L’Italia è tra i paesi Ue con i divari di reddito più ampi Europa

Le disuguaglianze economiche sono tutt’altro che in calo e l’Ue non costituisce un’eccezione. Tra i paesi più popolosi, l’Italia è quello dove l’1% più ricco detiene la quota più elevata di reddito nazionale e dove dal 1980 è più aumentato l’accentramento.

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Globalmente le disuguaglianze sono tutt’altro che in calo, anzi tendono ad aumentare. Come evidenzia un recente report di Oxfam, le 5 persone più ricche del mondo hanno raddoppiato le proprie fortune dal 2020, mentre 4,8 miliardi di persone (ben più della metà della popolazione) sono più povere oggi rispetto al 2019. Purtroppo nemmeno l’Europa costituisce un’eccezione a questa allarmante dinamica.

Nonostante l’aumento della ricchezza complessiva infatti non tutte le persone hanno migliorato le proprie condizioni materiali di vita. Soprattutto se consideriamo la questione in termini relativi, ovvero qual è lo stato della distribuzione delle risorse economiche all’interno di un singolo paese, tra le varie classi sociali.

Il world inequality lab, un laboratorio di ricerca che studia il fenomeno della disuguaglianza sia tra paesi che all’interno dei paesi stessi, mostra come le disparità nella ripartizione sia del reddito che delle ricchezze sia in realtà aumentata.

In un recente approfondimento abbiamo raccontato come il 10% più benestante possieda più un terzo della ricchezza nazionale (mediamente, il 35,5%). Se ci avviciniamo ulteriormente agli estremi emergono dati ancora più preoccupanti. Nel 2022 l’1% più ricco della popolazione europea deteneva l’11,4% del reddito totale e l’Italia era il sesto paese dell’Unione con il divario più ampio.

Le disuguaglianze di reddito nei paesi dell’Ue

Nonostante le disuguaglianze nella distribuzione siano marcate a livello di ricchezza, in questo approfondimento ci concentriamo sul reddito. Il world inequality lab opera anche questa rilevazione, determinando la quota di reddito nazionale posseduta dall’1% più ricco.

Con reddito nazionale si intende la somma di tutti i redditi percepiti dagli individui residenti nel paese nel corso dell’anno di riferimento. Sono comprese due tipologie di reddito: quella derivante dal lavoro (i salari) e quella derivante dalla ricchezza individuale (interessi e dividendi).

National income is the sum of all incomes received by individuals residents in a given country over a year. Incomes takes various forms and we typically distinguish two broad sources: incomes stemming from individuals’ labor (e.g. wages or salaries) and incomes stemming from individuals’ wealth (e.g. interest and dividends).

18,7% del reddito nazionale è nelle mani dell’1% più ricco, in Bulgaria (2022).

I dati si riferiscono alla quota del reddito nazionale (ovvero Pil meno consumo di capitale fisso più reddito estero netto) detenuta dall’1% più ricco della popolazione.

FONTE: elaborazione openpolis su dati world inequality database
(consultati: lunedì 22 Gennaio 2024)

Bulgaria e Danimarca sono i due paesi dove l’1% più ricco detiene la quota maggiore del reddito nazionale, con rispettivamente il 18,7% e il 18,6%. Percentuali inferiori all’8% si riscontrano invece in Repubblica Ceca, Belgio e Slovacchia. L’Italia, con il 13,6%, è il sesto paese con per ampiezza del divario.

Le risorse si concentrano sempre di più

Mediamente negli anni la quota di reddito nelle mani delle persone più ricche è lievemente aumentata. Il picco è stato toccato nel 2007, quando il valore si è attestato al 12,6%. Solo in 5 paesi si è invece registrato un calo: Austria, Spagna, Cipro, Belgio e Lussemburgo.

I maggiori aumenti si sono registrati nell’ex blocco sovietico e in Scandinavia.

Gli incrementi maggiori, dagli anni ’80 a oggi, hanno invece interessato i paesi dell’ex blocco sovietico, che hanno adottato in tempi più recenti il libero mercato. In Bulgaria (il paese che registra anche il divario più pronunciato) la quota è aumentata di oltre 15 punti percentuali, passando dal 3% nel 1980 al 19% nel 2022. Anche in Estonia la quota è cresciuta di 10 punti. Notevoli anche i casi di alcuni paesi scandinavi: la Danimarca (seconda dopo la Bulgaria per entità del divario) registra un aumento di 12 punti percentuali e la Svezia di 7.

D’altronde anche l’Italia, al pari di Ungheria e Lituania, ha visto un aumento pari a 7 punti percentuali. Si tratta del dato più elevato tra i paesi più popolosi dell’Ue (Francia, Germania e Spagna). Inoltre, per l’Italia stessa, si tratta del record assoluto.

I dati si riferiscono alla quota di reddito nazionale detenuto dall’1% di popolazione più ricca dei paesi europei più popolosi, nel corso degli ultimi 42 anni.

FONTE: elaborazione openpolis su dati world inequality database
(consultati: lunedì 22 Gennaio 2024)

L’Italia è, tra i principali stati membri dell’Ue, quello che riporta il divario più ampio (l’1% detiene il 13,6% di tutto il reddito nazionale) e anche quello che ha registrato il più marcato accentramento delle ricchezze: +7,4 punti percentuali tra 1980 e 2022. In entrambi i casi, segue la Francia.

Mentre la Spagna ha visto un miglioramento graduale e la Germania un accentramento marcato fino al 2020, cui poi è seguito un netto calo. In Italia e Francia si è verificata la dinamica contraria e l’aumento più pronunciato si è registrato proprio dopo il 2020.

Foto: Claudio Poggiolicenza

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