L’Italia riceve meno richiedenti asilo degli altri grandi paesi Ue Migranti

Dopo lo scontro tra Italia e Francia si torna a parlare di redistribuzione di migranti nei paesi Ue. A oggi in Europa non esiste un meccanismo efficiente ma, a differenza di quello che dichiara il governo, l’Italia non è comunque il paese che riceve più richiedenti asilo.

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Dopo i casi di Humanity I e Geo Barents, e dopo le tensioni tra Italia e Francia causate dall’attracco della nave umanitaria Ocean Viking, in Europa come in Italia si è tornati a parlare di richiedenti asilo e ricollocamenti dei migranti.

Sia esponenti del governo Meloni che alcuni media sostengono il teorema secondo cui il fenomeno migratorio non dovrebbe essere a carico esclusivamente dell’Italia e degli altri paesi che affacciano sul mar Mediterraneo. Tuttavia i dati smentiscono questa tesi, perché l’Italia nell’ultimo decennio ha ricevuto meno richieste di asilo di altri grandi paesi europei, compresa la Francia.

La normativa Ue sui ricollocamenti

Da diversi anni nell’Unione europea si discute la questione della spartizione degli oneri derivanti dalla ricezione di migranti. Nel settembre 2015 è stato istituito a livello comunitario un meccanismo di emergenza di ricollocamento e reinsediamento tra gli stati membri. Il programma è però risultato fortemente inefficace, preoccupando anche la commissione europea. Da allora, sono state numerose le iniziative per rilanciarlo, finora senza successo.

Il sistema di accoglienza in Ue, infatti, rimane molto lacunoso. Questo presta il fianco a strumentalizzazioni politiche e soprattutto impedisce a migliaia di persone migranti di recarsi nei paesi dove realmente vogliono costruire la propria vita.

Nel 2019 ad esempio, con l’accordo di Malta, Germania, Francia, Italia e Malta hanno stabilito uno schema di aiuto, su base volontaria, specificamente sul fronte della rotta migratoria del Mediterraneo centrale.

A settembre del 2020 è stato implementato il nuovo patto europeo su migrazione e asilo, basato su una concezione del fenomeno migratorio come di competenza europea più che nazionale. Con lo scopo di rendere più giuste, efficaci e sostenibili le politiche di gestione dei flussi.

Nel giugno 2022 alcuni paesi comunitari hanno poi dichiarato di voler implementare uno schema volontario di solidarietà. A proporre il piano è stata proprio la presidenza francese. Alla base c’è l’idea che gli stati che affacciano sul Mediterraneo siano più esposti ai flussi migratori e che quindi serva un sistema di redistribuzione delle responsabilità tra i vari paesi membri.

It provides a voluntary, simple and predictable solidarity mechanism designed to support the Member States most affected in the Mediterranean as well as other Member States under pressure […] by offering relocations, financial contributions and other measures of support.

Ciononostante, pochi giorni fa i ministri competenti di Italia, Malta, Cipro e Grecia hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che definisce “incresciosa e deludente” l’attuale politica comunitaria sulla gestione dei flussi migratori. Chiamando per una riforma del sistema che sia più conveniente per gli stati di primo ingresso. La dichiarazione inoltre condanna le navi delle Ong, nonostante la presunta illegalità del loro operato sia stata più volte smentita.

Ma a oggi quanti migranti ricevono gli stati membri dell’Ue?

I richiedenti asilo nei paesi europei

La sua posizione geografica vicina all’Africa settentrionale e i suoi migliaia di chilometri di costa rendono l’Italia un paese fortemente esposto a potenziali flussi migratori. Tuttavia il nostro non è il paese europeo con più richiedenti asilo.

592.045 i richiedenti asilo in Italia tra 2012 e 2021.

Il grafico mostra il numero di richiedenti asilo nel periodo compreso tra il 2012 e il 2021, nei paesi membri dell’Ue. I dati si riferiscono alle persone che presentano una richiesta per la prima volta. I dati sulla popolazione sono aggiornati al 1 gennaio 2021.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(pubblicati: lunedì 29 Agosto 2022)

Da questo punto di vista la prima è la Germania, che ha ricevuto quasi 2,3 milioni di richiedenti negli ultimi 10 anni. Seguono la Francia, con 863mila, e l’Italia (592mila). Agli ultimi posti si trovano invece alcuni stati dell’Europa centrale e orientale, in particolare Estonia, Slovacchia e Lettonia, con meno di 3mila richiedenti l’una.

Se poi rapportiamo il numero di richiedenti asilo alla popolazione residente, l’Italia si posiziona quindicesima in Ue, con 1 richiedente ogni 100 persone.

Anche se analizziamo i dati relativi al solo 2022 vediamo che l’Italia non è il primo paese per numero di richiedenti. Anzi, tra i grandi stati dell’Ue, è ultima.

Il grafico mostra l’andamento mensile (da gennaio a agosto del 2022) nel numero di richiedenti asilo registrati nei grandi paesi Ue: Germania, Francia, Italia e Spagna. I dati si riferiscono alle persone che presentano una richiesta per la prima volta. Da questi dati sono escluse le richieste di protezione temporanea inoltrate da cittadini e cittadine provenienti dall’Ucraina.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(pubblicati: lunedì 14 Novembre 2022)

Con un totale di meno di 44mila richiedenti asilo, l’Italia è l’ultima dei 4 grandi paesi Ue per numero di richiedenti asilo nei primi otto mesi del 2022. Al primo posto si trova anche in questo caso la Germania, con un totale di 116mila, al secondo la Francia (con poco meno di 83mila) e al terzo la Spagna (circa 74mila).

L’accoglienza in Ue e il regolamento di Dublino

Alla base dei meccanismi di gestione dell’accoglienza all’interno dell’Ue c’è il regolamento di Dublino (regolamento Ue 604/2013), basato sulla convenzione di Dublino, siglata nel 1990. Tutt’ora in vigore, esso stabilisce i criteri e i meccanismi per determinare quale stato membro è competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale.

Il sistema prevede, tra le altre cose, che chi arriva nell’Unione europea debba presentare la propria domanda di asilo nel paese di primo ingresso. Per via della loro posizione geografica, i paesi dell’Europa meridionale con affaccio sul Mediterraneo risultano però particolarmente esposti. Oltre alla percezione di ingiustizia da parte di questi stati, si aggiunge anche il fatto che il sistema si è dimostrato poco efficiente. Con tassi di trasferimento molto bassi.

Tuttavia, quando si è presentata l’opportunità di riformare questo sistema, la maggior parte dei partiti conservatori si sono opposti. Questo è stato particolarmente evidente nei paesi dell’Europa centrale e orientale, ma anche in Italia, dove il Movimento 5 stelle ha votato contro la riforma e la Lega si è astenuta.

Foto: SOS Humanity (international)

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