Che cos’è il Def, documento di economia e finanza

Questo documento delinea la situazione presente dell’economia di uno stato e definisce gli obiettivi da raggiungere tramite le riforme.

Definizione

Il Documento di economia e finanza (Def) è il principale dossier di programmazione finanziaria. Viene elaborato e presentato dal presidente del consiglio dei ministri e dal ministro dell’economia e delle finanze. Ogni anno, entro il 10 aprile, l’esecutivo trasmette il Def al parlamento per l’esame e l’approvazione tramite una risoluzione che impegna il governo alla presentazione di una legge di bilancio. Entro il 30 aprile una parte di questo documento viene spedito alla commissione europea e al consiglio dell’unione europea.

Il Documento di economia e finanza è composto da tre sezioni:

  • il Programma di stabilità (Ps), richiesto a fine di controllo da parte dell’Unione europea, che descrive il quadro macroeconomico dello stato, gli obiettivi di finanza pubblica per gli anni successivi e le strategie di bilancio per raggiungerli, tenendo in considerazione la sostenibilità nel lungo periodo;
  • le analisi e le tendenze di finanza pubblica in cui sono riportati i risultati e le previsioni dei principali settori di spesa, del conto di cassa del settore pubblico e del bilancio statale, oltre alla programmazione delle risorse destinate alla coesione territoriale;
  • il Programma nazionale di riforma (Pnr), anche questa una documentazione da presentare agli organismi di competenza dell’Unione europea, che contiene l’aggiornamento delle strategie di riforma in relazione al periodo storico-economico in corso.

I documenti programmatici hanno una loro valenza all’interno del ciclo di bilancio.

La presentazione del Def rientra nella fase programmatica del ciclo di bilancio. In questo periodo, che si apre proprio con questo evento, vengono fissati degli obiettivi da parte del governo. Per il loro raggiungimento, vengono adottate delle misure nella fase successiva della “sessione di bilancio”. Questi strumenti di programmazione finanziaria e di bilancio assolvono inoltre alla funzione fondamentale di informazione e trasparenza delle azioni di politica economica ideate dal governo.

I documenti programmatici sono previsti dalla legge 39/2011 che ha modificato la legge 196/2009 in seguito alle nuove regole adottate dall’Unione europea per la coordinazione delle politiche economiche dei singoli stati membri. A livello comunitario, il regolamento Ue 473/2013 prevede l’elaborazione di strumenti di programmazione e definisce le disposizioni per il loro monitoraggio e la loro valutazione, oltre alle procedure per la correzione dei disavanzi eccessivi degli stati membri che hanno adottato l’euro.

Il Def viene inviato all’Unione europea per ottenere delle raccomandazioni in merito. Sono poi integrate nella Nota di aggiornamento del Def (Nadef) che viene approvata dalle camere entro il 20 settembre di ogni anno.

Dati

All’interno del Def e della Nadef sono presenti delle stime sugli indicatori macroeconomici e di finanza pubblica, che hanno chiaramente una loro importanza nella definizione delle politiche economiche e di riforma di uno stato. Questi sono raggruppati in due focus chiamati quadri.

Ne vengono calcolati due tipi:

  • tendenziale, che analizza la situazione al netto delle manovre di finanza pubblica;
  • programmatico, che incorpora gli effetti degli interventi definiti dalla legge di bilancio.

Dal lato della finanza pubblica, vengono riportati nei quadri programmatici e tendenziali gli indicatori legati all’indebitamento dello stato. Questi indicatori sono importanti per poter orientare le strategie di riforma necessarie per raggiungere gli obiettivi in modo tale da essere sostenibili nel lungo periodo.

Per quel che riguarda le analisi delle componenti macroeconomiche, ovvero delle dinamiche di funzionamento economico di uno stato, uno dei componenti su cui si concentra il Ps è chiaramente il Pil. Questo è un indicatore che permette di inquadrare la situazione economica di un paese in base ai consumi, agli investimenti, alla spesa pubblica, alla tassazione e alla bilancia import-export. Ora ci concentreremo su questo aspetto.

Il dato riporta le variazioni congiunturali di crescita del Pil nel quadro programmatico e nel quadro tendenziale del Ps contenuto nel Def. Il dato è approssimato alla prima cifra decimale quindi eventuali imprecisioni derivano dagli arrotondamenti.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Mef
(ultimo aggiornamento: lunedì 11 Aprile 2022)

Le previsioni per il Pil del 2022 vedono dei dati in crescita sia per il quadro tendenziale che per il quadro programmatico ma con un valore più basso rispetto a quello registrato nel 2021. Non risultano esserci grandi differenze tra i due quadri se non alcuni decimali di punto percentuale. Le previsioni di crescita si abbassano con il progredire degli anni fino ad arrivare a +1,5% nel 2025.

Rispetto alle previsioni contenute nella Nadef del 2021 le stime di crescita per quest'anno e per i successivi sono state riviste al ribasso. Si passa infatti da un +4,7% nel quadro programmatico per il 2022 al +2,9%, quelle per il 2023 passano dal +2,8% al +2,3%. Questo perché nel Def si tiene conto del peggioramento economico determinato da diversi fattori tra cui l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, l'andamento inflazionistico e un rallentamento dei mercati d'esportazione dell'Italia.

Analisi

Il Def ha un ruolo molto importante all'interno della formazione del bilancio di previsione dello stato. Cosa vuol dire esattamente? Come è stato detto in precedenza, il Def riporta il quadro presente e gli obiettivi futuri dell'economia. Compone la base su cui si effettua la manovra di correzione di bilancio assieme al bilancio a legislazione vigente (Dlb), che esprime a sua volta l'andamento tendenziale delle entrate e delle spese sulla base delle scelte effettuate in passato. La legge di stabilità è il principale, ma non unico, strumento con cui questa manovra viene effettuata.

Le istituzioni europee hanno un ruolo importante nella definizione della politica economica nazionale

Nel corso degli anni, è stata data crescente importanza all'armonizzazione dei processi a livello comunitario. È infatti in corso un allineamento fra tutti i paesi membri delle norme legislative, doganali, amministrative, fiscali e delle operazioni di politica monetaria. Nel dettaglio, il Def si colloca al centro del Semestre europeo, un periodo durante il quale l’Unione coordina le politiche economiche e di bilancio degli stati membri. Questo periodo è stato istituito nel 2010, quando è stata espressa la necessità di sincronizzare i calendari degli stati al fine di allineare gli obiettivi delle politiche nazionali di bilancio, di crescita, dell'occupazione e degli aspetti sociali, considerando anche gli obiettivi stabiliti sul piano comunitario.

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