Nei ballottaggi sconfitte le amministrazioni uscenti Amministrative 2018

Centrosinistra battuto nelle roccaforti, in generale perde la coalizione che esprime il sindaco uscente. Tra le città maggiori fanno eccezione solo Ancona, Siracusa e alcuni comuni laziali.

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Con i ballottaggi di ieri si è conclusa questa tornata di elezioni amministrative. Come avevamo avuto modo di raccontare, nelle città maggiori il centrodestra si presentava già ai blocchi di partenza come la coalizione con più candidati al secondo turno, ben 19 su 23 sfide. Il centrosinistra puntava a difendere le sue roccaforti storiche, in particolare nel centro Italia. Il Movimento 5 stelle mirava a mantenere le 2 amministrazioni uscenti e a catalizzare il voto degli elettori delusi in quelle dove non governava. Vediamo com’è andata.

Le grandi città prima e dopo i ballottaggi

Sono 23 i comuni con più di 50mila abitanti che domenica sono andati al ballottaggio. In 14 di questi, le ultime elezioni erano state vinte da un sindaco del centrosinistra. In 3 aveva prevalso il centrodestra, in 2 il M5s, in 4 coalizioni di altro tipo (civiche, centriste ecc.). Alla luce dell’esito dei ballottaggi, la situazione si è completamente ribaltata.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell'interno
(ultimo aggiornamento: lunedì 25 Giugno 2018)

Il centrosinistra dimezza il numero di città, passando da 14 a 6. Il centrodestra al contrario cresce da 3 a 8 comuni, con conquiste di portata storica nei capoluoghi toscani (Pisa, Siena, Massa) ai danni della coalizione a guida Pd. Anche il M5s vince in due roccaforti del centrosinistra (Imola e Avellino). Dei comuni amministrati dai pentastellati, il M5s mantiene Pomezia (dove peraltro il sindaco uscente si era ricandidato con una coalizione civica alternativa), mentre perde Ragusa.

Al netto dei saldi positivi e negativi, il dato politico è la sconfitta delle coalizioni a guida Pd nei comuni storicamente governati dalla sinistra.

Il crollo delle roccaforti Pd

In questi ballottaggi si disputavano 8 grandi città amministrate da almeno 20 anni dal centrosinistra: Terni, Ancona, Pisa, Cinisello Balsamo, Imola, Avellino, Siena, Massa. Un test monitorato dai media non solo in chiave locale, ma anche in prospettiva nazionale per valutare lo stato dell'opposizione al governo M5s-Lega. Il capoluogo delle Marche è l'unico rimasto alla coalizione a guida Pd.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell'interno
(ultimo aggiornamento: lunedì 25 Giugno 2018)

In 5 casi ha prevalso il centrodestra (i 3 capoluoghi toscani, Terni e Cinisello Balsamo), in 2 il M5s (Avellino e Imola). È interessante notare come in queste ultime due città il candidato del centrosinistra avesse sfondato il 40% nel primo turno, superando di oltre 10 punti lo sfidante a Imola e di oltre 20 a Avellino. Ma, come già successo in altre tornate amministrative (ad esempio Torino nel 2016 e Livorno nel 2014), il ballottaggio può ribaltare gli esiti del primo turno. Tutto riparte da zero, e i voti dei candidati esclusi possono convergere sul secondo classificato per sconfiggere il candidato della coalizione uscente.

E proprio questo sembra essere l'elemento dominante dei ballottaggi di domenica scorsa: la sconfitta delle amministrazioni in carica.

La difficoltà della riconferma

Su 23 città con oltre 50mila abitanti andate al voto, 17 hanno cambiato colore politico in modo netto.

Le coalizioni uscenti, se costrette al ballottaggio, spesso vengono sconfitte.

A farne le spese come abbiamo visto è stato soprattutto il centrosinistra, che si presentava con un maggior numero di comuni amministrati. Ma da questa tendenza non sono usciti indenni neanche gli altri schieramenti. Il centrodestra si presentava con 3 amministrazioni uscenti, tutte commissariate nel corso del mandato: Torre del Greco, Altamura e Teramo. Non è riuscito a rieleggere il sindaco in nessuna delle 3 città: nella prima ha perso contro una coalizione di liste civiche, nelle altre due contro il centrosinistra. Anche il Movimento 5 stelle ha fatto tendenzialmente meglio nei comuni dove non amministrava (conquista infatti Imola, Avellino e Acireale) che in quelli dove governava (mantiene Pomezia ma perde il capoluogo Ragusa).

