra sul loro operato.

È impossibile ricostruire le presenze e le votazioni in commissione.

A differenza di quanto avviene per le sedute dell’aula, la redazione e la pubblicazione di un accurato resoconto stenografico non è obbligatoria per le sedute delle commissioni. Lo è solamente quando esse si riuniscono in sede deliberante o redigente. Negli altri casi ad essere pubblicati sono solamente dei resoconti sommari che contengono pochissime informazioni.

Un altro elemento di criticità riguarda le votazioni che avvengono in commissione. In questi ambiti infatti il voto elettronico non è la regola. Questo rende impossibile riuscire a ricostruire come i singoli deputati e senatori si siano espressi sui vari provvedimenti. Inoltre non consente di conoscere in maniera adeguata il livello di partecipazione ai lavori della commissione.

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