6 su 23 le città che hanno mantenuto una continuità con l'amministrazione uscente

In questo quadro solo una manciata di città ha visto riconfermata la coalizione amministrativa uscente. È il caso già segnalato di Ancona, unica roccaforte rossa non espugnata. Diverse riconferme in comuni di medie dimensioni del Lazio. Fiumicino e Velletri restano saldamente a guida Pd, ad Aprilia viene rieletto il sindaco espressione di una coalizione civica. A Pomezia i 5 stelle riconquistano il comune già vinto nel 2013. A questi casi più evidenti si può aggiungere Siracusa, dove prevale l'ex vicesindaco della giunta uscente di centrosinistra ma a capo di una coalizione civica senza il Pd.

Questi dati segnalano una difficoltà per le amministrazioni uscenti di essere riconfermate nel ballottaggio. Le ragioni possono essere varie. Quando un sindaco in carica viene costretto al ballottaggio è possibile che ci sia un giudizio contrastato sulla sua azione di governo. La struttura binaria dei ballottaggi crea l'occasione perché si realizzi la convergenza di tutti gli oppositori dell'amministrazione uscente. Con un'affluenza molto bassa (attorno al 47% nazionale in questo secondo turno), la mobilitazione di alcuni elettori dei candidati sconfitti al primo turno può decidere l'elezione del sindaco. Oppure basta la smobilitazione di parte dell'elettorato di riferimento dell'amministrazione uscente.

Come sono andate le sfide

Nei giorni precedenti ai ballottaggi era stato notato come fosse in parte tornata la dinamica sinistra-destra. Inoltre il centrodestra era lo schieramento che portava più candidati nei ballottaggi (19 su 23 sfide). Un vantaggio in teoria, ma tutto da vedere alla prova dei voti.

I 9 scontri tra centrosinistra e centrodestra finiscono 5 a 4 a favore del primo. Oltre alle già citate Ancona, Fiumicino e Velletri, le coalizioni a guida Pd battono il centrodestra a Brindisi e Teramo. Ma questo dato è oscurato dalla conquista storica da parte del centrodestra delle roccaforti toscane (Pisa, Massa, Siena) e di Cinisello Balsamo.

Esito dei ballottaggicontro Cdxcontro Csxcontro M5scontro Civica
Cdx vince a-Pisa, Massa, Siena, Cinisello BalsamoTerni, RagusaCastellammare di Stabia, Viterbo
Csx vince aAncona, Fiumicino, Velletri, Brindisi, Teramo--Altamura
M5s vince aPomezia, AcirealeAvellino, Imola--
Civica vince aMessina, Siracusa, Torre del Greco, Aprilia--Bisceglie

 

Nei 6 scontri tra centrodestra e coalizioni civiche, queste ultime hanno avuto la meglio in 4 ballottaggi. A Messina il centrodestra ufficiale ha perso contro una coalizione di liste civiche di area moderata. A Siracusa al contrario è stato sconfitto da una coalizione civica di centrosinistra, pur senza il Pd. Anche a Torre del Greco e Aprilia i candidati civici hanno prevalso sul centrodestra. Invece a Castellammare di Stabia e a Viterbo i candidati dell'alleanza tra Lega, Fdi e Forza Italia sconfiggono le coalizioni civiche. Due vittorie di peso, in quanto avvenute in due città governate dal centrosinistra nella scorsa consiliatura.

Come di rilievo sono le vittorie del centrodestra contro i 5 stelle in due capoluoghi, Terni (uscente centrosinistra) e Ragusa (uscente lo stesso M5s). Nella città siciliana peraltro non è l'intero schieramento di centrodestra a vincere, ma una coalizione di destra tra Fratelli d'Italia e alcune liste civiche. I cinque stelle battono il centrodestra a Pomezia e Acireale, e vincono entrambi gli scontri diretti con il centrosinistra.

Foto credit: pagina candidato del centrodestra a Siena, Luigi De Mossi

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